Solo ad inizio anno Ottanta un bambino con la leucemia era destinato a morte sicura. Oggi il 90% dei casi è curabile con varie metodologie. Trentatremila nuovi casi ogni anno, in Italia, di nuovi casi di malattie relative al sangue. Anche il Covid, provocando trombo-citopenie ha riportato l’attualità delle malattie ematiche alla necessità siano prese maggiormente in considerazione dalla ricerca. Tuttavia difetta l’attenzione della comunicazione più sensibili ai casi oncologici. È la premessa di Stefano Vella, organizzatore del convegno nella sede del Senato il 19 gennaio. Vella parla per l’Osservatorio Sanità e Salute oltre che medico collegato con importanti centri di ricerca.
A introdurre è Giuseppe Toro, presidente nazionale Ail. “Ricerca e qualità della cura debbono andare in coerenza perchè l’uno è a sostegno dell’altra”.
La presidente dell’area di Roma, Maria Luisa Rossi Viganò, ricorda l’impegno del professor Mandelli che ha inventato l’assistenza medico domiciliare per le malattie ematiche. “Curare a casa un paziente costa un quarto rispetto l’assistenza ospedaliera” – ha detto Viganò – “Quest’anno abbiamo impiantato l’assistenza telematica perché il medico sia sempre a disposizione, pur fisicamente lontano”.
“Aver allungato la vita delle persone ammalate, quindi le loro speranze, è stato possibile attraverso i binari della cura insieme alla ricerca” – il saluto della senatrice Elisa Pirro, facente parte della commissione Affari Sociali, oltre che medico.
” Curare significa prendersi cura ed inglese significa, con ‘to cure’, guarire. Quaranta anni di ricerca consentono oggi di guarire come prospettiva realistica della cura della malattia ematica ” – è l’aspetto saliente da rilevare in questa fase, secondo Marco Vignetti, presidente della fondazione Gimema. La leucemia non è più una condanna.”Jean Bernard raccontava di un ciclista che la domenica aveva vinto in tour e il sabato successivo era morto per una leucemia fulminante. Questo per descrivere che cos’era questa malattia e non è più oggi”.
Il giornalista D’Amico, nelle vesti di moderatore, accenna anche al pericolo delle fake news, ossia le tante bufale che girano sul problema della cura per la salute.
“L’umiltà, la collaborazione, il paziente al centro sono le categorie fondanti di una cura complessa, come è sempre per le malattie ematologiche”. Ha ripreso Vignetti. Oggi abbiamo infatti la rete delle specializzazioni che ha realizzato GIMEMA e il grande lavoro di Mandelli. In questa operatività c’è il grande lavoro dell’Ail: ricercatori, volontari e farmaci – ha continuato Vignetti nella spiegazione dei grandi risultati in questi quarant’anni.
“Gimema costituisce la rete nazionale che fornisce supporto e assistenza alle unità ospedaliere nel paese che presentano il limite di essere in competizione tra loro” – sempre Vignetti.
Nelle reti associative che si occupano di assistenza medico, psicologica, terapica a casa come nelle unità ospedaliere, ma anche nell’evoluzione tecnologica e nell’intelligenza artificiale che la ricerca in ematologia continuano a conoscere le modalità di combattere le diverse malattie del sangue.