Associazione Internazionale CulturAmbiente e Centro per la Pace
Roma 1970 CulturAmbiente© 2010 40anni
“Riforma del Mercato del Lavoro – Lavoro garantito – Art. 18 – Ridistribuzione del Reddito”
– Indirizzi generali e Obiettivi programmatici-
Tutti noi sappiamo che il nostro Paese è giunto ad un bivio che riguarda la Riforma del mercato del lavoro. La legge della domanda-offerta da tempo non è più rispettata, creando squilibri che da una parte vedono le industrie e le imprese ricercare figure professionali che scarseggiano, dall’altra un’offerta di lavoratori e professionisti che non rispettano più le richieste del mercato.
Troppi laureati, si dice, soprattutto in ambiti scientifici non sempre richiesti, che non trovano sbocchi professionali adeguati alla loro preparazione e ai loro sacrifici di studenti e che sono destinati ad una comprensibile frustrazione, sia sotto il profilo socio-culturale, sia sotto il profilo economico e, non ultimo, psicologico.
E’ necessario abituarsi a saper svolgere lavori e professioni diverse e a saper cambiare attività più volte nel corso della vita, a seconda delle necessità del momento: le nostre necessità, ma anche quelle della società, che richiede profili professionali diversificati nel tempo.
Questa è la risposta che mi sento di dare ai giovani, quando mi chiedono un consiglio su che tipo di lavoro potrebbero svolgere nel panorama occupazionale odierno.
D’altra parte esistono richieste di occupazioni non facilmente colmabili, ad esempio quelle di personale infermieristico specializzato, di specializzazioni pratiche nel campo dell’edilizia, della sanità, delle cure alla persona, ma anche lavori produttivi nell’agricoltura, nell’allevamento, nella produzione di tutto ciò di cui il consumo umano quotidiano necessita.
E’ anche vero che il lavoratore italiano deve confrontarsi con la concorrenza della produzione importata dall’estero ed anche con l’offerta-lavoro delle popolazioni immigrate.
Occorre da una parte una integrazione socio-culturale tra etnie diverse e dall’altra una concreta programmazione della quantità e qualità delle attività necessarie all’equilibrato mantenimento del Sistema Paese Italia, inquadrato in una ottica sovranazionale almeno europea, ma spesso anche extra continentale.
Nelle scuole è indispensabile comunicare queste necessità alle giovani generazioni affinché possano operare scelte formative adeguate al loro futuro ingresso nel mondo del lavoro.
Bisogna ricordare che è meglio avere una occupazione soddisfacente con un titolo inferiore a quello anelato, piuttosto che una laurea che non offre alcuno sbocco professionale e lascia il giovane a casa con i genitori fino a 40 anni ed oltre. In questo modo non si riesce a creare una famiglia con dei figli, non si riesce a costruire un futuro degno di questo nome … in una parola non si riesce a vivere con la giusta serenità e gioia … La Vita è una esperienza unica … irripetibile, che vale la pena di essere vissuta con impegno e soddisfazione, quindi con il riconoscimento sociale ed economico che a ciascuno compete.
D’altra parte esistono figure professionali di particolare specializzazione che vanno mantenute nell’interesse della comunità e tutelate nel mantenimento del posto di lavoro, in quanto non facilmente permutabili. In questo dovrebbe intervenire la programmazione e la tutela da parte dello Stato, unico veramente interessato a conservare lavoratori e professionisti atipici, indispensabili alla copertura di funzioni necessarie al buon funzionamento della macchina Paese, sia dal punto di vista produttivo, sia da quello sociale ed economico.
La pura logica economica non sempre può soddisfare tutte le necessità di progresso di una Società, da intendersi anche sotto il profilo della Memoria storica: non esiste futuro di una Civiltà senza la custodia della memoria di chi quella Civiltà ha generato e per quella Civiltà ha lavorato, combattuto, costruito, sofferto, gioito e investito.
Il lavoro è bene, quindi, che dopo adeguata programmazione nella qualità e nei numeri, venga garantito, in modo da poter offrire ad ogni lavoratore quella naturale sicurezza sociale, economica e psicologica basilari per il proprio futuro e per lo sviluppo della famiglia e di tutta la società, nel rispetto dei pieni diritti universali dell’essere umano.
