È il 1956 e la vita serena e privilegiata di Cecilia, studentessa italiana della buona borghesia, muta inesorabilmente in terra d’Ungheria, nell’impatto con la realtà dell’oppressivo regime comunista. A farla maturare contribuisce pure il difficile amore per il tormentato, ombroso Mátyás, che mal sopporta la sua condizione di prigioniero in patria e appare ferito nell’anima anche per le esperienze dolorose vissute. Le vicende di diversi altri personaggi, fra i quali János, fervente comunista, la giovane aristocratica Margit, il brillante diplomatico Marcello Pallavicini o l’illustre chirurgo Ferenczi, concorrono a delineare l’inquietante, affascinante mosaico della vita di oltre cortina negli anni Cinquanta. Quando la rivolta, improvvisa e inarrestabile scoppia a Budapest, ognuno deve fare le proprie scelte ed anche Cecilia, nonostante sia una straniera, rimarrà coinvolta in quella sublime pazzia che è la lotta disperata di un popolo contro i carri armati sovietici.
Quell’autunno a Budapest: NON vi deluderà!
Come nasce questo libro?
Questo romanzo nasce da una esperienza di vita che mi ha portato, negli anni antecedenti la caduta del Muro di Berlino, a conoscere l’Ungheria, una nazione in bilico fra oriente e occidente che mi ha affascinato per la decadente bellezza della sua capitale, la travolgente musica zigana e il suo emozionante passato.
Ho potuto anche toccare con mano come si vivesse in un paese dell’Europa dell’est dove l’oppressione del regime comunista era ancora palpabile e ho potuto percepire frequentando i giovani di Budapest il loro desiderio di libertà, l’attrazione per il mondo libero da cui erano tagliati fuori e l’amarezza per il fatto di sentirsi in gabbia senza prospettive e speranze per il futuro. Alla fine, anche se l’argomento era ancora tabù, ho appreso dalle loro esperienze familiari di come sia nata e si sia sviluppata quella disperata Rivolta di Budapest che nell’autunno del 1956 aveva emozionato il mondo intero.
Da questo coacervo di esperienze personali, di testimonianze e di forte empatia per la popolazione magiara è maturata in me l’esigenza di ambientare proprio nell’Ungheria del 1956 la storia d’amore fra l’italiana Cecilia e Mátyás, un giovane di Pest la cui figura è ispirata a una persona realmente esistita
Quale messaggio vuoi trasmettere?
In un momento in cui i vecchi ideali sembrano ormai tramontati, vorrei ricordare che valori come il sacrificio per la libertà e l’amore per la patria, che hanno visto uniti gli studenti e gli operai ungheresi nella loro impari e romantica lotta contro l’oppressore, sono tuttora validi, perché la libertà e la pace non sono, come forse ci illudiamo, acquisiti per sempre nella stessa nostra Europa. Ce lo dimostrano i carri armati che circolano per le strade dell’Ucraina, non tanto lontana da noi.
Leggi il mio libro perché….
Perché ti emozionerai seguendo le tumultuose vicende dei protagonisti che si muovono in un altro luogo e in un altro tempo e, se rimarrai coinvolto come Cecilia nella eroica rivolta ungherese contro l’Armata Rossa sovietica, potrai dire alla fine: “Quell’autunno a Budapest c’ero anch’io.”
Progetti futuri?
Innanzitutto la promozione di questo libro sui social, che finora ho completamente trascurato, limitandomi alle presentazioni che mi sono più congeniali, ma che l’epidemia ha drasticamente interrotto.
C’è inoltre qualche personaggio che preme per prendere forma in un nuovo romanzo, ma lo sviluppo della trama è ancora caotico.
Per approfondire: AMAZON