Premessa – In un mondo in continua evoluzione, la medicina non è certamente da meno nel cercare nuovi approcci e soluzioni per migliorare la qualità della vita dei pazienti. Una delle cliniche nelle quali è stato ottenuto un salto di qualità per un ottimale ripristino dello stato di salute dalle patologie erniarie si trova a Roma. Si tratta dell’ Ars Medica in cui viene praticata una particolare tecnica operatoria per ripristinare il modo duraturo dopo l’operazione, lo stato di efficienza motoria in particolare per gli sportivi. Si tratta della innovazione chirurgica introdotta dal Prof. Francesco Guarnieri, che ha catturato l’attenzione della comunità medica, prospettando di trasformare radicalmente il trattamento delle ernie inguinali. Questo tipo di ernie che si presentano come protrusioni di tessuto della parete addominale sono una condizione comune che richiede comunque interventi chirurgici per prevenire possibili complicazioni. In caso contrario, trascurando la necessità di interventi riparatori laddove si manifestano formazioni patologiche più gravi si possono sviluppare complicazioni di rilievo, come l’occlusione intestinale o lo strangolamento dell’ernia, che poi richiedono un intervento chirurgico immediato. I trattamenti tradizionali per l’ernia inguinale si caratterizzano con cautelativi prolungati tempi di recupero post-operatorio, quantunque la laparoscopia e la robotica chirurgica abbiano sensibilmente migliorato la metodologia e i risultati di intervento. Si deve anche dire che la metodologia laparoscopica robotica hanno finora consentito ai chirurghi di operare attraverso piccole incisioni, riducendo notevolmente il trauma chirurgico e i tempi di recupero anche se la protesi introdotta all’interno dell’inguine, ossia la rete di contenimento dell’ernia, implica nel futuro la giusta cautela in presenza di protesi da sforzi pericolosi.
La nuova metodologia – I pazienti sottoposti ad intervento chirurgico per ernia inguinale mediante la procedura del Prof. Guarnieri, noto pioniere del “Pure tissue repair” (riparazione con solo tessuto biologico), ottengono l’ulteriore vantaggio di un notevole miglioramento nella qualità della vita. Un vantaggio chiave di questa nuova tecnica consiste sostanzialmente nel ripristinare le condizioni fisiologiche normali, ossia di non potersi muovere con disinvoltura senza praticamente il rischio di recidive. La comunità medica sta considerando in modo favorevole l’ innovazione per l’ approccio più sicuro ed efficiente al trattamento di queste patologie. Tuttavia è importante sottolineare che ogni novità comporta sfide e domande. Gli esperti ne stanno attualmente valutando l’efficacia e la sicurezza a lungo termine, monitorando attentamente i risultati dei pazienti nel corso del tempo.
Valutazione statistica – La statistica medica si è finora espressa in modo di per sé eloquente, mettendo in evidenza che a fronte di una recidiva mediamente meno del 1%, con questa nuova tecnica su 10.000 casi presi in considerazione, le complicanze e le recidive si sono ridotte al disotto del 1%, ossia di ben 10 volte. I risultati finora ottenuti sembrano far aprire un capitolo promettente nella chirurgia delle ernie inguinali. Si tratta di una tecnica particolarmente indicata per giovani sportivi e individui in età fertile che riduce significativamente le complicanze associate ai trattamenti con impiego di reti di protesi.
La tecnica chirurgica – Entrando nel merito dell’ operazione, l’ intervento che viene eseguito in anestesia locale in sala operatoria con leggera sedazione, mira al ripristino dei meccanismi muscolari che difendono la regione inguinale. L’ area interessata è il triangolo dell’ inguine, sostanzialmente privo di tessuto muscolare dove si incontra la presenza dell’”anello profondo”. Si ricorda che attraverso di questo passa il funicolo spermatico nell’uomo e il legamento rotondo nella donna. Si tratta di una zona non idonea a garantire la qualità necessaria per la ricostruzione del tessuto di contenimento viscerale per cui di solito, la rete di protesi supplisce a tale inconveniente. Il metodo Guarnieri invece opta per l’apertura di un nuovo anello situato sullo stesso piano in una zona più robusta. A questo scopo viene utilizzata a supporto per i visceri l’aponeurosi obliqua esterna: un tessuto elastoplastico sufficientemente resistente che conferisce alla zona carente di muscolatura un più adeguato supporto. Oltre a ciò la riparazione di tipo anatomico ideata, come detto, non si avvale di protesi di contenimento perché prevede il rinforzo dello spessore del tessuto connettivo, sovrapponendo i due lembi inguinali allungati per effetto del rigonfiamento causato dalla pressione dell’ernia. Tale accorgimento aggiunge con gli altri vantaggi ai pazienti la sostanziale sicurezza di non incorrere in recidive, nonché una maggiore agibilità post-operatoria in virtù della sensibile rafforzamento del tessuto inguinale. Infatti le complicanze post-operatorie sono un evento raro, confermando l’efficacia e la sicurezza della procedura.
Conclusione – questa innovativa tecnica chirurgica nel trattamento dell’ernia inguinale rappresenta un notevole passo avanti nella cura e nel benessere dei pazienti. Con la combinazione di abilità chirurgiche esperte, il percorso verso una guarigione ottimale dei pazienti operati diventa più accessibile che mai.