«Nella notte il Ponte di Ferro, lo storico ponte di archeologia industriale che collega Marconi ad Ostiene, a pochi passi dal Gazometro, è stato smontato e il ferro di cui era costituito asportato. Si tratta di uno dei furti più incredibili che ha caratterizzato la nostra città in questi ultimi anni, un’operazione da far invidia anche a Lupin», così dichiara in una nota Augusto Santori, già consigliere del Municipio XI.
«A parte le ironie, si tratta di evidenziare un atto di estrema gravità, che si inquadra a tutti gli effetti in quel losco mercato del ferro e del rame che oramai contraddistingue la nostra città. Cabine dell’Enel, cavi dell’illuminazione sul Gra, cavi telefonici, tombini, arredi urbani che vengono quotidianamente divelti, ma il fatto che ora Roma abbia un ponte in meno è inconcepibile, gravissimo, preoccupante. Si tratta di un ponte di archeologia industriale, dunque oltre all’ingente danno economico, si registra una perdita inestimabile per il patrimonio storico e culturale di Roma e in particolare di questo quadrante della Capitale. L’auspicio è che vengano subito consegnati alla giustizia i responsabili di questo furto e che, allo stesso tempo, Marino e il governo si facciano promotori di interventi straordinari per ripristinare la normale viabilità della zona attraverso l’installazione di un nuovo ponte», conclude Santori.
di Fabio Galli