«Da qualche ora si evidenzia in Viale America Latina in Frosinone, all’altezza della farmacia, un crollo della scarpata (come da fotografie effettuate al momento) con invasione in parte della sede stradale. Il gruppo di tecnici della nostra Rete ha immediatamente provveduto ad avvisare la competente sede dei vigili del fuoco di Frosinone, anche in considerazione del fatto che si era venuto a creare un intasamento della stessa strada locale con file di automobili e rischio per i pedoni.
Come da studi pregressi, che sempre il gruppo dei nostri esperti ha effettuato negli anni passati, si era già evidenziato che tutti i costoni stradali adiacenti a Viale America Latina, ma anche di Viale Napoli, Via Ceccano e Via Coroni, avevano mostrato sintomi di instabilità del suolo e che a suo tempo furono portati all’attenzione degli amministratori locali con documentazioni fotografiche mirate. Non ricevemmo mai un riscontro, come invece ci si aspetterebbe da ogni primo cittadino e dal suo staff, nell’interesse della sua comunità.
La frana odierna ha origini antiche legate alle famose Arenarie di Frosinone che sono delle sabbie cementate che costituiscono la base del suolo di fondazione del capoluogo ciociaro e sono ben conosciute nella letteratura scientifica, ma che dovrebbero essere altresì note a chi da anni amministra la nostra città. Purtroppo, invece, le opere di risanamento di Frosinone notoriamente sono scadenti se non assenti e tutto viene lasciato al caso fortuito come avvenuto anche per la disastrosa frana del Viadotto Biondi che fortunatamente fino ad oggi non ha causato vittime.
Si sottolinea che è completamente mancata in questo decennio l’attività di controllo capillare e di prevenzione da parte degli organismi locali deputati a gestire la qualità di vita del cittadino e dell’ambiente che con grande facilità si sarebbe potute, invece, attivare. Basti pensare che già ad occhio nudo è possibile fare una mappature delle zone a rischio con conseguenti provvedimenti tecnici adeguati. Facciamo un esempio: essendo questo terreno franoso costituito di arenarie e argilla intercalata alla stessa sarebbe bastato, a costo zero, fare opere di stabilizzazione con materiali di ingegneria naturalisca come flora superficiale ad idoneo apparato radicale, non invasiva e che avrebbe avuto anche un effetto secondario nell’architettura e nell’abbellimento della città.
Vogliamo ricordare che il nostro Movimento con la sua governance da anni si rende disponibile a sostenere gratuitamente operazioni di intervento a sostegno dei compaesani e del Comune che ormai appare impoverito di menti e di tasca».
Giuseppina Bonaviri