Per quanto riguarda la tutela nell’ambito del lavoro, siamo pertanto per il mantenimento dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, ma teniamo a precisare che tante parole spese sull’argomento rappresentano un falso problema, non necessariamente il più importante, che è costituito dal risanamento del debito pubblico e dalla sperequazione, ma certamente molto utile per distrarre l’interesse del mondo del lavoro dalle reali e proficue problematiche che andrebbero affrontate e risolte.
Infatti l’art. 18 (Statuto dei Lavoratori, L. 300 del 1970), è usato tante volte senza cognizione di causa. Esso rappresenta sostanzialmente una sanzione, e si applica solo dopo che il lavoratore si è già rivolto ad un giudice, dopo essere stato licenziato, e questo giudice ha già accertato che il licenziamento è illegittimo, perché immotivato o ingiusto, o per altre cause analoghe.
L’articolo 18, quindi, non mette in discussione il potere del datore di licenziare un dipendente, che resta fermo sempre: se ci sono validi motivi l’imprenditore potrà sempre e giustamente licenziare. L’art. 18, invece, ha lo scopo di proteggere un comportamento del datore di lavoro illegittimo e lo fa con una tutela certamente molto forte: il lavoratore di un’impresa di medie-grandi dimensioni (l’articolo 18 non si applica ad aziende che occupano fino a 15 dipendenti) ha (e aveva) diritto di riprendere il proprio posto di lavoro così come lo aveva lasciato, oltre alle retribuzioni che non aveva percepito nel periodo fra il licenziamento e la reintegra, oppure, a sua scelta, di ricevere un’importante indennità economica (15 mensilità, le quali, tuttavia, sono più alte di 15 mesi di stipendio, perché ognuna comprende il rateo di tredicesima etc.).
Il potere dell’art. 18 è, in realtà, un potere deterrente: l’imprenditore ci penserà bene, prima di esporsi ad un licenziamento illegittimo, perché per “sbarazzarsi” di una persona non più gradita, rischia non solo di dover sborsare cifre non indifferenti, ma soprattutto di doverlo riassumere in azienda.
Il nostro Governo vorrebbe mantenere il “vecchio” articolo 18 soltanto per i licenziamenti discriminatori, che sono difficili da provare, dal momento che è il lavoratore a dover dimostrare di essere stato discriminato. È giusto, quindi, mantenerlo, ma in sostanza si tratta più di demagogia che di concretezza.
Restano comunque i licenziamenti disciplinari, cioè quelli determinati da una importante negligenza del lavoratore, e quelli determinati da motivi oggettivi (chiamati anche economici), il cui caso più tipico è la riduzione del personale. Nel primo caso sarebbe il Giudice a decidere per il reintegro o per un indennizzo, nel secondo caso si parla solo di indennizzo economico.
L’efficacia deterrente che aveva l’articolo 18, pertanto, sarebbe destinata a diminuire i suoi effetti.
Il Governo Monti ha sostenuto che l’articolo 18 andava modificato anche senza la condivisione delle parti sociali, vantandosi di aver tolto il diritto di veto al sindacato e concludendo la trattativa, svoltasi senza alcun testo scritto di riferimento, entro il 23 marzo 2012 (a dieci anni precisi dalla grande manifestazione della CGIL in difesa dell’art.18) e presentandola al mondo dell’estremo oriente come una soluzione di flessibilità all’avanguardia!
La verità, pragmatica, è che non esiste altra formulazione dell’articolo 18, finalizzata a tutelare chi viene ingiustamente licenziato, migliore di quella che abbiamo conosciuto negli ultimi 40 anni (come tale, a nostro modesto parere, VA MANTENUTO tal quale). Il fatto di aggiungere al testo del Governo Monti la reintegra per i licenziamenti per motivi economici, non rappresenterà altro che un adeguamento della legislazione in una ottica europea. Al contrario, senza la reintegra il Governo avrà abbattuto quello che usa chiamare in termini poco democratici “totem”, che invece, visto dal punto di vista più umano del lavoratore possiamo meglio affermare come “dignità”, dignità del lavoratore, dignità della persona, dignità di una società che non può certamente fare a meno di uno sviluppo esclusivamente economico-contabile, ma necessita di un progresso parimenti culturale, sociale, civile, inquadrato in un programma di sensibile e ampio respiro.
Per quanto riguarda la ridistribuzione del reddito, mi sento di condividere quanto scritto da Martina Curci, esperta in Politiche Europee e Internazionali.
