di Alberto Zei
Le solite ostilità – In tutti questi anni la tensione sugli OGM tra gli schieramenti avversi, non si dimostra diminuita; anzi, a quanto risulta è addirittura aumentata soprattutto da parte dei cosiddetti ambientalisti. Questi infatti, ad ogni buona occasione, riaccendono con picchi di ostilità forse un po’ eccessiva, la polemica sui danni indotti alla salute dal consumo di prodotti geneticamente modificati. La risposta della parte avversa dopo aver contestato le accuse sollevate è quella della miglior resa di raccolto dei generi trattati nel loro DNA e quindi della loro qualità ed economicità produttiva. Il dibattito è fortemente acceso a livello nazionale e internazionale; dibattito riguardante la protezione dell’ambiente e per quanto più dovrebbe interessare, quello della salute. Resterebbe poi da vedere quanto i cosiddetti prodotti naturali siano un toccasana, per non incorrere in intossicazioni e malattie E’ sempre stato acceso il dibattito sugli organismi geneticamente modificati, ovvero, gli OGM attraverso biotecnologie agroalimentari. In tutti questi anni la tensione tra gli schieramenti avversi, non è certo diminuita, soprattutto da parte dei cosiddetti ambientalisti. Questi infatti, ad ogni buona occasione, riaccendono con picchi di ostilità forse un po’ eccessiva, la polemica sui danni indotti alla salute dal consumo di prodotti geneticamente modificati. La risposta della parte avversa dopo aver contestato le accuse sollevate è quella della miglior resa di raccolto dei generi trattati nel loro DNA e quindi della loro qualità ed economicità produttiva. Il dibattito è fortemente acceso a livello nazionale e internazionale; dibattito riguardante la protezione dell’ambiente e per quanto più dovrebbe interessare, quello della salute. Resterebbe poi da vedere quanto i cosiddetti prodotti naturali siano un toccasana, per non incorrere in intossicazioni e malattie. Oltre a questo vi sono anche altre implicazioni economiche e sociali oggetto di contestazioni dei rispettivi sostenitori su quanto gli OGM possono rappresentare a vantaggio o a danno dell’intera filiera produttiva, fino all’utenza.
Anche in questo particolare momento di crisi economica generalizzata, l’impostazione della ideologia ecologica dedicata al cosiddetto miglioramento dello stato di salute del genere umano, pontifica i propri intendimenti sull’argomento con istruzioni e divieti. Si tratta da una parte, dei vantaggi che tutti noi avremmo ricorrendo ad una agricoltura basata sui vecchi e consolidati principi del passato, senza cioè, quegli espedienti attuali che compromettono i valori qualitativi dei frutti della terra destinati all’ alimentazione; mentre dall’ altra, si contesta il pericolo rappresentato da prodotti artefatti, vere e proprie minacce alla
salute e alla vita degli esseri viventi. Il miglioramento qualitativo rispetto all’attuale standard dei prodotti greggi, coltivati sulle indicazioni dei più agguerriti gruppi ecologisti, raggiungerebbe un risultato insperato a vantaggio del resto dell’umanità che non ha ancora ben compreso la saggezza che viene esternata da questi benefattori della terra.
Divieto di produzione ma non di consumo – La politica di inibizione che l’ ideologia ecologica dei più facinorosi assertori del ritorno ai vecchi metodi, è riuscita ad imporre al nostro Paese in agricoltura, si concretizza con il divieto di coltivazione OGM. Questo fatto però, impedisce soltanto alle famiglie e alle industrie alimentari italiane di approvvigionarsi a basso costo di beni di prima necessità in quanto il divieto che vige per la coltivazione OGM non si estende a chi importa dai mercati esteri in Italia questi prodotti e i loro derivati. Si tratta, come detto, di prodotti agricoli o di materie prime ricavate dagli OGM per le industrie alimentari che () vengono acquistati sui mercati internazionali ma con costi supplementari a grave discapito oltre che delle famiglie e dei consumatori, anche della bilancia dei pagamenti con l’ estero.
Il damping dei produttori – In merito allo sfruttamento dei benefici di un’agricoltura tecnologica e moderna che si avvale di elaborazioni genetiche migliorative per prodotti alimentari, la politica agricola del nostro Paese ha impedito, la coltura di OGM. Ciò è avvenuto malgrado la sua capacità tecnologica industriale che avrebbe sicuramente eccelso in questo settore. Nella realtà di mercato, la filiera di prodotti della terra coltivati in maniera tradizionale che raggiunge le piazze interne ed estere soccombe di fronte alla concorrenza economica degli OGM, migliorati son solo in qualità anche nell’ aspetto e nella resa. A questo punto solo il prezzo, in certe circostanze offerto in damping, può ristabilire la concorrenza. Non sempre però le cose vanno in questo modo; talvolta accade di peggio, soprattutto per i produttori italiani che non di rado preferiscono rinunciare alla vendita del raccolto anziché svenderlo a beneficio degli intermediari di mercato.
Ostilità preconcetta – La politica soprattutto della filiera agricola che impera a tutt’oggi in Italia, ha relegato il nostro Paese, secondo la classifica redatta del FMI, agli ultimi posti della classifica mondiale dello sviluppo agricolo. .I nostri ecologi che ideologicamente si contrappongono ad ogni possibilità di usufruire del beneficio alimentare, economico ma anche ecologico, non perdono invece, l’occasione per manifestare la loro ostilità preconcetta verso questo genere di miglioramento sociale che la coltivazione di OGM rappresenterebbe per la nostra economia. L’Italia, infatti, non può coltivare OGM perché osteggiata in larga misura da diversi fronti politici; ma può invece, paradossalmente importare questa qualità di prodotti. Ciò è un assurdo, in quanto l’eventuale danno alla salute non si concretizzerebbe con la coltivazione, casomai con la consumazione del prodotto.
