Vito Lo Re, si è dedicato allo studio della composizione, musica corale, direzione di coro ed eseguito decine di musiche di scena per alcune compagnie teatrali, documentari e televisione. Unendo la sua grande passione per la musica al cinema, ha realizzato numerose opere musicali cinematografiche. Una lunga carriera musicale, che va oltre la musica sinfonica e operistica includendo anche collaborazioni con grandi nomi del panorama pop rock italiano ed estero come Gilberto Gil, Massimo Ranieri, Mario Biondi, Max Gazzè e Amii Stewart.
L’arte di Vito Lo Re lo ha reso un musicista poliedrico capace di spaziare dalla lirica all’arrangiamento pop, al metal sinfonico ai programmi televisivi, senza dimenticare la sua principale passione: il cinema.
Conosciamolo meglio…
Come nasce la sua passione per la musica? Mio nonno era un importante concertista di tromba e tre miei cugini sono musicisti professionisti; nella mia famiglia quindi la musica è stata sempre stata molto presente. Sono partito dallo studio della chitarra classica, poi della composizione finché all’università ho deciso che la musica sarebbe stata la mia professione e appena laureato mi ci sono dedicato anima e corpo. Alterna l’attività di direttore d’orchestra con quella di compositore.
Dovendo scegliere, quale preferisce? Nasco come compositore e benché per oltre 10 anni abbia svolto esclusivamente la professione di direttore d’orchestra, mi sono sempre considerato un compositore prestato alla direzione piuttosto che un direttore puro. La direzione d’orchestra mi ha permesso di girare il mondo e di conoscere l’adrenalina che solo un concerto live ti può dare, ma per me comporre è un procedimento naturale e non credo potrei mai rinunciarvi.
Ha dei modelli a cui si ispira per fare musica? Chi scrive musica per film credo non possa prescindere da mostri sacri come Morricone, Williams o Goldsmith. L’importante è trovare una propria strada personale e fare questo lavoro con grande onestà e serietà professionale. Oltre che in Italia, ha avuto modo di lavorare anche all’estero.
Ha trovato delle differenze? Certo che ci sono differenze, ma alcune afferiscono più a dei pregiudizi e preconcetti piuttosto che alla situazione reale. Tendiamo sempre a guardare l’erba del vicino e a ritenere che sia più verde della nostra. In realtà la percezione che abbiamo del nostro mondo lavorativo è direttamente proporzionale a quanto le cose ci girano bene o meno. Ecco quindi se non siamo soddisfatti partiamo con “Eh, però in Francia…”.
Fra tutte le composizioni scritte fino ad oggi, ne ha qualcuna che in qualche modo le è più cara? Amo tutte le mie composizioni ma è chiaro che quelle che ti hanno dato più soddisfazioni hanno un posto speciale. Amo particolarmente la colonna sonora che ho scritto per il primo film di Donato: “La ragazza nella nebbia”.
E’ uscito da non molto il singolo “La mia queen”, canzone originale del film “Io sono l’abisso” di Donato Carrisi. Il pezzo è da lei co-scritto con Fabrizio Campanelli e Fabio Riccio e co-prodotto con Campanelli. Cosa ha rappresentato per lei questo film, di cui lei ha scritto anche l’intera colonna sonora? E come definirebbe il suo rapporto di lunga conoscenza con Donato Carrisi? Questa canzone è nata dall’esigenza di portare dentro alla colonna sonora di “Io sono l’abisso” – che è molto rarefatta ed intimista – un elemento di contrasto, che si staccasse e potesse vivere anche di vita propria fuori dal film. Mi è sembrato quindi che il linguaggio rap-pop potesse ben raccontare questa mia esigenza e darle voce nella giusta maniera. La conoscenza con Donato Carrisi decisamente dura da tanto tempo; siamo partiti calcando le assi dello stesso palcoscenico teatrale e poi la nostra collaborazione si è evoluta in tanti altri generi: canzoni, musical, radio, televisione e cinema. E’ una collaborazione in cui cerchiamo di non far mai entrare la nostra amicizia; se quindi ciò che ha fatto l’altro non ci piace o vi troviamo dei difetti, siamo i primi censori e i primi feroci e implacabili critici, perché solo così si cresce e si migliora.
Molto presto sarà in commercio un CD Audio a cui lei tiene tanto: di che si tratta? E’ il CD che contiene due colonne sonore a cui sono in effetti molto, molto legato: “La ragazza nella nebbia”, uscita nel 2017, di cui stavo ancora aspettando la release fisica, ed “Io sono l’abisso” del 2022. Sono due lavori che siamo riusciti a far stare su un unico CD e che rappresentano due stili diversi: più orchestrale e melodico il primo; più intimistico il secondo.
In conclusione: un anno è appena terminato e quello nuovo è appena iniziato. Cosa si augura per il 2023? Lo scorso anno per me si è concluso bene, con il successo di un grosso progetto realizzato con Gilberto Gil che ha debuttato a Radio France. Stiamo parlando di poco più di un mese fa. Per quanto riguarda l’anno appena iniziato, mi auguro un lusso raro, oggi: continuare a lavorare su progetti stimolanti perché la fine di questo mestiere è la ripetitività, secondo me.
Eleonora Francescucci