ROMA – Oltre un milione di elettori hanno partecipato alle primarie parlamentari del Pd, in vista delle prossime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013. Più di un terzo di quelli che avevano votato lo scorso novembre per la scelta del candidato premier del centrosinistra.
Un risultato sottolineato con soddisfazione dal segretario del Pd, Pierluigi Bersani che ha parlato di un successo «superiore alle nostre aspettative per un esperienza che non ha precedenti nella storia politica nazionale ed europea». Ce n’è a sufficienza , secondo il segretario, per «riflettere sugli enormi spazi che ci sono per una riforma della politica che parta dal basso e dalla partecipazione dei cittadini».
Da queste elezioni sono emersi principalmente volti nuovi, giovani e anche molte donne. Per iniziare, in Lombardia i vincitori, sono stati gli under quaranta: il consigliere regionale Pippo Civati (37 anni) a Monza; Chiara Braga (33 anni) a Como; Veronica Tentori (27 anni) a Lecco e Alan Ferrari (37 anni) a Pavia. In Piemonte la 28enne Francesca Bonomo, consigliere comunale di Barbania. In Emilia-Romagna tra i più votati troviamo a Modena Matteo Richetti, presidente dimissionario dell’Assemblea legislativa, l’oro olimpico Josepha Idem ed il 24enne Enzo Lattuca segretario democratico di Cesena. In Toscana, la più votata è stata Elisa Simoni, assessore al lavoro in carica nella Provincia di Firenze, seguita da Dario Nardella e Rosa Maria Di Giorgi, rispettivamente vicesindaco e assessore alla pubblica istruzione a Palazzo Vecchio. E ancora scendendo. Nelle Marche ha vinto la studentessa Lara Ricciatti.
Nel sud vincono la 40enne Angela Saggese, segretario generale del Comune di Salerno, la 26enne Cecilia Ventricelli candidata a Bari e la 25enne Magda Culotta, Sindaco di Pollina , candidata a Palermo.
Mentre tra i veterani passano: la presidente dell’assemblea Rosy Bindi a Reggio Calabria; Barbara Pollastrini, candidata più votata a Milano; Anna Finocchiaro che conquista Taranto e l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano che a Torino ottiene un mezzo plebiscito.
A Roma, invece, dove i votanti sono stati 47 mila, ha trionfato Stefano Fassina.
Ha fatto scalpore la débacle di Giorgio Gori, spin doctor di Matteo Renzi, che escluso a Bergamo, ha subito polemizzato con l’apparato e con Renzi.
In queste ore ci sarà il passaggio più arduo. Infatti, la direzione nazionale dovrà trovare il coraggio di inserire i parlamentari scelti. Intanto, Bersani dopo le candidature di Piero Grasso e Massimo Mucchetti, pensa ad altre figure che possano arricchire la sua quota.
Ernesto De Benedictis