Sul forum neonazista la “lista della vergogna” riporta in auge l’antico dolore delle persecuzioni
Roma – “Il dovere di ogni nazionalsocialista è quello di scovare l’ebreo camuffato, partendo dal vicinato, verificarne la reale fattura giudaica incrociando dati con reali osservazioni e diffondere la notizia in maniera capillare in modo che il giudeo possa risultare in qualche modo evidenziato a vita, con l’intento di ledere la sua posizione monopolizzatrice”. Così Stielhandgranate 24( dal nome della granata da lancio del Reichswehr), utente delle pagine italiane di Stormfront, giustifica la lista antisemita di nomi italiani di origine ebrea comparsa qualche giorno fa sul forum neonazista americano, fondato nel 1995 da Don Black ex leader del Ku Klux Klan.
Il sito è ospitato su un server americano, ma gli utenti che firmano molti post e si nascondono dietro a nickname di ispirazione nazionalsocialista, sono spesso italiani individuabili dalla polizia postale. Elenchi di ebrei italiani “influenti”, dall’economia ai media, ma anche nel mondo dello spettacolo. Decine di nomi e cognomi di imprenditori, artisti e giornalisti, citati in virtù delle loro (vere o presunte) origini ebraiche. Questa blacklist dell’odio antisemita compare a più riprese – con un’escalation di aggiornamenti in questi ultimi giorni- e figura in una discussione online dal titolo “Il giudaismo internazionale”. Scopo del forum animato dagli adepti virtuali del Klan del Ventunesimo secolo, è quello di mettere in evidenza il potere che gli ebrei “hanno acquisito in campo economico, descrivendo la situazione nelle varie nazioni del mondo”. Dietro a questo lavoro, spesso basato su grossolane ricerche sul web, c’è l’ossessione di scovare la cosiddetta “lobby ebraica”.
Ci sono Roberto Saviano (nato, come ha spiegato lo stesso scrittore in un’intervista, da madre di origine ebraica) e Carlo De Benedetti, presidente del Gruppo L’espresso. Si cita anche la famiglia di Alain Elkann, ma anche Antoine Bernheim, ex presidente di Assicurazioni Generali e Susanna Tamaro (cresciuta in una famiglia di origini ebraiche), ma una delle liste più nutrite è quella dei giornalisti, di carta stampata e televisione. Oltre a Gad Lerner, uno dei bersagli preferiti (viene definito “faccia da cancellare”) insieme alla deputata del Pdl Fiamma Nirenstein, vi compaiono, tra gli altri, Paolo Mieli, Clemente J. Mimun, e molti giornalisti dei tg pubblici ma anche del Tg5 (fino ad una segretaria di redazione del Tg3). Una ventina sono i nomi del mondo dello spettacolo, come Joele Dix e Luca Barbareschi.
Alla polizia postale, adesso, spetterà il compito di lavorare sulle tracce telematiche lasciate dagli autori di quei post, mentre l’indignazione spinge i nostri politici alla presa di coscienza che un più rigido controllo del web è necessario. “Questo grave fatto impone interventi immediati e prese di posizione nette. Il governo italiano è pronto, come sempre, a fare la sua parte. E’ stata approvata all’unanimità una risoluzione, di cui è prima firmataria Fiamma Nirenstein, che impegna il governo a siglare il Protocollo Addizionale alla Convenzione di Budapest sulla cybercriminalità, protocollo di strategica rilevanza poichè mira alla repressione dei reati di tipo razzista e xenofobo commessi attraverso sistemi informatici” afferma il ministro della Giustizia Angelino Alfano. Così interviene anche Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma (e promotore di un appello per introdurre in Italia il reato di negazionismo): “Sulla rete il sistema è totalmente fuori controllo…. In Italia siti neonazisti sono stati chiusi e se la comunità ebraica americana presenta le denunce di rito anche negli Stati Uniti si potrà intervenire. Lancio un appello alle istituzioni, al governo italiano affinché si rendano promotori di una legge internazionale, in Italia c’è e funziona bene, che possa contrastare efficacemente questo fenomeno”.
“La rivelazione oggi di un sito antisemita legato al Ku Klux Klan che pubblica numerosi elenchi di ebrei italiani “influenti” nel mondo
della finanza e dei media, dove per l’ennesima volta mi trovo inclusa – sostiene Fiamma Nirenstein (Pdl) è la conferma della diffusione dell’antisemitismo online e della minaccia reale che questo fenomeno comporta all’incolumità fisica degli ebrei”. Infine, per Gad Lerner l’utilità di questa operazione antisemita sta nel fatto che “a me ricorda come il privilegio mi vincoli al dovere della memoria, a noi ricorda come 70 anni fa in questo paese uno come me non poteva lavorare in tv”. Alessia Forgione