Perché gioca sempre con lo stesso gioco? Come mai non riesce ancora a divertirsi con i suoi amichetti? E’ possibile che anche quando gioca faccia i capricci? E noi che cosa dobbiamo fare? Queste e molte altre sono domande che tutti i genitori, più o meno giovani, si pongono rispetto alla principale attività dei loro bambini: lasciando da parte il tema della salute, infatti, dopo l’alimentazione e il sonno, il gioco è l’argomento maggiormente discusso tra le mamme, con gli esperti e nei blog.
Secondo la ricerca DoxaKids, realizzata a fine luglio 2017 per Fisher-Price su un campione di 400 mamme (età media di 34 anni) di bambini tra 0 e 3anni e presentata ad Explora – il Museo dei Bambini di Roma, il 43% considera il gioco essenzialmente divertimento, ma sempre connesso con una dose di educazione per la crescita (42%). Seguono ‘gioia’, creatività e ‘fantasia’ indicate da circa 1 mamma su 3. A livello geografico, al Centro prevale la dimensione “ludica” del gioco con un 48% di mamme che associano il gioco al divertimento e un 38% allo stimolo della fantasia. Per le mamme, il valore del divertimento nel gioco si incrementa dopo il compimento del primo anno (33% fino a 1 anno, 52% 1-3 anni), mentre il valore della ‘crescita’ resta costante all’aumentare dell’età. E’ un elemento particolarmente di rilievo per le mamme di femmine (46% rispetto al 38% indicato delle mamme dei maschi).
In realtà, secondo la dott. Elena Urso, pedagogista, “crescere e giocare sono un connubio indissolubile, certamente il modo di giocare cambia in base all’età ma è importante che i bambini possono essere lasciati liberi di interagire con i loro giochi”.
Il gioco è il terreno di espressione di crescita per tutti i bambini e per questo è importante lasciarli liberi di scoprire e di esprimere se stessi: è questo il messaggio che Fisher-Price vuole lanciare a tutti i genitori con l’ultima campagna SCOPRIRE LE LORO PASSIONI È UN GIOCO!, che sta presentando nelle principali città italiane confrontandosi direttamente con le mamme. Con la sua comunicazione, infatti, Fisher-Price incoraggia i genitori a lasciare che “i bambini siano bambini”, rendendo omaggio a cosa li rende unici e a come valorizzare al meglio la loro natura innata.
Fondamentale dunque per relazionarsi con i bambini è mettersi dalla loro parte e lasciare che siano loro a giocare, in libertà. Il divertimento deve essere sempre presente, perchè con qualsiasi gioco crescono, imparando, esplorano ed iniziano a relazionarsi. Come conferma la dott.ssa Urso “fondamentale è la libertà di sperimentare, di giocare da solo o in gruppo, di dimostrare interesse per una cosa e indifferenza per un’altra, di usare un giocattolo secondo il proprio criterio. La libertà di seguire un tempo interiore nella scoperta dei giochi e del loro utilizzo. E’ attraverso questa libertà che il bambino può avere l’opportunità di conoscere se stesso, di imparare cosa gli dà piacere e cosa fastidio, cosa gli procura gioia e cosa delusione. E sempre attraverso questa libertà potrà permettersi di cambiare idea!”
La mamma allora deve mettersi da parte? Assolutamente no, la mamma deve esserci, i bambini amano e devono sentire la presenza della mamma “talvolta è sufficiente esserci anche senza interagire, senza forzare, senza avere un obiettivo preciso in mente” commenta la dottoressa Urso.
Tuttavia la mamma può, ad esempio, alleggerirsi della responsabilità totale di voler sempre scegliere quale gioco proporre, comprare o addirittura far regalare ai propri bambini soprattutto nelle occasione speciali. Infatti, secondo la ricerca Doxa, l’88% delle mamme si pone come principale punto di riferimento, così come per gli altri ambiti, anche per l’acquisto dei giochi. A questo si aggiunge l’influenza sugli acquisti altrui: 1 nonna su 2 dichiara di aver seguito le indicazioni della mamma per l’acquisto di giocattoli (ricerca DoxaKids su 100 nonne di bambini 0-3anni) .
