La manifestazione di NonUnaDiMeno per la Legge 194, legge sull’aborto, per superarla e andare oltre, per avere procedure più sicure ed accessibili a tutte, soprattutto per difenderla e migliorarla a 40 anni dalla promulgazione in Parlamento e nella data storica per il risultato del referendum a favore ottenuto in Irlanda, ma nella giornata greve per la notizia dell’ennesimo femminicidio nel nostro Paese (purtroppo se ne contano già 28 dall’inizio dell’anno). Il corteo di Roma, partito da Piazza dell’Esquilino intorno alle 18.00 e conclusosi a Piazza Vittorio dopo le 19.00, si è svolto – come dichiarato anche nei vari post del profilo facebook di NonUnaDiMeno – in concomitanza con altre iniziative in diverse città della penisola: Alessandria, Bari, Bologna, Brescia, Catania, Firenze, Mantova, Milano, Napoli, Reggio Emilia, Salerno, Verona.
In Italia la Legge 194, sulle norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria di gravidanza, è stata approvata il 22 maggio 1978, sotto la spinta dei movimenti del tempo. Alle donne, con essa, da allora, è stato sancito il diritto ad accedere gratuitamente all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) sul territorio nazionale. Malgrado la legge rappresenti una conquista irrinunciabile dei movimenti femministi degli anni ’70 in termini di diritti civili, i dati relativi all’erogazione del servizio IGV sono piuttosto deludenti. L’articolo 9 della Legge prevede il diritto per alcuni professionisti sanitari di esercitare l’obiezione di coscienza, ad eccezione di quelle circostanze in cui la vita della donna risulti essere in pericolo. Inoltre lo status di obiettore non esonera il professionista sanitario dall’assistenza antecedente e conseguente all’intervento. Spesso la Legge viene peraltro interpretata erroneamente, come nel caso dell’esercizio illegittimo del diritto all’obiezione da parte di farmacisti che si rifiutano di vendere la pillola anticoncezionale di emergenza (“pillola del giorno dopo”): non solo tali figure non sono annoverate tra quelle aventi diritto ad esercitare l’art. 9, ma il farmaco in questione non è classificato come abortivo., cita Libere di scegliere – dalla 194 al piano femminista – guida pratica di NonUnaDiMeno per la tutela dei diritti riproduttivi, della salute delle donne, della libera scelta – distribuita durante la manifestazione di ieri – in cui non si tralascia, fra le tante tematiche approntate, per esempio, di considerare vantaggi e svantaggi della RU486.
Le richieste espresse dai presenti, fra bambini e gestanti – con slogan marcati, a volte coloriti, testimonianze e interventi dettagliati anche nei numeri oltre la breve rappresentazione sul tema col contributo di alcune attrici-, nella volontà di uno scenario nuovo e conforme alle problematiche contemporanee promotore delle dinamiche necessarie ad uno svezzamento culturale sociale e civile avviato 40 anni fa.
Le manifestanti prima, dopo e durante, hanno condiviso la vittoria storica delle donne irlandesi; hanno menzionato le sorelle argentine che stanno affrontando il problema; hanno denunciato mancanza di educazione sessuale nelle scuole, welfare e informazione mirata oltre a parità di classe nel servizio della sanità pubblica, senza distinzione per donne di qualsiasi età, native e migranti, e alle persone gay, lesbiche e trans; hanno ricordato le mobilitazioni per i consultori, per gli spazi femminili, per i centri di accoglienza, ascolto e antiviolenza, per gli sportelli del disagio sociale, per la Casa Internazionale delle Donne e per la Casa delle donne Lucha y Siesta; hanno testimoniato solidarietà ai parenti e alla vittime di femminicidio e al popolo palestinese.
Nel video successivo il collage di qualche momento della sfilata.
Maria Anna Chimenti