di Alberto Zei
Libertà e dovere sociale – Questo aspetto della pubblica sanità riguarda soprattutto i genitori che decidono nell’interesse dei figli di sottoporre quest’ultimi a determinate cure in alternativa con
altre, ma non certo sottraendoli al loro diritto alla salute, come a quello della vaccinazione obbligatoria.
Vi sono infatti, nel caso della vaccinazione che qui interessa, situazioni di borderline in cui la condizione di salute – malattia non è così ben definita.
La stragrande maggioranza delle famiglie italiane si avvale del beneficio che lo Stato mette a disposizione. È così che le più temibili epidemie che del passato, affliggevano il contesto sociale, sono state pressoché interamente debellate, proprio in virtù di una intelligente campagna vaccinatoria.
Tra questi si ricordano la terribile poliomielite che rendeva un inferno la vita di chi sopravviveva e dei propri familiari per le sofferenze che questa malattia comportava nel corso restante della vita. Il vaiolo: il morbo
spesso mortale e devastante dell’armonia del corpo; ma anche altre patologie più lievi, come il morbillo, la varicella, la rosolia, il tifo , capaci però di comportare complicazioni anche gravi; la tubercolosi ed altre ancora. Mentre alcune vaccinazioni sono facoltative secondo le leggi dello Stato, altre sono invece, obbligatore al fine di evitare i gravi danni che le sottostanti malattie comportano una volta instaurate.
La ricomparsa di alcune temibili patologie – In questi ultimi tempi alcune patologie che ritenevamo praticamente estirpate dal nostro Paese, sono ricomparse con i grandi flussi migratori che arrivano in Italia da altri continenti. Il ricorso attuale alla vaccinazione non è dunque un’alternativa allo stato di salute ma una vera e propria necessità per prevenire l’ emergenza delle affezioni conclamate, ora di una malattia, ora di altre.
La recente polemica prima individuale e poi finanche estesa alla ribalta mediatica della carta stampata e in tv da parte di certe rappresentanze politiche o enti amministrativi, come la nota presa di posizione del Governatore del Veneto, ha fatto allarmare la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica che assiste impotente ad argomentazioni senza costrutto. Si assiste infatti, alla ideologica pretesa di “libertà” da parte di coloro che si sottraggono alla necessità di sottoporre se stessi e i propri figli alle vaccinazioni che lo Stato come detto, offre gratuitamente a tutti i cittadini. Qualcuno afferma che le persone non vaccinate rappresentano un pericolo per tutti a causa della loro vulnerabilità alla malattia dalla quale non sono protetti.
Si dice che questo non è esattamente vero perché la protezione degli altri, vaccinati, impedisce a quest’ultimi di contrarre i contagi. Ma se così è in linea generale, va precisato che alcune persone meno immunizzate dal vaccino, trovandosi in presenza di portatori non vaccinati, possono acquisire da questi l’agente patogeno che genera la malattia.
Ma il danno che i non vaccinati arrecano alla società, per il quale dovrebbero render conto, è quello grave o gravissimo nei confronti di quei bambini che per la loro tenera età non possono ancora essere sottoposti a vaccino, e che pertanto esprimono la maglia più debole della catena immunitaria.
In tutti i casi dunque, i non vaccinati rappresentano un pericolo per tutti, oltre naturalmente, che per loro stessi.
Nessuna regola senza eccezione – L’opposizione ideologica alla campagna di vaccinazione da parte di coloro che rifiutano quest’obbligo, sarebbe basata sul presupposto che la somministrazione dei vaccini potrebbe portare (come estrema eccezione percentuale), l’insorgenza di complicazioni patologiche che diversamente non avrebbero luogo.
Anche questo può essere vero come paradosso, così come sono vere le eccezioni che confermano la regola. Non esiste infatti, alcuna azione della nostra quotidianità e del nostro intraprendere, senza quelle eccezioni circa il risultato atteso che ritroviamo, sia in tutti i campi dell’attività umana, sia nelle stesse leggi fisiche della natura.. Ogni esemplificazione sarebbe superflua; ma se non vi fossero leggi e regole giuda da seguire in questo mondo e nell’universo in cui viviamo, regnerebbe il caos e tutto si sarebbe estinto da data immemorabile. Per difendersi dagli aspetti ostili della natura e quindi, anche dalle malattie, sono le regole che dobbiamo seguire e non le eccezioni che dobbi amo temere.
Certo se non crediamo neppure a questo, allora possiamo fare come quel rappresentante della Chiesa che Manzoni cita nei promessi sposi, ilquale
pensava a quei tempi, siamo intorno al 1630, che la peste che di per sé non dava alcun segno tangibile del suo contagio e che quindi era una soltanto una impostazione mentale. Forte di queste ragioni andò tra gli appestati e morì di peste.
I doveri della convivenza – La prima domanda che molti si pongono è come possa essere consentito sottrarsi dal dovere civico delle vaccinazioni a fronte del rischio del loro contagio ad altri. E’ pur vero che si tratta di una condizione probabilistica, e quindi non immediatamente dimostrabile che un eventuale contagio sia imputabile a questo tipo di elusione ma è altrettanto vero che non è facile trovare una giustificazione logica a favore di una scelta
così apparentemente personale, quando le conseguenze sulla Pubblica sanità porterebbero, pur con una percentuale limitata, avere le caratteristiche del contagio.
C’è però un’altra condizione a cui è attribuibile direttamente la perdita della salute da parte di coloro che rifiutano il vaccino. Si tratta del danno nei confronti di loro stessi che con la loro temerarietà subiscono, cadendo poi in quella stessa patologia che in un modo o nell’ altro hanno colpevolmente sottovalutato.
La qual cosa determina un urgente ricovero per tutte le ragioni prima elencate, e, per le azioni quantunque tardive di tentare in extremis, di debellare la malattia di coloro che sono stati contagiati. Ecco che a questo punto è possibile arrivare a conclusione della casistica che abbiamo preso in esame.
In uno Stato di diritto – Vediamo prima di ogni altra cosa che il danno causato dalla volontarietà di un atteggiamento di questo genere, non può essere attribuito alla forza maggiore
della malattia ma alle stesse persone che lo hanno determinato. Pertanto, se da una parte non potrà essere provata diretta responsabilità dei loro contagi alla popolazione, dall’ altra invece, è sicuramente dimostrata che le loro malattie sono state contratte per conseguenza della mancata vaccinazione.
Ma dopo,……dopo..…….. a patologia conclamata, ecco che questi, a non prescindere dal possibile ulteriore contagio, debbono essere ricoverati con le relative precauzioni, per essere opportunamente curati a spese della Pubblica Sanità.
A questo punto sorge la successiva domanda a cui non è così difficile dare una risposta.
È giusto che sia lo Stato e quindi i contribuenti a far fronte alle spese ospedaliere derivanti dalla conseguenza del rifiuto della vaccinazione? Questa è la domanda. È la risposta sembra proprio essere: No! Non è giusto. Non è giusto perché è lo Stato, dopo aver preso cura anche di questi ostinati contrari cittadini alle vaccinazioni, che dovrebbe provvedere al relativo recupero delle spese sostenute, nonché ………….ad una illuminante sanzione amministrativa che potrebbe dissuadere nel futuro comportamenti così poco responsabili nei confronti del contesto sociale a cui noi tutti apparteniamo.
In questo modo sarebbe possibile riavvicinare i doveri dei singoli cittadini che ritengono di comportarsi in dispregio degli interessi degli altri e al senso dello Stato a cui noi tutti quanti apparteniamo, prima di essere liquefatti nell’ attuale “buonismo” ………….……e, in nome di chi?