Roma – Ormai manca soltanto un mese al Referendum del 12 e 13 giugno 2011, e diventa sempre più palese il modo in cui il Governo non solo cerca di evitarlo, ma addirittura impedisce che se ne parli nella speranza che non venga raggiunto il quorum necessario per abrogare le norme sulla privatizzazione dell’acqua, sulla costruzione di centrali nucleari in Italia e sul legittimo impedimento del Presidente del Consiglio e dei Ministri a comparire in udienza penale.
In risposta a questo atteggiamento di rifiuto da parte degli enti governativi, spinti, a quanto pare, da sondaggi e statistiche che indicherebbero una pressoché totale adesione degli italiani all’abrogazione di tutte e tre le norme, i cittadini tutti si stanno impegnando a pubblicizzare autonomamente l’evento attraverso internet, social network e tutti gli abbordabili mezzi di comunicazione di massa, affinché a giugno non si giunga impreparati … ma soprattutto affinché si giunga!
E’ assolutamente necessario tenere presente che trattandosi di Referendum popolare abrogativo, i votanti che vorranno impedire l’affidamento della gestione dell’acqua a enti privati dovranno votare SI ai primi due quesiti; coloro che vorranno impedire la costruzioni di centrali nucleari dovranno votare SI al terzo quesito; coloro che vorranno impedire al Presidente del Consiglio e ai Magistrati di usufruire del legittimo impedimento, che, lo ricordiamo, è l’istituto che permette all’imputato in questione di giustificare la propria assenza in aula, dovranno votare SI al quarto e ultimo quesito (che, non a caso, è anche quello più temuto dal Presidente in carica, Silvio Berlusconi).
Ieri 9 maggio all’alba alcuni attivisti di Greenpeace, l’associazione mondiale non violenta che promuove azioni dirette per denunciare i problemi ambientali e per la pace, ha scalato con l’aiuto di un camion – gru il terrazzo del Duce a piazza Venezia e vi hanno appeso uno striscione con l’immagine del premier e con lo slogan “Italiani, il vostro futuro lo decido io”. Poco più sotto l’invito: ”Sul nucleare si deve votare”. Alessia Forgione