Il 5 ottobre 1962 il mondo della musica cambia per sempre. In Gran Bretagna viene pubblicato il primo 45 giri dei Beatles, Love Me Do, che dà inizio a una parabola ascendente in grado di portare la band di Liverpool nella leggenda. La letteratura in proposito è sconfinata. L’intento di Paolo Borgognone, attraverso un racconto vivido e ricco di aneddoti, è però l’analisi del fenomeno “al contrario”. Non partendo dal primo disco – e quindi dal progressivo riconoscimento globale del gruppo più importante nella storia della musica – ma prendendo quel 45 giri come punto di arrivo, andando a ritroso. Scoprire, cioè, chi sono i Fab Four e chiunque altro ha contribuito a creare il fenomeno della Beatlesmania. Conoscendo meglio le origini di ognuno, il tessuto sociale nel quale i quattro di Liverpool sono nati, come si sono incontrati e quale è stato il terreno comune che ha nutrito la loro crescita personale e musicale, fino a farli diventare quel fenomeno unico di cui ancora oggi – a sessant’anni esatti dal primo disco – si parla e al quale non c’è musicista che non ammetta di essersi, almeno parzialmente, ispirato.
«I Beatles sono la musica. Essi rappresentano un archetipo, un pilastro sul quale si regge tutto ciò che è venuto dopo, ogni ramificazione del fenomeno culturale, politico e di intrattenimento che ruota attorno alle “sette note”. Ma anche oltre».
L’AUTORE
Paolo Borgognone (Roma, 1962). Dopo il liceo classico frequenta la facoltà di Lingue e letterature straniere alla Sapienza di Roma. È giornalista pubblicista dal 1993, traduttore e addetto stampa per un ente pubblico. Per Diarkos ha pubblicato Freddie Mercury. The show must go on (2020), Io, Elvis. La parabola immortale di “The King” (2022) e Martin Luther King. I Have a Dream (2022).
SCHEDA LIBRO
Titolo: Beatles. Il mito dei Fab Four
Autore: Paolo Borgognone
Collana: Ritmi
Formato: 14 x 21 cm
Pagine: 512
Prezzo: 22,00
EAN: 9788836162376
Il libro è in vendita in tutte le librerie italiane e sulle piattaforme online Feltrinelli Mondadori Giunti ed Amazon.
“Beatles – il mito dei Fab Four” è il nuovo libro di Paolo Borgognone, appena edito da Diarkos Editore, una biografia a largo respiro dei quattro musicisti che hanno cambiato il mondo. Abbiamo deciso di farci raccontare direttamente dall’autore qualcosa di più su questa sua nuova opera.
Intervista a cura di Ilaria Solazzo.
ILARIA: Perché un altro libro sui Beatles?
PAOLO: È la domanda che pongo anche io all’inizio del testo. E la risposta sta nell’incredibile successo che la band di Liverpool ha avuto in passato ma che non conosce rallentamenti neanche oggi. I Beatles sono ancora il gruppo musicale che ha venduto più dischi nella storia della musica. E, soprattutto, il lascito al mondo, anche a distanza di oltre cinquanta anni dallo scioglimento, è attualissimo e fondamentale per capire la direzione presa dall’intero settore dell’industria delle sette note. Sentire tanti giovani, come racconto nell’introduzione, che ancora oggi si avvicinano alla musica suonando le loro canzoni ci restituisce la cifra della loro grandezza.
ILARIA: Quali sono, a tuo avviso, i punti di forza della vicenda musicale dei Fab Four?
PAOLO: Certamente la spinta rivoluzionaria delle novità che hanno introdotto. Quasi tutto quello che oggi gli appassionati di musica danno per scontato – compresi i tanti “scandali”, che poi tali non sono – sono stati per certi versi preconizzati dalla carriera di John, Paul, George e Ringo. Non a caso dischi come “Sgt Pepper’s Lonely Heart Club Band” sono considerati – a distanza di tanti anni – semplicemente i migliori.
