Questa mattina il caffè lo prendiamo con Giovanni Martino, segretario politico UDC del IV municipio di Roma.
Luigi Milanesi : Giovanni Martino, due consiglieri in IV Municipio, un grande risultato!
Giovanni Martino: Penso di sì.
Siamo coscienti che la rappresentanza municipale è il risultato della decomposizione in atto dei cartelli elettorali che si sono confrontati nelle ultime amministrative romane.
Ma pensiamo anche che questa nostra nuova rappresentanza istituzionale sia il giusto riconoscimento per il consenso che gli elettori non ci hanno mai fatto mancare, e che alle ultime consultazioni non si era tradotto in eletti a causa del particolare meccanismo elettorale e della coraggiosa scelta di non stringere – in quel particolare frangente politico – alleanze a tutti i costi.
Inoltre, pensiamo che l’adesione di due nuovi consiglieri attesti la bontà del lavoro condotto dal nostro partito, capace di accrescere sempre di più la propria credibilità e capacità di attrazione.
Milanesi: Lei ha sottolineato la decomposizione dei cartelli elettorali, intendendo – presumo – PD e PDL…
Martino: È cronaca che a livello nazionale ed anche romano ci siano significativi movimenti che modificano gli assetti politici usciti dalle ultime consultazioni elettorali. Noi siamo da tempo critici nei confronti di questo bipolarismo “muscolare”, in cui non si cerca di vincere conquistando il voto moderato, bensì reclutando le estreme (Lega e Destra da una parte, Italia dei Valori e sinistra radicale dall’altra) e finendo sotto il loro ricatto paralizzante.
Oggi vediamo che la nostra posizione critica trova vasti consensi e sostenitori: alle ultime elezioni regionali i due maggiori partiti hanno ottenuto insieme solo il 53% dei voti validi. Tutto questo si concretizza nella delusione dei militanti e votanti del PD e del PDL, soprattutto dei più moderati, di quelli meno accecati dalla logica dello scontro all’ultimo sangue.
Milanesi: Come è stato possibile che si imponesse quello che lei chiama “bipolarismo muscolare”?
Martino: Perché la Politica è stata sostituita da pubblicità e demagogia; i problemi ereditati dalla “Prima Repubblica” non sono stati affrontati nel merito, ma sfruttati per alimentare facili illusioni e fughe dalla realtà.
Berlusconi è abilissimo nel marketing; la sinistra ha scelto di sfidarlo sul suo stesso terreno. Tant’è che quando perde, anziché interrogarsi sulle ragioni profonde, dice tra sé e sé: “ci manca un Berlusconi” (!). Inoltre, insultandosi reciprocamente, instaurando una logica del “nemico”, destra e sinistra hanno realizzato una legittimazione reciproca, una rendita di posizione in cui chiedono il voto solo per “evitare il peggio”.
Milanesi: Gli elettori sono stati così ingenui da cadere in questa trappola?
Martino: Ingenui? No. Frastornati sì. Negli ultimi vent’anni c’è stato un gigantesco sforzo mediatico per presentare il bipartitismo come unico scenario possibile. Uno scenario disegnato non solo dai partiti maggiori, per i motivi che ho descritto, ma anche dai poteri che controllano l’informazione, i quali ritenevano di avere maggiore influenza su una politica debole. Il “centro”, cioè una forza politica rappresentante del sentire della maggioranza degli Italiani, è diventato l’incubo di questi attori, e si è fatto di tutto per estrometterlo dal dibattito politico. Se aggiungiamo che anche il sistema elettorale penalizza il centro…
Milanesi: Voi sareste l’antidoto alla demagogia?
Martino: Noi vogliamo rimettere al centro i problemi del Paese. C’è bisogno di far tornare protagonista delle politiche sociali la famiglia, senza la quale il tessuto civile si sta sfaldando. C’è bisogno di ridare speranza ai giovani, non creando illusioni, ma offrendo una formazione seria e possibilità concrete di lavoro per chi merita e vuole offrire il suo contributo alla società. C’è bisogno di trovare le risorse utili da investire, tagliando gli sprechi che destra e sinistra non vogliono tagliare: Province inutili, società a partecipazione pubblica…
Bisogna uscire dalla paralisi, offrire soluzioni reali, e non eterne promesse (“faremo le riforme”) o inutili giustificazioni (“la colpa è della crisi mondiale”). Altrimenti noi e le prossime generazioni pagheremo questa paralisi a caro prezzo.
Milanesi: Per il IV Municipio?
Martino: Il IV municipio? Io vedo nella maggioranza municipale tanti annunci, alcuni provvedimenti di buona volontà, ma anche la difficoltà a elaborare una politica complessiva coerente e concreta. Anche perché le divisioni esistenti al suo interno sono spesso paralizzanti, addirittura su temi marginali come l’intitolazione a personaggi pubblici delle sale del Municipio…
Milanesi: Un governo municipale da buttare?
Martino: No, abbiamo la responsabilità di appoggiare le cose giuste ed evidenziare quelle sbagliate. È sciocco pensare che tutto sia sbagliato, ma vorremmo una visione delle istituzioni responsabile e una politica di ampio respiro.
L’opposizione di sinistra, peraltro, contesta ma non fa proposte alternative serie e sostenibili. Anche perché è impegnata in polemiche interne sterili: alcuni vogliono vincere la gara a chi è più “inflessibile” contro la maggioranza, e fanno la guerra a chi si azzarda a ragionare sui contenuti.
Noi stiamo cercando di attrezzarci per cambiare il registro.
Milanesi: Che vuol dire “cambiare registro”?
Martino: Vuol dire due cose: la prima è che i nostri consiglieri saranno attivi come collegamento tra realtà civile, parrocchie, associazioni, singoli cittadini ed il Consiglio municipale; la seconda è che ci apprestiamo a giocare un ruolo nella definizione della guida del Municipio. Anche perché, ne sono certo, il prossimo appuntamento elettorale ci vedrà protagonisti.
Milanesi: Grazie.
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