Marco Crivellari, illustratore, grafico e istruttore di arti marziali, autore di “PNG – Guida Neomedievale per Evocatori”, un fantasy che tiene attaccato alle pagine già dalle prime parole. Il romanzo è edito da Graus Edizioni e fa parte della collana “Nuove Orbite”.
Il signor C è tenuto in ostaggio nella sua abitazione da un gruppo di cosplayers. Mentalmente ripercorre gli eventi della giornata, cercando di capire quale tra le sue scelte di vita lo ha condotto in quella situazione. Quella del signor C., è la normale giornata di un evocatore neomedievale, trascorsa assieme ad un gatto parlante, un santo buddista, un demone sumero e molti altri abitanti di una Città Stato all’apice della decadenza.
Per andare a fondo ad alcuni “misteri” del romanzo, incontriamo l’autore per una piacevole chiacchierata.
PNG è il primo libro che scrivi, com’è nata l’idea di scrivere un libro? Questo è il terzo libro in cui il mio nome compare in copertina, ma come autore è il primo. Nei libri precedenti mi ero occupato esclusivamente delle illustrazioni. Le immagini hanno un ruolo importante anche in questo e non solo per la presenza dei capolettera disegnati. il mio processo creativo nasce per immagini che spontaneamente si collegano una all’altra a formare una narrazione coerente. Quando la storia matura e si gonfia fino a non poter essere più contenuta nella sola immaginazione, deve essere espulsa. In questo senso il libro scritto è una sorta di backup esterno, necessario a liberare spazio nella memoria fisica per ricominciare il processo creativo.
Potresti spiegarci l’acronimo PNG, che dà il titolo al libro, cosa significa? A mio parere il titolo è la parte più importante del libro. Ho impiegato quasi due anni per trovare il titolo giusto. Ho subito iniziato a inviarlo a moltissimi editori, ma tutti rispondevano che era loro consuetudine pubblicare qualcosa di più lungo di un semplice titolo, dunque mi sono visto costretto a scrivere un libro in accompagno. P.N.G. è un termine corrispondente all’acronimo inglese N.P.C. che si rende in italiano con la locuzione Personaggio Non Giocante, con la quale nel mondo ludico si indicano quelle presenze di contorno alla storia, le comparse che occasionalmente interagiscono con i protagonisti. La narrativa di genere fantasy racconta le avventure degli eroi e la Grande Impresa, la quest alla quale sono votati. Anche in questo racconto compare un gruppo di eroi impegnato nella loro grande avventura, ma ad essere narrata compiutamente è invece la storia di un personaggio che solo marginalmente si relaziona con loro. L’evocatore, appunto.
L’evocatore, protagonista della storia, prende spunto in qualche modo da una persona realmente esistita o esistente oppure è un personaggio di pura fantasia? Ogni opera di fantasia, inevitabilmente, ha delle contaminazioni autobiografiche. Di fatto è impossibile per un autore non trasferire nell’opera elementi del proprio vissuto. Ad esempio, io appartengo alla specie sapiens, nell’ordine dei primati, e ho voluto inserire questo dettaglio nell’opera, caratterizzando i personaggi principali come ominidi antropomorfi, una sorta di “easter egg” che i lettori più accorti avranno senz’altro scoperto. Inoltre, ma questo è forse meno interessante, da grande appassionato di folklore ho una conoscenza più o meno letteraria delle pratiche di magia cerimoniale gotica e della ritualistica enochiana. Di conseguenza, quando ho iniziato a tratteggiare la figura dell’evocatore ho fatto riferimento alla grande tradizione teurgica inglese (da Edward Kelley in poi) e ritengo che anche gli strumenti di lavoro siano stati descritti con un certo grado di accuratezza.
L’ambientazione è in una Roma un pò particolare, la puoi raccontare dal punto di vista del protagonista? Buona parte delle vicende narrate nel libro si svolgono in una città stato, una sorta di caricatura iperrealista della Capitale. E’ una struttura urbana in avanzato stato di decomposizione e tuttavia all’apparenza ancora vitale. L’illusione del movimento è data dall’attività incessante dei saprofagi, che la consumano dall’interno. Come la controparte “reale” la città descritta conosce i problemi della vegetazione infestante, degli animali vaganti, dei rifiuti non smaltiti, del crimine diffuso e della scarsa qualità dei servizi pubblici. Analogamente a quanto avviene nella cronaca, anche i caricaturali abitanti di questa distopia (e il protagonista della storia, di conseguenza) vivono il degrado sopportando ed ignorando, ormai abituati e assuefatti a tutto, anche all’apocalisse.
Nel libro si nominano ripetutamente i “cosplayer”, nella realtà questo genere di travestimenti sta prendendo sempre più piede specialmente fra i giovani, cosa ne pensi in merito? Sono affascinato da questa versione professionale del Carnevale. Ho una grandissima ammirazione per chi dedica il suo tempo a ricreare con meticolosità e precisione l’outfit di un particolare personaggio. I più abili non si limitano a riprodurre le fattezze, ma fanno proprie movenze e carattere del modello, divengono delle vere e proprie incarnazioni, degli avatara fisici del personaggio. Nel libro ho fatto un parallelo, che ad alcuni potrà sembrare irrispettoso, tra la filosofia dei cosplayer e i sacerdoti di una certa religione pubblica. In realtà tra preti e cosplayer ci sono più affinità che differenze. Entrambi fanno riferimento a delle opere in cui si parla di personaggi straordinari, con poteri incredibili. Entrambi hanno scelto di vestirsi ad imitazione dei loro beniamini. Economicamente parlando, entrambe le attività generano un notevole indotto. Mi sembra che solo riguardo alla sessualità ci siano delle differenze; i cosplayer più seri tendono infatti a separare rigorosamente la performance dalla vita privata.
In conclusione, progetti futuri? Come dicevo all’inizio di questa chiacchierata, ora che le immagini precedenti sono state trasferite su un supporto esterno, il ciclo creativo può ricominciare. Al momento non sono in grado di prevedere in che modo si manifesterà né su quale sentiero mi condurrà. Se cioè continuerò a percorrere la strada più battuta dell’evocatore di demoni oppure quella più avventurosa dello scrittore
Agostino Fraccascia