La Curci afferma che “LA MAL DISTRIBUZIONE DEL REDDITO e la TOTALE ASSENZA DI PROPOSTE SIGNIFICATIVE, E’ LA PRINCIPALE CAUSA DELLE NOSTRE PROBLEMATICHE ATTUALI E PURTROPPO ANCHE FUTURE…
La politica attuale del Governo Monti, se in una prima fase ha trovato opportune giustificazioni, appellandosi anche attraverso i media ad una situazione politica ed economica altamente , si è rivelata in seguito un completo fallimento, oltre che un “complotto fallimentare”….
INFATTI, se pur tra qualche anno è previsto (menzogna) un pareggio di bilancio ed una crescita del prodotto lordo intorno al 2%, queste cifre sarebbero comunque irrilevanti, sia da un punto di vista del rigore economico, sia da quello della crescita… Siamo in un momento di ASSOLUTA RECESSIONE ECONOMICA, come testimoniano tutti gli organismi internazionali. Nessuno, pare, VOGLIA FAR NULLA PER METTERE FINE A QUESTA FORMA DI STILLICIDIO, quando invece a mio modesto parere basterebbe, per una crescita economica immediata, attuare alcune significative e semplici iniziative, come la VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE, CHE AMMONTA A QUASI 1500 MILIARDI, quotazione in borsa e sottoscrizione (per così dire) quasi forzosa per le categorie più ricche; potrebbero essere così disponibili in tempi brevi 300/400 miliardi che andrebbero in parte ad abbattere il debito pubblico e dall’altra a far fronte ad una crescita economica non indifferente.
Ancora L’ ACCORDO CON LA SVIZZERA, che ci frutterebbe quasi 20 miliardi, somma che rappresenta la percentuale che deve dare lo stato elvetico per compensare in parte i depositi scudati fuggiti all’estero. E poi il DECRETO ANTICORRRUZIONE, che abbinato al taglio della spesa pubblica, frutterebbe alle casse dello stato quasi 80 miliardi. Inoltre l’ELIMINAZIONE dei GETTONI DI PRESENZA da parte del “sottobosco” politico (Regioni, Provincie e Comuni) che ammontano quasi a 3 miliardi. E così l’UTILIZZO DELLA CASSA DEPOSITI E PRESTITI per il pagamento dei fornitori dello stato, i quali a causa di questi ritardi sono in grandissima sofferenza. Di seguito una GRANDE SFERZATA ALLE BANCHE, affinché i soldi presi dalla BCE al’1%, invece di essere investiti al 5-6%, vengano utilizzati per il sostegno economico delle imprese e delle famiglie. Andando avanti suggerirei una PATRIMONIALE TEMPORANEA sulle ricchezze mobili oltre gli 800 mila euro. Non può mancare ancora un RIORDINO E CONSEGUENTE ELIMINAZIONE di tutte le aziende partecipate, frutto di una politica corrotta e di consenso clientelare. Indispensabile poi il PAGAMENTO dell’IMU (ex ICI) da parte di tutte le fondazioni bancarie, che sotto la falsa denominazione giuridica di “NO-PROFIT” gestiscono le maggiori banche italiane. E’ necessario ancora un forte INVESTIMENTO IN OPERE PUBBLICHE, soprattutto per il riassesto idrogeologico, che permetterebbe di evitare ogni anno catastrofi e calamità naturali, le quali comportano ingenti perdite economiche e di vite umane, dando peraltro un grosso impulso alla crescita economica. MEDITIAMO GENTE, MEDITIAMO!!!
E’ proprio alla luce di queste considerazioni generali e programmatiche che già da molti anni l’Associazione Internazionale CulturAmbiente e il Centro Internazionale per la Pace, presieduti dal loro Fondatore arch. prof. Umberto Puato, hanno messo a punto una serie di Obiettivi socio-economici programmatici, prioritari per lo sviluppo armonico del Sistema Paese Italia, già verificati a livello territoriale in più realtà e occasioni e presentato a livello politico fin dal 1995 al Senato della Repubblica, alle forze politiche e culturali, ai cittadini elettori in vista di elezioni politiche nazionali ed amministrative.
