Udine, città ricca di storia, cultura e tradizioni e centro storicamente egemone dell’intera regione. Già castrum romano, si sviluppò nel XII secolo quando i patriarchi di Aquileia vi si trasferirono segnando il primato regionale della città, visse il suo apice nel XIV secolo con Bertrando di Merania, che seppe attirare molti commercianti grazie alle lotte politiche e commerciali che intraprese con i centri vicini. Dal 1420 in poi, Udine come tutto il Friuli, divenne parte della Repubblica Serenissima, segnando la fine del potere temporale dei Patriarchi, e Venezia pose in città la famiglia fidata dei Savorgnan, il cui emblema campeggia ancora oggi sul vessillo della città. Nel 1797 la storia di Udine incontrò quella di Napoleone Bonaparte divenendo possedimento del nascente impero francese, per poi passare al Regno lombardo veneto, che altro non era che un costola di quello austriaco. Nel 1866 Udine venne annessa al Regno d’Italia. Durante gli anni della Prima Guerra Mondiale fu sede dell’alto comando italiano, e terminato il conflitto mondiale, divenne capoluogo del Friuli, che al tempo comprendeva le attuali province di Udine e Pordenone e l’allora provincia di Gorizia. Nel biennio 1943-45 la zona di Udine finì sotto il comando tedesco, mentre è storia relativamente recente il devastante terremoto del 6 maggio 1976, quando alle ore 21.00, una scossa di magnitudo 6.4 Richter (intensità pari all’11° grado della scala Mercalli ) fece tremare la terra con una violenza inaudita causando oltre 1000 morti, e devastando parte del Friuli e della provincia di Udine. Ma nonostante le numerose vicissitudini che hanno segnato la sua storia, Udine si è sempre rialzata con tenacia e determinazione. Non è un caso che, grazie ad una raccolta di oltre 125.000 firme, molte della quali giunte proprio dopo quel sisma devastante del ’76, venne fondata, nel 1978. l’Università statale degli Studi di Udine con sedi periferiche a Gemona del Friuli , Gorizia e Pordenone.
Il centro storico della città si concentra attorno alla collina alta 138 metri sul livello del mare sulla quale è situato il castello, e mostra con fierezza il suo passato veneziano , chiaramente visibile in molti monumenti importanti come la celebre Loggia del Lionello in stile gotico-veneziano dalla bicromia bianco e rosa, con l’imponente Torre dell’orologio coi mori che battono le ore, a dominare piazza Libertà, cuore pulsante della città. Adiacente alla loggia l’Arco Bollani che reca – sulla sua sommità, uno stupendo leone di San Marco, disegnato nel 1556 da Andrea Palladio, artefice anche del progetto di Palazzo Antonelli. Il Cjistiel di Udin (Castello di Udine) invece, autentico capolavoro ed anche simbolo della città, più volte ricostruito, ospita i Musei civici e il gabinetto numismatico. La struttura attuale fu inaugurata nel 1567, dopo 50 anni di lavori, e Giovanni da Udine, allievo di Raffaello Sanzio (del quale quest’anno ricorrono i 500 anni dalla morte) si occupò delle finiture esterne e del Salone del Parlamento, completato poi dal pittore e architetto udinese Francesco Floreani. Nelle vicinanze il Duomo, piazza Matteotti e via Mercato vecchio. Degna di menzione, oltre alla Glesie di Sant Jacum (Chiesa di San Giacomo) del XIV secolo con opere Fulvio Griffoni e di Michelangelo Grigoletti, anche la Galleria d’Arte Moderna, una tra le più ricche raccolte di artisti italiani del ‘900 e non solo con capolavori assoluti di Savinio Carrà, Guttuso, Severini, De Chirico, oltre a dei Picasso, Braque ect. Ospitata originariamente presso il teatro comunale ed ora a Casa Cavazzini, la Galleria è sorta grazie alla primigenia donazione dell’udinese Antonio Marangoni , successivamente arricchita grazie alla Collezione Astaldi. Udine, nonostante le numerose vicissitudini che hanno segnato la sua storia, ha sempre cercato di riaffermare la sua centralità di snodo fondamentale sia commerciale che culturale della regione, anche grazie a personaggi eccellenti che via via sino sono succeduti nel tempo.
