Oggi il multiculturalismo nella sanità è la chiave della cooperazione tra i professionisti della salute italiani e d’ origine straniera, per abbattere la paura e l’ignoranza attraverso l’informazione e la conoscenza, ma anche per trovare soluzioni concrete, su ambo le sponde del Mediterraneo, ai problemi legati all’ immigrazione. Gli ultimi sviluppi del lavoro dell’ Associazione Medici Origine Straniera in Italia (AMSI) e della Confederazione Internazionale Unione Medica Euro Mediterranea – UMEM hanno portato alla redazione d’ un manifesto “Sanità e multiculturalismo nell’immigrazione”, che sarà presentato ufficialmente al pubblico il 17 giugno.
Proprio nei primi giorni del mese del digiuno dei musulmani, o Ramadan (che ha avuto inizio la sera di venerdì 26 maggio), i medici di AMSI e UMEM rivolgono una serie di raccomandazioni ai pazienti di religione islamica; e avanzano le loro proposte per la stesura del Manifesto.
“Raccomandiamo ai pazienti a rischio, chiunque abbia problemi cardiovascolari, tumori, malattie del sistema immunitario, diabete, alle donne in gravidanza e agli anziani di esentarsi dal digiuno, come del resto raccomanda la stessa religione islamica”: lo dichiara il Prof. Foad Aodi fondatore di AMSI e UMEM, e membro della commissione Salute globale della FNOMCeO. “Abbiamo chiesto, poi, a tutti i colleghi aderenti alle nostre realtà, di fornirci il loro contributo per redarre un Manifesto, con una ricerca internazionale che produca, in sostanza, un libro aperto su Sanità e immigrazione, insieme ai maggiori esperti del settore: evidenziando i rapporti tra medicina, cultura e religione”.
Massimo Sabatini, medico, nel Consiglio Direttivo della FIMMG-Lazio e Portavoce di UMEM, riporta il messaggio dei medici di famiglia della FIMMG-Lazio in occasione del Ramadan: “Rispetto profondo delle singole tradizioni, tenendo però conto della salute della persona: che è bene prezioso e diritto inalienabile d’ ogni essere umano, e prescinde dalla cultura e dal credo religioso. I popoli devono impegnarsi affinché le differenze non siano un ostacolo al miglioramento dei livelli di salute: proteggendo con ogni mezzo le categorie più fragili come i bambini, gli anziani e i portatori di disabilita’ “. “Il concetto di salute è molto importante in rapporto al Ramadan”, aggiunge Sergio Leotta, già primario diabetologo al l’Ospedale “Sandro Pertini” di Roma, membro dell’ufficio di Presidenza AMSI e socio fondatore di UMEM: “io che mi occupo di diabete, ad esempio, devo informare in modo corretto le persone diabetiche che sostengono il digiuno. Devono saper utilizzare i farmaci, sia iniettivi che assunti oralmente, in modo da non alterare l’equilibrio glicemico dell’organismo, che resta a digiuno per tante ore. Così facendo, possono autogestire il diabete ottimamente, rafforzando il nesso tra religione e salute”.
“Parlare di salute- sottolinea Suzanne Diku, membro dell’Ufficio di Presidenza AMSI e ginecologa presso l’INMP – significa parlare di equità e di diritti coinvolgendo più attori: la persona, la conoscenza e il governo del bene comune (ambienti, clima e così via). L’operatore sanitario deve essere consapevole che ognuno di noi è portatore d’informazione, senza la quale non c’è medicina. La medicina in un certo senso è narrativa. Così, il medico del 2017 deve conoscere caratteristiche e bisogni delle popolazioni presenti nel territorio, adoperandosi per portare le soluzioni più appropriate nelle ricorrenze religiose, come appunto quella del Ramadan. La cultura, la religione sono fattori determinanti per la salute”. Modello ideale per i medici del Duemila, aggiungiamo, non può essere, allora, che il Dottor Albert Schweitzer (1875-1965), che col suo pluridecennale impegno in Gabon testimoniò personalmente l’attuazione di questi princìpi.
AMSI, UMEM e il movimento internazionale “UNITI PER UNIRE” rinnovano poi il loro invito a tutti i professionisti della Sanità interessati al prossimo Congresso AMSI, sabato 17 giugno a Roma (dalle ore 9.00 presso la Clinica “Ars Medica” in Via Ferrero di Cambiano), che prevede erogazione dei crediti ECM. In quest’occasione, mentre professionisti internazionali della salute si confronteranno con le loro relazioni, sarà presentato ufficialmente il “Manifesto” che dicevamo, aggiornato ai nostri tempi: che punta a intensificare la prevenzione e a combattere fobie e paure ricorrenti su immigrati e malattie.
Fabrizio Federici