Obiettivi programmatici
1¨ Emergenza disoccupati: “NUOVI POSTI DI LAVORO”. SOCIALE
In vista del prossimo decennio prevediamo di incrementare il sistema formativo attraverso l’offerta di percorsi di apprendistato guidati che assicurino ai giovani, ma anche a chi ha perduto il lavoro o voglia migliorarlo, magari in età avanzata, di essere comunque inquadrato nell’attività più congegnale al termine del percorso formativo prescelto in accordo con le esigenze della domanda e offerta del mondo del lavoro. In particolare desideriamo attuare percorsi formativi e collocare al lavoro operatori e specialisti nei seguenti settori:
- Cura della persona (badanti, infermieri, medici)
- Addetti alle pulizie e alla ristorazione (colf, camerieri, cuochi, etc.)
- Operatori informatici (uso operativo del computer, conoscenza base del funzionamento hardware della macchina computer)
- Operatori nei Call-Center
- Operatori turistici e beni culturali (cultura dei luoghi turistici e dell’ambiente, beni d’arte, paesaggio come bene culturale e di risorsa economica, terme, montagne, mare, musei, opere d’arte, architetture, spettacolo, cultura letteraria, poesia)
- Operai specializzati nel campo dell’edilizia (recupero di tecniche scomparse nel campo del restauro)
- Artigiani in via di estinzione (calzolai, fabbri, idraulici, falegnami, sarti, tappezzieri, giardinieri, ceramisti, marmisti, scalpellini, etc. etc.)
2¨Inserimento culturale e sociale dei cittadini STRANIERI nel rispetto delle Leggi italiane e dei Diritti internazionali degli ospitati e degli ospitanti.
3¨ Inserimento anziani nei SERVIZI SOCIALI e nelle ATTIVITA’ SOCIALI, EDUCATIVE e RICREATIVE (Parchi pubblici nei Municipi e davanti alle Scuole).
4¨ Adeguamento delle PENSIONI minime e sociali al costo della vita – Riconoscimento di un sostegno economico alle casalinghe e ai casalinghi e alle famiglie separate bisognose nel rispetto della dignità di ogni persona: uomo, donna, figli e genitori.
Riunificazione di tutti i contributi acquisiti in qualunque attività lavorativa nel corso di tutta la vita e riconoscimento di un trattamento pensionistico anche minimo in proporzione ai contributi comunque accumulati, indipendentemente dal tetto minimo di anni contemplato dall’attuale normativa: ognuno ha diritto a vedersi riconosciuti tutti gli anni maturati senza perdere nulla di quanto accumulato. Oggi, invece, chi non raggiunge, anche per poco, gli anni minimi di contribuzione non ha diritto a nulla! Questo è anti-democratico, discriminante, anticostituzionale per una Repubblica fondata sul Lavoro, in cui il cittadino non si sente più tutelato dal proprio Stato. Ciò si traduce in una insicurezza diffusa in tutti i cittadini, in particolare dei ceti medi e più deboli (che sono la maggior parte), distoglie ciascuno dai valori fondamentali della vita, del rispetto della persona, dell’amore, di tutti ciò che rappresenta il fondamento necessario e indispensabile dell’unione familiare. La famiglia, posta a fondamento della nostra società ne risente negativamente da tutti i punti di vista, pertanto la vita del nostro Paese non progredisce con serenità e serietà come dovrebbe e come uno Stato di diritto democratico e moderno avrebbe bisogno di realizzare nel panorama socio-culturale ed economico europeo e mondiale.
Il cittadino italiano al raggiungimento dell’età pensionabile (dai 55-60 anni delle donne-uomini per gli invalidi almeno all’80% ai 61-62 degli autonomi e 62-63 dal 2014 in poi) merita di avere un trattamento economico e assistenziale tale da renderlo psicologicamente e materialmente sicuro del proprio futuro, soprattutto in presenza di invalidità e handicap, senza gli attuali cavilli e limiti imposti dalla normativa che, spesso tradiscono le aspettative del cittadino proprio nell’età più delicata della vecchiaia, quando è più debole ed indifeso, proprio come un bambino.
5¨Aggregazione sociale, crescita dell’Impegno Civile, Moralità, Partecipazione, Recupero delle TRADIZIONI, MEMORIA STORICA come insegnamento per il futuro (Centri di documentazione della Storia del nostro Paese e Musei attivi di sé stessi in vista di un recupero “dinamico” di attività lavorative, culturali e formative in rapporto con il territorio).