Non a caso, il giornalista di Moggio Udinese Isi Benini, nato Isaia nel 1924, da padre romagnolo e madre friulana, al quale si deve la nascita del “Messaggero Veneto”, nel 1966 diede vita alla redazione radiofonica friulana con sede a Udine, dove vi lavoro’ per quasi trent’anni con tenacia e capacità, e seppe dare al Friuli una voce ed uno spazio di identità culturale con incontrastata bravura ed una sempre più larga autonomia da Trieste, storica sede Rai in Friuli per eredità del governo militare alleato dell’immediato dopoguerra. Come evidenziato da Ottorino Burelli nel Dizionario storico dei Friulani : « oltre un milione di ascoltatori quotidiani venne coinvolto in un processo di sempre più visibile appartenenza ad una terra e ad un popolo che B. seppe far conoscere ed esaltare come valori storici di grande dignità. La sua ora domenicale “Vita nei campi” dedicata al mondo contadino che stava modernizzandosi, era sentita in Veneto, Romagna e Marche. Le sue rubriche e le sue cronache diedero al Friuli una specie di orgoglio che si rivelò non piccolo merito anche delle sue iniziative». Isi, uomo di larghe vedute, di visioni futuristiche, grande innovatore di successo, un giornalista che dalla sua sede operativa a Udine, si attivò per la promozione e valorizzazione dei prodotti del nostro Friuli a livello nazionale, primo fra tutti il Vino Friulano, con le sue eccellenze. Per menzionarne alcuni, tra i bianchi: il Sauvignon ,la Malvasia, il Pinot Grigio, la Ribolla Gialla, il Friulano, lo Chardonnay, il verduzzo friulano, tra i Rossi : il Cabernet Sauvignon, il Cabernet Franc, lo Schippettino, il Refosco dal peduncolo rosso e il Merlot. A tal fine, Isi B. ideò la rivista “il Vino” nel 1971, e l’anno successivo fondò “il Ducato dei Vini friulani” di cui fu segretario sino alla sua scomparsa a Montevideo in Uruguay nel 1990 ( per malaria) , facendo conoscere i vini della nostra regione in tutto il mondo, valorizzando antichi vitigni quali lo Schioppettino, e il Tazzelenghe. Isi inventò anche numerosi concorsi , oltre che diventare promotore, attraverso varie iniziative editoriali, di una stampa pubblicitaria a favore della promozione turistica e del territorio regionale. Sua era anche la rubrica “La virgola enogastronomica” sul quindicinale il “Punto “diretto da Piero Fortuna. Benini era impegnato anche col CONI e la Camera di Commercio per la pubblicizzazione in Sudamerica dei mondiali di calcio a Udine del quale era Responsabile del centro stampa.
Ora, in questo difficile momento della nostra storia regolamentata dalla norme della fase 3 post- pandemia da virus cinese Covid -19, ancora una volta i friulani , la città di Udine e tutto il suo hinterland territoriali, non hanno abbassato la testa. La crisi economica che stiamo attraversando è notevole, ma la voglia di “ripartire” è altrettanto grande, e la città di Udine , in questo 2020 disastrato, propone una serie di iniziative tra le sue vie e piazze, con un cartellone interessantissimo che, come dichiarato dal Sindaco Pietro Fontanini : «vuole favorire la partecipazione popolare, per tutti», Udine sarà tappa del giro d’Italia il prossimo 20 ottobre 2020, e piazza Libertà è diventata un grande teatro all’aperto per le iniziative “Udine +Estate” con programmi di musica jazz, classica, animazione , teatro e cinema all’aperto, oltre al programma “Udine sotto le stelle” grazie al coordinamento di Confesercenti, il Comune , l’ARLeF – Agenzie Regionâl pe Lenghe Furlane, oltre all’associazione “Amici del Borgo Aquileia” in borgo Aquileia per l’appunto, con numerosi week end di eventi di musica dal vivo, cultura ed enogastronomia, oltre a svariati concerti in castello. Udine è anche la “città del Tiepolo” e quest’anno, in occasione dei 250 anni dalla morte del grande pittore ( Venezia 5 marzo 1696 – Madrid 27 marzo 1770) , il nuovo Museo Friulano della Fotografia partecipa alla valorizzazione dell’opera di questo grande maestro del Settecento a Udine, proponendo una mostra “ Le meraviglie della luce” che nasce dagli archivi dei Musei: la Fototeca, archivio fotografico, la Biblioteca d’Arte con la sezione dedicata ad autori e mostre ed