di Alberto Zei
La verde emancipazione – L’ intera militanza – più o meno pappagallescamente addestrata per divulgare il “verbo” – si identifica sempre più con la verde massa di questa sorta di missionari del benessere naturale che si sono assunti il compito di divulgare informazioni catastrofiche per il bene dell’ umanità.
Non c’è pausa per coloro che compiono una missione di tale levatura, neppure in un tempo di crisi come l’ attuale. Infatti, dopo aver interferito in Italia sotto ogni verde pretesto, fino a determinare, dopo la soppressione della fonte di energia nucleare, un consequenziale aumento del costo dell’ energia, tra i più alti del mondo
e dopo aver trasformato le comunicazioni veloci in un utopia rispetto alla realtà degli altri Paesi europei, ora si mobilitano contro le fonti di energia fossile di casa nostra. Questa volta si tratta di impedire ogni trivellazione in mare aperto con la richiesta referendaria di chiudere anche le fonti energetiche già in funzione. In tal modo il nostro Paese sarà costretto ad ulteriori approvvigionamenti al prezzo imposto dal mercato, mentre potremmo estrarre il carburante direttamente in Italia e ad un costo più basso. Da tempo gli “amici” della Terra si stanno dedicando ad un’altra missione, cercando di bloccare la coltivazione delle messi rese biologicamente rigogliose e feconde e che, a causa della sovrabbondanza dei raccolti, potrebbero apportare alla comunità inaspettati benefici alimentari e commerciali.
Piattaforme da smantellare
Non solo, ma la verde saggezza che anima l’ iniziativa sostiene che la genuinità degli alimenti verrebbe compromessa da una manipolazione genetica che va a forzare la produzione spontanea e
tradizionale dei vegetali e che si presenta quanto mai pericolosa per la salute non solo degli uomini ma anche degli animali.
Spighe di riso dorato
Il pericolo del riso – Un esempio meritevole di considerazione per lo sterminato numero delle potenziali vittime, riguarda l’ alimentazione con riso tradizionale privo di vitamina A, coltivato allo stato naturale e che causa, soprattutto in Asia, gravissime patologie, in particolare la cecità, prima ancora della morte. Non si tratta di un fatto marginale in quanto più di un miliardo di persone nel mondo, che si nutrono quasi esclusivamente di riso, sono le potenziali vittime designate di questo gravissimo deficit alimentare. Ed è proprio questo “quasi esclusivamente”, il problema. Basterebbe introdurre nella coltivazione il riso geneticamente modificato e ogni male sarebbe risolto. Infatti il riso OGM, denominato Golden a differenza di quello naturale, contiene una sufficiente dose di beta-carotene, precursore della vitamina A, la cui presenza debella alla radice la causa di questa gravissima patologia. Ma la realtà purtroppo è un’altra perché fino adesso, con qualche eccezione nelle Filippine, introdurre un riso OGM in luogo di quello locale non è ancora concepibile.
Il riso non si tocca, da un lato, perché l’ eccessivo raccolto agricolo migliorato con gli OGM renderebbe economicamente meno competitiva la produzione del riso tradizionale; dall’altro, perché il riso dorato che noi stessi mangiamo, farebbe insorgere in quelle medesime popolazioni – in luogo della condanna a morte per l’uso del loro riso naturale – il rischio di malattie degenerative.
Miglioreranno le cose un giorno, e, quando, ? Viene in mente un vecchio premiatissimo film dal titolo “Da qui all’ eternità”.