ILARIA: Parlaci, allora, di come hanno cominciato…
PAOLO: L’avvio della carriera dei Beatles non è stato diverso da quello di decine di altre band. Sono ragazzi giovanissimi che si incontrano, scoprono di avere gusti musicali affini (nel loro caso si parte dallo Skiffle, la versione British del rock and roll, per poi evolvere verso sonorità più contemporanee) e decidono di mettersi insieme. Ognuno porta le proprie capacità, l’esperienza accumulata e le doti sviluppate. Poi serve molto altro: talento, fortuna, magia, il presentarsi di condizioni favorevoli. Alla fine, può accadere, come in questo caso, il “miracolo”.
ILARIA: Un successo fulmineo…
PAOLO: Sì. Il mondo era evidentemente pronto per quello che stava per succedere. In fondo il fenomeno del rock – inteso non solo come musica ma come espressione della voce di un’intera generazione – era nato già da qualche anno e aveva conosciuto, grazie a Elvis Presley in particolare, il proprio momento d’oro. Poi Elvis era stato “normalizzato” – il servizio militare, i film di basso livello – ma tutto questo è stato utile a creare un terreno fertile per l’arrivo dei Beatles che hanno rivoluzionato il mondo. Con le sonorità che proponevano, ma anche con il look e il loro stesso modo di essere: scanzonato, allegro, ma anche profondo e capace di parlare all’anima.
ILARIA: Eppure le critiche non sono mancate…
PAOLO: Soprattutto all’inizio e in particolare in America abbiamo assistito a un vero e proprio tentativo di distruggere la band. Fin dalla prima conferenza stampa a New York nel 1964, c’è stato chi ha remato contro con arroganza e anche violenza. Per fortuna il gruppo era personalmente molto unito e ha saputo fare fronte a questa situazione con ironia e forza. E alla fine i critici sono stati zittiti. Quando sono saliti sul palco dell’Ed Sullivan Show, davanti a una platea tv sterminata, hanno semplicemente stravolto il mondo. È impressionante quanti musicisti abbiano affermato di aver deciso di seguire quella carriera dopo aver assistito allo spettacolo tv di quella sera…
ILARIA: C’è stata comunque un’evoluzione…
PAOLO: In tante interviste i Beatles hanno detto che a un certo punto era necessario cambiare. La Beatlesmania – le ragazze urlanti, l’adorazione dei fan – era divertente ma non andava bene per delle personalità che stavano crescendo e avevano bisogno di esprimere concetti e sensazioni differenti. Non a caso, la loro musica è maturata e con essa anche tutto il pubblico. Anche in questa successiva fase della loro carriera, i Fab Four si sono espressi su livelli eccelsi e hanno esplorato nuove strade, sonorità e significati differenti. E hanno portato con loro tutto il mondo fino al massimo livello, con dischi sempre più straordinari.
ILARIA: Quanto è stata dura la separazione?
PAOLO: Per i fan è stata durissima. Era il crollo di un sogno che aveva fatto crescere almeno un’intera generazione. Ma tutte le cose sono destinate ad avere una fine. Quello che è rimasto è una musica straordinaria e quattro artisti che, anche nel periodo solista, hanno saputo aggiungere così tanto alla storia dell’umanità. Anche a livello personale non è stato facile, ma quello che è rimasto è il rispetto e l’ammirazione reciproci.
ILARIA: E oggi?
PAOLO: Come abbiamo detto all’inizio, c’è tanto dei Beatles anche nella contemporaneità. Sicuramente più di quanto qualche commentatore poco attento voglia ammettere. E poi non dimentichiamo che due di loro, Paul e Ringo, sono attivi e hanno ancora molto da dire attraverso la loro musica.
ILARIA: Ci sarà mai un altro fenomeno come i Beatles?
PAOLO: Verosimilmente no. Questo perché, oltre a essere cambiata in generale la società, anche il mondo ha subito delle trasformazioni che rendono questa storia unica e quasi certamente irripetibile. Il che – a mio avviso – le garantisce ancora più forza.
A cura di Ilaria Solazzo