L’ economia agricola in Italia – L’avversione agli OGM da parte di gruppi di “profeti di sciagura” organizzati e sostenuti da interessi di nicchia, ha contribuito e continua ad aggravare la crisi che colpisce anche la più stabile risorsa italiana, ovvero, l’agricoltura che esprime una sensibile percentuale dell’ intero PIL. Si tratta di un’enormità; si tratta del sacrificio riguardante una grande risorsa economica che l’Italia è costretta a subire per volontà di sparute ma agguerrite presenze che ingeriscono pesantemente nell’ economia del nostro Paese. Se poi non bastasse, si deve riscontrare che la paventata pericolosità dei OGM per la salute del genere umano, non è imputabile a questo tipo di prodotti ma piuttosto a quegli alimenti naturali che vengono usati per la nutrizione quantitativa delle popolazioni che ne ignorano la pericolosità. Esemplificazioni di questo genere di cose ve ne sono a iosa; come il riso asiatico, ma non solo, che contrariamente a quello giallo ingegneristicamente arricchito di vitamine, è causa di morti, immunodeficienze, ritardi allo sviluppo scheletrico e tanta sofferenza al genere umano. Mentre schierati dall’ altra parte delle barricate, i verdi ecologisti si oppongo al cambiamento boicottando la coltivazione degli OGM anche quando questa è rivolta a fini umanitari. Da qui si può facilmente comprendere quale sia il danno assurdo che la totalità della popolazione subisce per volontà di pochi.
Il pericolo dei prodotti naturali – Anche senza riferimento alla fam
e nel mondo, a casa nostra, soprattutto nel Veneto dove i ceti sociali meno abbienti da secoli si nutrono in larga misura di prodotti alimentari a base di mais, si riscontrano percentuali sensibili di patologie alla tiroide con una morbilità di oltre 10% della popolazione. Recentemente da un metodico e approfondito studio condotto dal Prof. Veronesi sull’insorgenza di malattie, soprattutto degenerative (ma non solo) alla tiroide, è risultato che queste sono imputabili ad un insetto che produce sostanze tossiche denominate aflatossine e micotossine che sono cancerogene. Queste sostanze si sviluppano all’interno di gallerie da questo scavate nei chicchi del granturco naturale del quale predilige nutrirsi, in quanto quello OGM risulta incompatibile per la sua alimentazione. Da questa semplice affermazione sulla base di un lunghissimo serio meticoloso, impegnativo e coscienzioso lavoro da parte di un medico oncologo, Prof. Veronesi, conosciuto per la sua professionalità in Italia quanto all’estero, sì può ben comprendere l’importanza di una scoperta di tale natura. La patologia tumorale alla tiroide, beninteso non attribuibile esclusivamente alle aflatossine o micotossine è comunque responsabile di percentuali significative che nel Veneto, rientrano, come detto, in quel 10% dell’intero contesto demografico. Tutti possono ora, avvalersi di questa rivelazione preziosa tanto per i cittadini, quanto per le casse del Servizio Sanitario Nazionale a fronte dell’ assistenza finora prestata per questo tipo di malattie.
L’interpretazione “autentica” – Le cose però non finiscono qui, in quanto la rivelazione del Prof. Veronesi è stata, diremmo, ovviamente, contestata da parte di coloro che sono nella leadership della conoscenza e nel “verbo” dell’ approfondimento professionale. Si è ricorso, infatti, con la prevedibile solerzia ad un responso contrario alla scoperta del professore Veronesi; responso che invece, avrebbe tranquillizzato la popolazione da questa sorta di terrorismo ecologico sull’ insorgenza di malattie alla tiroide imputabili al mais naturale. Queste malattie, infatti, non sarebbero attribuibili all’alimentazione di un prodotto della terra, puro come il granturco naturale ma piuttosto, alla statistica generalizzata tra la popolazione, delle stesse patologie che nulla però, hanno a che vedere con quanto era stato asserito. Si è incaricato di ottenere affermazioni tranquillizzanti di questo tenore, un personaggio abbastanza conosciuto quando, anche in rappresentanza nella passata appartenenza all’espressione politica verde, appariva sovente alla televisione, soprattutto su Rai 3. Per chi ancor lo ricorda, si distingueva non soltanto per la ricchezza delle proprie idee ma par la temperanza delle sue stesse affermazioni. Si tratta dell’ emerito On Capanna, che alla luce della sua saggezza derivata forse da una laurea in filosofia, ha ritenuto poco verosimili i riscontri clinici dell’ oncologo Prof. Veronesi, sulle patologie indotte dal mais. Per questa ragione, a fronte dei propri convincimenti ha ottenuto in risposta dal Consiglio Superiore di Sanità, interrogato in merito dal Ministro della Salute, a cui lo stesso Capanna si era rivolto, che nessun rischio tumori sussiste per il consumo del granturco naturale.
E così, con la consueta italica maniera di cambiare tutto affinché ogni cosa resti come prima, il nemico da battere rimane l’OGM.