«L’offerta olandese non corrisponde alla realtà dei fatti e la decisione di portare l’Ema in Olanda va rivista per lo “sviamento di potere, per difetto di istruttoria e travisamento dei fatti”.
Questo il motivo sul quale si basa il ricorso inviato dall’Italia alla Corte di Giustizia Ue sullo spostamento della sede dell’Agenzia europea del farmaco da Londra, in seguito alla Brexit, ad Amsterdam. Insomma l’Olanda non starebbe rispettando gli impegni assunti e la stessa procedura seguita presenta delle incrinature.
Messa così, la Commissione non avrebbe svolto una verifica reale sulle offerte degli Stati per l’assegnazione della sede Ema “limitandosi a prendere atto delle informazioni fornite dai Paesi e senza svolgere iniziative specifiche, quali ispezioni o richieste di ulteriori documenti. Lo sviamento di potere per difetto di istruttoria e il travisamento dei fatti – scritto nel testo del ricorso – sono stati indotti dalla non corrispondenza della situazione di fatto della sede di Amsterdam alle informazioni fornite in sede di offerta”.
L’Ema non potrà, allora, assumere le proprie funzioni alla data del recesso del Regno Unito dalla Ue – previsto il 29 marzo 2019 – assicurandone l’operatività.
Insomma, l’Italia chiede che l’Olanda dia le dovute informazioni nell’immediato dello stato dell’arte, prima di procedere all’idoneità di Amsterdam. Nel merito, chiede l’annullamento della decisione adottata a margine della riunione del 20 novembre 2017, che proprio ad Amsteram assegna la futura sede dell’Agenzia ma i vertici della Commissione europea gelano le speranze italiane. Infatti, il commissario europeo alla Salute, il lituano Vytenis Andriukaitis, arriva a definire il ricorso italiano «un dibattito da campagna elettorale». Sulla base delle precedenti decisioni si teme, comunque, che difficilmente il ricorso venga accettato.
Noi della Rete la Fenice abbiamo sostenuto e caldeggiato già nei mesi scorsi l’arrivo dell’Ema in Italia, consapevoli che ciò possa essere un precedente importante al rilancio di un percorso di bioeconomia in linea col modello di sostenibilità avviato nella Provincia frusinate dal Progetto Area Vasta Smart, base di partenza per la rinascita del nostro distretto industriale».
Giuseppina Bonaviri