Non solo: la mamma, per il 43%, sembra cercare e scegliere sempre giocattoli che la aiutano a sostenere e sviluppare la sua relazione con il bambino, soprattutto se alla prima esperienza. Al Centro, in particolare, si dà particolare importanza al gioco “su misura”, il 38% delle mamme ritiene che il gioco debba sembrare fatto apposta per la mamma e per il bambino.
Secondo la dottoressa Urso “un gioco che piace ai genitori è un ottimo veicolo di conoscenza per grandi e piccoli ma quello di cui hanno bisogno i bambini è sentire prima di tutto che i genitori hanno voglia di condividere con loro quel momento” .
Ecco allora che l’atteggiamento della mamma al gioco è più importante di ogni obiettivo didattico.
Senza dimenticare che oggi moltissimi dei giochi di qualità che vengono proposti ai bambini sono studiati e pensati per stimolare tutte le capacità dei bambini in un processo di crescita, di divertimento e di interazione.
Per questo la nuova campagna Fisher-Price vuole far scoprire tutte quelle cose divertenti, interessanti e meravigliose che i bambini fanno quando giocano, ricordando ai genitori di apprezzare sempre la loro personalità, la loro unicità… Così come accade nella Play Room di Fisher-Price * (East Aurora, New York), dove i giochi nascono e vengono testati, dove si osserva in modo semplice e non personale, perchè quando i bambini giocano succedono molte cose, la loro creatività viene espressa nei giocattoli e loro imparano a scoprire quello che gli piace e cosa li rende felici, mettendo in risalto la loro natura. Per questo ogni sketch della campagna rappresenta un elemento fondamentale rispetto a ciò che li coinvolge o rende felici.
“Ciò che i bambini desiderano più di tutto è la spontaneità e l’autenticità. Quindi mamma e papà possono affidarsi a loro, ai bambini. Saranno loro a dire cosa hanno voglia di fare insieme” – commenta la dott.ssa Urso. “E in questo si rileva spesso un atteggiamento maggiormente spontaneo nei papà, che sembrano giocare veramente, mettendo in campo la propria parte infantile, talvolta anche con troppa competitività soprattutto nei confronti dei bambini più grandi. A differenza delle che mamme che faticano un po’ di più a uscire da loro ruolo”.
Soprattutto le mamme sembrano essere più animate dal desiderio di proporre sempre nuovi giochi ai bambini con un 63% che dichiara infatti di ‘comprare giochi sempre diversi per stimolarli. Non esiste un concetto di troppo o di poco, di nuovo o di vecchio. “Per i bambini un gioco rotto non è da buttare, è un altro gioco, che apre mille nuove possibilità di scoperta, uso e significato. E ugualmente un gioco nuovo è tutto un nuovo mondo da scoprire, anche se sembra simile ad altri. I capricci spesso nascono da un equivoco comunicativo, che alimenta la frustrazione, in particolare nei bambini. Per esempio è bene evitare di aver fretta di fare ordine: l’ordine dei bambini è molto diverso da quello degli adulti. Perciò spesso per i bambini lasciare i giochi nel luogo in cui hanno giocato è ordine, perché sanno esattamente dove ritrovarli! Anche forzare eccessivamente per avere pochi giochi per scrupolo educativo può essere evitato: soprattutto da piccoli, i giochi sono gli strumenti per crescere, ognuno ha un suo significato, un suo divertimento specifico ed unico e spesso anche giochi “abbandonati” vengono riscoperti con la crescita.”
Le tipologie di giochi variano a seconda dell’età del bambino e del genere ma quello che accomuna le mamme è la ricerca di giochi che stimolino il proprio bambino, infatti il 65% preferisce fargli provare giochi sempre diversi.
L’approccio delle mamme italiane è piuttosto sicuro negli acquisti di quelli che sono i giochi adatti al proprio figlio. Seguono istinto, desideri del bambino e consigli: il 58% delle mamme, infatti, compra quello che ritiene più adatto – percentuale che nel centro Italia aumenta fino al 64% a testimonianza del fatto che qui le mamme si fidano più di se stesse che degli altri.
Fondamentale, inoltre, la figura dell’esperto: le mamme, infatti, amano tenersi informate attraverso consigli di esperti e informazioni sul prodotto, questo accade ancora di più al Centro dove la percentuale dal 44% sale al 54%.
di Emidio Piccione