Il volto provato dagli infermieri è diventato il simbolo dell’impegno nell’affrontare l’emergenza pandemica. Li abbiamo visti nelle foto dei giornali e nei video in tv, abbiamo ascoltato le loro parole nelle interviste, ma possiamo immaginare solo una minuscola parte di ciò che hanno provato e che stanno continuando a provare. La loro vita lavorativa e personale è sensibilmente cambiata, stravolta da qualcosa che non si sarebbe mai pensato di vivere.
La Giornata Internazionale dell’Infermiere è celebrata il 12 maggio di ogni anno in tutto il mondo, con lo scopo di valorizzare una professionalità centrale nel sistema sanitario. Fu scelta questa data nel 1974, per celebrare la nascita della fondatrice della moderna assistenza infermieristica: Florence Nightingale.
Numerose le iniziative in tutta Italia per questa ricorrenza, fra cui Firenze, nella Sala del Cenacolo della Basilica di Santa Croce, dove si è aperto il primo congresso anti-Covid per 454 mila infermieri italiani. Quest’anno i 20 incontri in programma, si svolgeranno in modalità “itinerante” nel pieno del rispetto delle regole contro la pandemia.
Durante la giornata di apertura del congresso, a Firenze, è intervenuto con un video messaggio il Ministro della Salute, Roberto Speranza il quale ha affermato: «Dobbiamo costruire un Servizio sanitario nazionale migliore e in questo contesto c’è il ruolo del mondo che rappresentate, la figura dell’infermiere, di chi ogni giorno nei presidi sanitari si prende cura delle persone. E penso che dentro questo sforzo noi abbiamo indicato la strada giusta, anche con alcune scelte condivise: l’indennità di specificità, la possibilità di implementare e rafforzare la figura dell’infermiere di famiglia. Tutti segnali che vanno nella direzione giusta. Il vostro mondo è fondamentale per rendere più forte il servizio sanitario e l’occasione è ora, questo è il momento giusto per questa nuova consapevolezza che c’è. Abbiamo bisogno di lavorare insieme.»
Agostino Fraccascia