Non è bastata la lezione di una pandemia non ancora conclusa né l’emotività del momento dettata dai morti e dal personale sanitario ormai allo strenuo delle forze. È infatti ormai sulla bocca di tutti che il governo Draghi è pronto a nuovi tagli sulla Sanità.
Questo è quanto emerge dalla Nadef, la Nota di Aggiornamento del Def (Documento di Economia e Finanza) che è stata recentemente approvata dal Parlamento con una risoluzione di maggioranza.Ad occhi attenti leggendo la Nadef si nota che in questi anni (tra il 2022 ed il 2023) si assisterà ad ulteriori tagli alla sanità.
Sulla scia degli anni passati e dei governi precedenti, continuano gli eloquenti errori caratteristici di una visione miope, con la quale prima o poi cittadini e medici si troveranno a dover fare i conti. Dopo aver sostenuto una spesa sanitaria di 123 miliardi nel 2020, quindi averla accresciuta di 6 miliardi nel 2021, con una spesa prevista di 129 miliardi, per il 2022 la cifra indicata è di 125 miliardi, mentre nel 2023 si prevedono 123 miliardi.
Traendo le somme, la spesa sanitaria diminuirà di 4 miliardi l’anno prossimo e di altri 2 miliardi fra due anni. Nell’arco di 2 anni saranno messi a disposizione della sanità 6 miliardi in meno.Nello specifico nel documento si legge che «nel biennio 2022-2023 la spesa sanitaria a legislazione vigente calerà del –2,3 per cento medio annuo per via dei minori oneri connessi alla gestione dell’emergenza epidemiologica– e che «a fine periodo è prevista una crescita limitata, dello 0,7 per cento, ed il ritorno ad un livello del 6,1 per cento del PIL».
Pare quindi che con il termine dell’emergenza pandemica presumibilmente caleranno i fondi previsti per la Sanità.Del tutto ignorati gli accorati appelli delle varie associazioni di specialisti ospedalieri e non.
Superato lo stato di emergenza, ci troveremo infatti a dover affrontare una nuova sfida per il SSN (Sistema Sanitario Nazionale): il ritardo diagnostico e terapeutico causato dalla pandemia di una ricca pletora di patologie tra le quali spiccano le malattie oncologiche, quelle cardiache e il diabete.
Fino a che punto può dunque considerarsi umano giocare sulla salute dei cittadini?
Fonte: La nuova Alba/Dott. Francesco Maria Milella
Francesca Romana Cristicini