Il problema delle organizzazioni statuali nel predisporre una Sanità più moderna ed efficiente è un problema sollevato in ogni realtà. La lotta contro la resistenza agli antibiotici, la prevenzione verso le nuove infezioni, specialmente quelle pandemiche, sono però i nuovi fronti sui quali deve esser messa in modo una nuova logica del fare.
Se n’è discusso in un convegno, ieri pomeriggio, dal titolo: Antimicrobial Resistance (AMR), Real World Evidence, One Health. La scelta della denominazione inglese sta proprio a rimarcare l’internazionalità della problematica. Il grande fronte è quello di predisporre vaccini e organizzazione contro nuove pandemie. Secondo gli intervenuti non si sa quando ci saranno. Ma è certo che ci saranno.
In testa a tutti ha parlato Matteo Bassetti, presidente della Società Italiana di Terapia Infettiva e Antibatterica. La responsabilità – ha detto Bassetti – va anche ascritta all’uso indiscriminato fatto negli ultimi venti anni in cui gli antibiotici sono stati prescritti con troppa prodigalità. L’antibiotico è un farmaco che va utilizzato con intelligenza.
È Stefano Vella, docente di metodologia della ricerca, a parlare di immanenza oltre che di possibilità di una prossima pandemia. La presenza di spillover è continua anche se non determina necessariamente una pandemia. Il salto di specie avviene lo stesso. C’è il Global Virom Project che studia i virus degli animali ma li stiamo scoprendo adesso perché in passato ci siamo occupati solo di virus umani. Stanno facendo la lista di tutti i virus più aggressivi e prolifici. Non c’è zona della Terra che sia risparmiata da questa nuova proliferazione. La Sanità di ogni paese deve adeguarsi e prepararsi a nuove ondate virali.
Gli interventi di respiro tecnico organizzativo a illustrare come portarsi avanti in questa lotta che parte da adesso per arrivare preparati al momento in cui dovesse presentarsi, con tutti gli scongiuri del caso, la nuova pandemia.