Milano – «Per la politica ho un grande rispetto, la seguo dall’esterno con attenzione, ma il mio posto è nelle aziende, questo è il lavoro che mi piace fare. E poi questa storia della trasmissione dinastica non mi ha mai convinto. La leadership non si eredita ma nella vita non si può mai escludere nulla. Oggi è così. Un domani, se capitasse, la politica, chissà». Così Marina Berlusconi, in un’intervista del 30 aprile scorso al Corriere della Sera, apre uno spiraglio riguardo al suo eventuale impegno in politica.
La primogenita dell’ex Cavaliere si sofferma anche su Matteo Renzi: « Un libro non si giudica dalla copertina. Renzi si è bene. Più che il nuovo che avanza, a me il premier sembra il nuovo che arretra. Sul decreto lavoro, il dietrofront dettato dalla sinistra Pd ha del clamoroso. Le misure come il decreto “80 euro” sono spese elettorali e non investimenti per la crescita. Posto che si trovino le coperture. Quei soldi, oltre 20 miliardi in due anni, si potevano usare in modo molto più efficace. Oltretutto il decreto fa acqua da tutte le parti. Conti alla mano, l’unica certezza è che aumentano le imposte su casa e risparmi. In un momento così difficile».
Marina Berlusconi parla poi delle aziende di famiglia e della vicenda di De Benedetti, dicendo: «Per Mediaset, Mondadori e Mediolanum la crisi è stata ed è ancora durissima. Però abbiamo saputo reagire bene lavorando su costi ed efficienza, investendo sui prodotti e senza mai perdere la capacità di innovare. Stiamo affrontando bene tutte le difficoltà. E in quel tutte c’è anche l’inaccettabile esproprio di 500 milioni a favore della Cir di De Benedetti per il Lodo Mondadori».
Infine la presidente discute delle dichiarazioni e del tradimento di Bondi, Bonaiuti e Alfano, affermando: «Ma questi signori dov’erano, che cosa facevano? Non li sfiora il sospetto di essersi dimostrati a dir poco inadeguati? E che senso ha ripetere che Forza Italia non ha un progetto politico?… Queste persone hanno innanzitutto tradito se stesse e la propria storia. Consegnandoci una granitica certezza: l’unica cosa in cui sono grandi è la mediocrità. Il dissenso è ovviamente legittimo, ma ci sono anche i modi e i tempi giusti per esprimerlo. Quando poi si scopre che spesso dietro certe nobili prese di distanza ci sono in realtà soltanto faide di potere o fame di poltrone, il tutto diventa, se possibile, ancora più avvilente».
Ernesto De Benedictis