S’ è svolto a Roma, presso la clinica “Ars medica”, il II Convegno del XVIII corso di aggiornamento internazionale e interdisciplinare dell’Associazione Medici d’ Origine Straniera in Italia (AMSI) che dal 2000 in poi, ha organizzato più di 550 convegni d’aggiornamento professionale in chiave sempre internazionale ed estesi a tutti gli operatori della Sanità (medici, odontoiatri, farmacisti, psicologi, infermieri, fisioterapisti, podologi ecc…).”Urgenza in cardiologia e medicina sportiva. Diagnosi, cura e riabilitazione”: questo il tema del corso, che ha visto la partecipazione di 130 professionisti internazionali della sanità, provenienti un po’ da tutto il mondo: riunitisi all’insegna delle parole-chiave efficienza, responsabilità, meritocrazia, innovazione, dialogo coi cittadini. “Un corso – precisa il Prof. Foad Aodi, presidente di AMSI – patrocinato da BTL ITALIA, dalla Confederazione internazionale Unione Medica Euromediterranea (UMEM) e dal Movimento internazionale “Uniti per Unire”.
In apertura,Vittorio Lussana, giornalista direttore delle testate d’approfondimento “Periodico Italiano Magazine” e “Laici.it”, ha illustrato i punti salienti del Manifesto “Sanità e multiculturalismo”, lanciato recentemente da AMSI, UMEM,”Uniti per Unire” (movimento transculturale, internazionale, interprofessionale, con più di 1000 associazioni aderenti): diritto alla salute universale, istruzione obbligatoria, anche per i minori immigrati, maggior prevenzione nelle scuole, no alle cure “fai da te” e alle pratiche mortificanti la persona ( come l’infibulazione), sì a una legge Europea sull’immigrazione, e a un’ adeguata programmazione sia dell’ingresso in Italia dei professionisti della sanità stranieri che del flusso di nostri operatori verso Paesi richiedenti (come Arabia Saudita, Austria, Germania ,Belgio ). “In proposito – ha sottolineato il prof. Aodi – ricordiamo che l’AMSI, con la sua funzione di raccordo tra domanda e offerta di lavoro nella sanità, negli ultimi 2 anni ha raccolto le richieste di ben 3500 giovani medici italiani che cercavano lavoro all’estero, e 1500 medici ospedalieri e pensionati che volevano fare esperienze lavorative fuori d’ Italia”.