Se la Sanità si misura sulla prestazione allora può essere equiparata a una competizione sportiva. E nelle gare c’è un primo, un secondo … E un ultimo. Ma questo ha il bene di non essere nominato. Ma viene comunque ricordato. Ed è sulla misura dei livelli di efficienza sanitaria che l’Istituto Humanitas di Rozzano a Milano ha vinto la gara a migliore struttura sanitaria d’Italia. Sul podio con meriti quasi pari c’è l’azienda ospedaliera universitaria delle Marche, ad Ancona. Sul podio al terzo posto arriva l’Humanitas Gavazzeni di Bergamo. Piazzamento col quarto c’è l’Humanitas Mater Domini di Castellanza, Varese. Segnalate ma non vincenti le strutture del Careggi di Firenze e il Gemelli di Roma. Si mettano in buona pace tutti gli altri. I parametri hanno assegnato il primato a loro. Sarà per il prossimo campionato. Solo che chi si trova costretto ad operare con mezzi sempre più limitati non si era accorto di essere in gara. E anche se effettivamente lo fosse non c’è il premio, non c’è il podio, non c’è la coppa.
Ma oggi funziona così. Ed al lettore si danno le briciole di illusione che una sanità migliore c’è da qualche parte. A dare i giudizi è l’Agenzia Nazionale per i Servizi sanitari regionali meglio conosciuta come Agenas. Le aree cliniche sotto i riflettori sono state quelle dei tumori e degli infarti, l’area osteo-muscolare, le aree parti.
Delle 331 strutture valutate per almeno 6 aree cliniche solo l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano ha una Nelle dichiarazioni che giustificano verbalmente l’assegnazione dei meriti in base a parametrazioni precedentemente individuati si vuole però affermare la qualità presente in molte delle strutture ospedaliere analizzate. Si dice infatti: “Nella stragrande maggioranza delle strutture ospedaliere convivono aree di qualità alta o molto alta con aree di qualità di livello basso o molto basso”.
Ma a vincere effettivamente è l’Emilia Romagna perché è la regione che presenta la proporzione più alta di strutture con livello di qualità con undici strutture su diciassette.