In Italia circa 3 milioni di donne, soffrono di Endometriosi, una malattia fortemente invalidante che colpisce l’apparato riproduttivo femminile e può pregiudicare la fertilità e la qualità della vita se non affrontato in breve tempo e con specialisti. L’endometriosi è caratterizzata dalla presenza e dalla proliferazione di tessuto endometriale al di fuori della cavità uterina. Visto che il 90% delle persone non conoscono questa patologia, è stata dedicata una Giornata Mondiale, proprio per porre l’attenzione su questa malattia.
Questa patologia è da considerare con molta attenzione soprattutto la diagnosi che può arrivare spesso dopo un percorso lungo e dispendioso. I medici di famiglia e i ginecologi sono figure essenziali per una diagnosi veloce e per un trattamento adeguato. Questa malattia è inserita nell’elenco delle patologie croniche e invalidanti (LEA), negli stadi clinici più avanzati, riconoscendo alle pazienti il diritto di esenzione del ticket di alcune prestazioni specialistiche di controllo.
Una delle probabili cause, di questa malattia, è il passaggio causato dalle contrazioni uterine che avvengono durante il ciclo, di frammenti di endometrio che dall’utero passano nelle tube e da queste all’addome, con conseguente impianto sulla superficie degli organi pelvici e sul peritoneo. Questa causa però non ne esclude altre. Le donne che hanno una sorella o la mamma con endometriosi hanno un rischio sette volte superiore di sviluppare questa malattia.
Fra i trattamenti per contrastare questa patologia troviamo l’uso dell’estroprogestinico o del progestinico capace di migliore i sintomi, in quanto sopprime la stimolazione ormonale e pertanto la crescita degli impianti endometriosici. Questi farmaci devono avere continuità e non possono essere sospesi per evitare lo sfaldamento dell’endometrio. Trattamento più invalidante, ma riservato ai quei casi che richiedono un intervento chirurgico, è l’uso di farmaci che bloccano totalmente la stimolazione delle ovaie pertanto creano la menopausa iatrogena.
Nel 2021, è stato indetto un bando di ricerca rivolto a tutti i ricercatori che operino in enti afferenti al Servizio Sanitario Nazionale, per valutare l’incidenza di questa malattia e analizzare i meccanismi di patogenesi. Il 22 marzo 2021, il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato un decreto autorizzando tre milioni di euro ripartiti sugli esercizi finanziari 2021-2022-2023. Nove progetti dei trenta, sono risultati in graduatoria finale, ai fini del finanziamento ministeriale e ad essi sono stati erogati un totale complessivo di un milione di euro. I destinatari dei progetti sono: IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, IRCCS Burlo Garofolo, Regione Emilia Romagna, Regione Lombardia (due progetti), Regione Toscana, Ospedale Maggiore, IRCCS Ospedale San Raffaele ed IRCCS Policlinico Sant’Orsola.
Inoltre il Ministero della Salute in collaborazione con la Federazione Italiana Pallavolo, ha diffuso un video sui propri canali social dove la capitana della Nazionale Femminile di Pallavolo, Miriam Sylla, ha dichiarato «Noi atlete siamo pronte ad affrontare ogni giorno le avversarie, ma alcune di noi non sempre sono in forma a causa di questa malattia poco conosciuta seppure molto diffusa».
Eleonora Francescucci