ieri si è aperto ufficialmente, col consueto taglio del nastro, il prestigioso Salone 2020 Auto e Moto d’epoca di Padova, giunto quest’anno alla sua 37esina edizione. Una grandissima ed ammirevole prova di coraggio in un periodo storico molto difficile a seguito della pandemia da virus cinese Covid-19, che ha messo a repentaglio salute, economie ed equilibri mondiali. Una grande scommessa vinta, a riprova che economia e sicurezza possono coesistere nel rispetto di tutte le normative sanitarie del momento, e con grande soddisfazione degli organizzatori e delle autorità locali.
Come dichiarato infatti da Mario Carlo Baccaglini, patron di Intermeeting; «Siamo riusciti a organizzare una manifestazione di grande qualità nonostante l’emergenza sanitaria..[..]..È stata un’impresa titanica. Nulla era scontato, ma grazie soprattutto agli uomini e donne che hanno lavorato a questo appuntamento, grazie a Fiera di Padova e a tutti gli espositori, al mondo dei ricambi e dei club, siamo riusciti a raccogliere una qualità altissima di prodotto e Padova, ancora una volta, si conferma un appuntamento importante nel mondo dell’auto in Italia e in Europa».
Non a caso, Auto e Moto d’epoca 2020, aperta al pubblico sino a domani 25 ottobre, la più importante manifestazione europea del settore, è riuscita, anche quest’anno, ad offrire ad appassionati e visitatori padiglioni con capolavori del passato e anteprime del futuro, oltre a diverse mostre di grande valore e qualità come “L’ordinario diventa straordinario”, organizzata con Aci Storico nel padiglione 3, con dieci modelli unici, tra cui la D46 che Nuvolari guidò senza volante. In “ L’uomo che ha sconfitto i giganti” si possono ammirare 20 modelli che hanno cambiato la storia dello sport a due ruote provenienti dalla collezione delle Moto dei Miti di Genesio Bevilacqua, mentre nella mostra dedicata ai prototipi ed a bolidi da leggenda “Porsche 30 anni di successi” da Le mans a Daytona con la The Claro Collection, sono raccolti pezzi rarissimi tra cui la Porsche 917 del 1969 guidata da Steve McQueen durante le ricognizioni per il film ‘Le 24 ore di Le Mans’.
Tra le molte chicche, in esposizione anche l’anteprima europea della nuova Mecedes S, la nuova Bentayga –l’innovativo SUV Bentley e molto altre ancora. In anteprima a Padova anche la collezione Morbidelli appena acquisita dall’Automobilismo Storico italiano ( ASI) palcoscenico della presentazione di due nuovi libri dedicati ad icone “moderne” dell’automobilismo italiano come : la Fiat Panda e la Lancia Delta campione del mondo Rally dal 1987 al 1992. Un’edizione quindi, di Auto e Moto d’epoca 2020 davvero speciale ed irrinunciabile per far sognare” con pezzi rarissimi, unici e da collezione. L’elenco sarebbe infinito, ma per menzionarne solo alcuni “capolavori”esposti: il Bisiluro Tarf 1 di Piero Taruffi dalla Collezione del Museo Mauto di Torino, la Fiat “500 spider sport” e la Fiat “1100 E”del 1950 oltre alla Zanussi “1100 sport” del 1949 dalla collezione Museo Nicolis di Verona, la Cisitalia D46 del 1946 – un esemplare unico pilotato dalla leggenda “Tazio Nuvolari” durante la Coppa Brezzi a Torino, e la 750 Sport Internazionale del 1958, una piccola vettura da corsa modenese, realizzata per la 24 ore di Le Mans, dotata di motore Stanguellini e telaio italiani e molto altro ancora. Come affermato da Antonio Santocono, Presidente della Fiera di Padova: «Siamo riusciti a compiere ciò che sembrava impossibile», mentre il vicesindaco Andrea Micalizzi ha rimarcato : «Auto e moto d’epoca è stata una prova di coraggio – ha rimarcato il vicesindaco – Salvare le attività economiche nel rispetto delle normative è possibile. Fiera di Padova deve rimanere centro nevralgico per la città, un suo punto vitale». Per concludere con le parole di Alberto Scuro, Presidente ASI : «In questa situazione d’emergenza mi ha colpito il senso di responsabilità con cui gli appassionati hanno partecipato, determinati a voler mantenere vivo questo mondo di passione. Siamo stati capaci di portare alcuni modelli straordinari come quelli della collezione Morbidelli».
di Daniela Paties Montagner
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