Come si può non scorgere l’enorme femminilità che traspare dai dipinti di Ornella De Rosa in arte Dro, ritratti di volti femminili che esaltano l’espressività e lasciano intravedere le migliaia di emozioni che si celano negli occhi di ogni soggetto. Il talento della De Rosa è un talento innato dove anche l’utilizzo del colore dona esperienza visiva per ogni sfumatura. Donne diverse, ognuna con una storia da raccontare che rimane impressa in ogni singola pennellata. Incontriamo l’artista che ci parla di sé stessa attraverso la sua arte.
Com’è avvenuto il suo incontro con l’arte? Mia madre artista mi ha trasmesso la necessità di esprimere graficamente sogni ed emozioni; la scuola, poi, con una maestra illuminata e sensibile, Maestra Dell’Aglio, che ha compreso e sollecitato questa mia necessità. Dipingere, per me, lungi dall’essere una professione, è un piacere, un’urgenza, un benessere dell’anima. Equilibrio.
Nei suoi dipinti principalmente usa volti di donna, come mai si rivolge prettamente a questo genere? Io, donna, sono consapevole del tumulto interiore che caratterizza la personalità femminile: volubile fragile sensibile, eppure curiosa, rassicurante, generosa e protettiva. Rappresentare questa molteplicità di sentimenti e stati d’animo è il mio omaggio alla universalità della donna: inizio e fine del mondo, inteso come obiettivo, ragion d’essere.
I volti che dipinge sono donne reali oppure sono visi di fantasia? Volti amati o sconosciuti. Spesso, nelle persone che incontro, vedo espresse luci ed ombre, che io trasmetto su tela. I miei volti sono perciò quotidianità idealizzata. Qualcuna troverà il proprio ritratto, mia figlia e spesso alcune sue amiche; tutte troveranno i propri sogni.
Ha mai realizzato tele con visi o corpi maschili? Uomo e donna, due universi vicini, a volte sconosciuti tra loro, eppure attratti magneticamente dalla diversità stessa che li caratterizza. Per me una sfida ulteriore, una prova ardua, per capire la personalità semplice e complessa del maschio, al di là dei luoghi comuni, scorciatoie per avere risposte facili ed accomodanti. Ho cominciato da poco ad inoltrarmi in questa sconosciuta prateria, cercando rappresentazioni non banali o scontate. “Icaro, ritratto di pilota” ad esempio, rappresenta insieme determinazione, solitaria riflessione, volontà nel superare i propri limiti; con delicatezza e sensibilità, lungi dalle scontate rappresentazioni che vogliono il maschio volitivo e vuoto. Ho cercato, ho trovato il punto di incontro tra il mondo maschile e quello femminile. Appassionatamente.
Come nascono i suoi dipinti? Risposta facile: da una emozione vissuta, che urla dentro finché non diventa altro da me su tela, acquistando vita autonoma. Una gestazione veloce, un parto laborioso.
Quale artista del passato è la sua fonte di ispirazione? Ho sempre amato chi ha trasmesso emozioni su tela, meglio se con nitide figure. Ho sviluppato una mia personale cifra espressiva, in cui troverai necessariamente echi e citazioni da chi ci ha preceduto.
Le sue tele ricordano quelli di Tamara de Lempicka, cosa può dirci a riguardo? Tamara, Certo, ma non solo. Il mio percorso artistico mi ha condotto a degli esiti espressivi che possono evocare questo o quell’artista. Non è una condizione voluta o ricercata. C’è anche chi riesce a cogliere “solitudini hopperiane” nei miei lavori. O vicinanza a certe scene d’interni di Felice Casorati.
Ci può raccontare quali sono i progetti, se ce ne sono, per il futuro? Se ce ne sono, mi chiede? Non mi sento certo “arrivata”; mi considero anzi all’inizio di una sempre più consapevole maturità espressiva: cercare affinità e diversità tra femminile e maschile, alla ricerca della universalità dei sentimenti: un discreto impegno, direi… Mi sto accostando anche a nuove forme espressive, quali la scultura; sto frequentando il corso triennale di tecnica scultorea del prof Cesare Monaco; io, docente ai corsi di disegno, divento allieva. Per concludere direi: Passione, Umiltà, avidità di conoscenza, curiosità, urgenza espressiva…le caratteristiche che meglio mi rappresentano, unite ad uno sconfinato amore per ogni forma d’arte e di bellezza.
Agostino Fraccascia