6¨ Iniziative per la CULTURA, spettacolo, tempo libero, promozione turistica CULTURA
(Concerti di Musica sacra, leggera, rock, etc. nelle Chiese e nelle Piazze… come negli anni ’60-’70; Terme e Turismo, Sagre, Mercatini, Aree montane, Parchi scientifici e tecnologici, etc.).
7¨ Valorizzazione e sviluppo di attrezzature esistenti e SCUOLE (Stadi, Spazi comunali, Cinema e Teatri dimessi, Istituti scolastici in collegamento “sinergico” con il territorio).
8¨ Valorizzazione, rispetto e tutela del territorio e dell’AMBIENTE. TERRITORIO
(Salvaguardia da terremoti e smottamenti, Fruizione sostenibile dei Parchi naturalistici in sintonia con l’eco-sistema e le necessità di sviluppo economico degli abitanti in relazione alle necessità di vita dirette e quelle di promozione turistica e produttiva, differenziate naturalmente per zone di rispetto naturalistico e produttivo in vista di un sistema uomo-natura armonioso ed equilibrato).
9¨ Recupero patrimonio dei MUNICIPI (riappropriazione e seria manutenzione di spazi urbanistici dismessi o illegalmente occupati, immobili dati in uso non proficuo, oculata gestione economica della cosa pubblica con riguardo all’interesse del cittadino contribuente).
10¨ Sviluppo equilibrato DELLE AREE INDUSTRIALI, come ad esempio quello dell’Area Tiburtina, in relazione a quello dell’Area Romana, soprattutto del settore sud-est / nord-est (Industrie della Tiburtina Valley, Cave, Terme, Mercati generali, TAV, metropolitana, etc.).
11¨ PIANIFICAZIONE URBANISTICA, Servizi, Infrastrutture, Mobilità,… ascoltando le istanze dei cittadini, iniziando da coloro che poveri, emarginati e “non colti” non sono mai stati ascoltati dai politici.
12¨ Miglioramento gestionale delle AZIENDE SANITARIE LOCALI in rapporto con il TERRITORIO (Sportello “AIUTO AL CITTADINO” per risolvere iter burocratici in particolare inerenti la SANITA’, PREVIDENZA, HANDICAP, PENSIONI).
13¨ Piano integrato di SVILUPPO sociale economico-produttivo.
14¨ RICICLAGGIO di materiali riutilizzabili nelle discariche. Ammodernamento dei sistemi di smaltimento dei rifiuti per renderli compatibili con l’ambiente e la sicurezza sanitaria degli abitanti (vedi: discarica dell’”Inviolata” di Guidonia, sistema di smaltimento di “ex Malagrotta-La Pisana-Ponte Galeria” a Roma, il sito di “Corcolle” problematiche ambientali e archeologiche).
15¨ Istituzione di un PATRONATO per i DISOCCUPATI e PENSIONATI.
CulturAmbiente e il Centro per la Pace hanno stilato il programma, che abbiamo riportato in maniera sintetica, ma puntuale, in collaborazione con il “Mo.N.De.P.I.-Movimento Nazionale Disoccupati e Pensionati Italiani” e “L’Altra Italia” (Movimenti creati dal compianto amico Luigi Russo) fin dal 1995, perfezionandolo dieci anni dopo nel 2005, in occasione della candidatura al Senato della Repubblica nelle elezioni politiche del 2006 e poi in quelle amministrative nel Comune di Roma. Dal 2008 lo stesso programma, adattato alle esigenze contingenti del nostro Paese, viene offerto alle Forze politiche più sensibili e democratiche per cercare soluzioni dirette e condivise alle richieste dei cittadini. L’aggiornamento del programma, la sua sperimentazione concreta e la sua diffusione, oggi si avvale anche della collaborazione di ulteriori, validi contributi, come quello dell’Associazione Nazionale “Altermeridia Onlus”, presieduta dall’amico Claudio Lozzi, e del “MDLF- Movimento Democratici Liberi e Forti”, ispirato a Luigi Sturzo e fondato dal Cav. Gaetano Tropeano, del quale mi onoro far parte in considerazione della mia antica formazione culturale, sociale e politica democratica e cristiana.
arch. prof. Umberto Puato
presidente Associazione Internazionale CulturAmbiente
e Centro per la Pace
Roma-Guidonia-Tivoli- Il Cairo-San Francisco (USA)
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