il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe. Un patrimonio ricchissimo consultabile da parte di studiosi e ricercatori, che viene esposto occasionalmente per la fragilità dei materiali che lo costituiscono. L’opera di valorizzazione di Tiepolo a Udine ricorre ogni anno, con eventi di vario genere per far conoscere ed apprezzare il patrimonio cittadino oltre che agli autoctoni anche ai turisti. Numerosi anche gli appuntamenti previsti in piazza Venerio, tutti ovviamente nel rispetto delle regole anti-Covid, ed anche In via Aquileia. Tra i vari esercizi coinvolti, solo per menzionarne alcuni : il Bar Moderno di Antonella Ferro e rappresentate del Borgo Aquileia, e la trattoria “Ai vecchi parrocchiani” gestito da Stefano Zampa e dai suoi fratelli. In questo periodo, pochi, pochissimi i turisti che si incontrano per le strade e le piazze, da piazza Garibaldi, a piazza XX settembre, a Piazza della Libertà e Piazza Primo Maggio. Percorrendo Via del Mercatovecchio ( Marcjât vieri) che si sviluppa lungo la fossa che nel medioevo cingeva le mura cittadine, l’atmosfera è strana , quasi sospesa, i negozi, i ristoranti e le “Ostarie” invitano ad usare la mascherina ed il gel…ma imboccando le varie vie cittadine è possibile godere comunque della bellezza artistica di Udine, bere il consueto tajut con stuzzichini, e gustare piatti della tradizione locale come: il frico e polenta, i cjarsons, gli gnocchi di sauris, la brovada, il salame all’aceto, il prosciutto di San Daniele, oltre a del buon pesce dell’adriatico come: il branzino al forno, gli scampi, i garusoli, i grangiporri , le moeche, i molluschi fasolari e i crostacei, le ombrine selvatiche, le code di rospo, le sogliole, la ricciola ed altre ancora, o specialità a base di carne, come : lepri, fagiani, beccaccini ect.. L’elenco dei locali, alcuni di antiche tradizioni. sarebbe infinito, e solo per menzionarne alcuni: la storica osteria Alle Volte di Claudio Trinco “Nobile dei Vini friulani” e la cantina Tropical in via Mercerie; l’Osteria alla Ghiacciaia in via Antonio Zanon- locale con terrazza sul lungo Roggia ( originariamente la ghiacciaia sorgeva nei pressi dell’ex ospedale vecchio di Udine poi Tribunale); il ristorante Vitello d’oro del 1849 , il più antico della città, in un edificio ottocentesco in via Erasmo Valvason; il ristorante Agli amici,in via Liguria, gestito dalla stessa famiglia dal 1887, oggi siamo alla quinta generazione coi fratelli Emanuele – in cucina e Michela Scarello in sala ,un locale che propone un’alta cucina friulana ai vertici della gastronomia nazionale, e tappa imperdibile in Friuli Venezia Giulia; la Pizzeria alla Lampara in via Lazzaro Moro, ex Osteria alle Firme sino al 1996, che ha preso il nome dagli autografi sui muri degli attori di passaggio per la stagione teatrale del Palamostre; la Trattoria Antica Maddalena – Osteria con cucina nel cuore di Udine in via Pelliccerie con specialità popolari del Friuli come: il Polpo scottato su letto di tortino, i tagliolini di San Daniele, e in conclusione, il Bar da Artico – Osteria dal 1643 in via Poscolle, locale storico facente parte del Comitato Friulano Difesa Osterie.
Per concludere, Udine col suo vasto hinterland è parte di quella meravigliosa terra che si chiama Friuli Venezia Giulia con parchi e oasi naturali, campi da golf, sentieri e percorsi per cicloturismo, trekking ed equitazione, e molto altro ancora, e come scrisse il grande Isi Benini nel suo libro Verdefriuli ( Vattori Editore) : «….[..]un “crocicchio d’Europa”…[…] una terra del passato dove ancor oggi cantano i grilli e friniscono le cicale, i fiori conservano i loro profumi, le acque sono chiare, dolci e fresche, i cibi hanno sapori antichi, la polenta è polenta e il vino è vino, […]l’ospitalità è una vangelo irrinunciabile e consente un nuovo rapporto fra l’uomo e l’ambiente, tra la città e la campagna in un paesaggio dal verde umbro ove possono godersi , in tutte le stagioni , i colori radiosi delle albe e quelli vinosi, che si fanno quasi plastica nella luce opulenta e calda dei tramonti. Vi aspettiamo in questo piccolo, irripetibile mondo».
di Daniela Paties Montagner
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