Da ieri tocca all’Italia di Matteo Renzi prendere le redini dell’ Europa. Il Premier italiano ha tenuto un discorso di circa venti minuti per inaugurare il semestre di presidenza. Ciò è avvenuto dinanzi il Parlamento Europeo, a Strasburgo, con una standing ovation finale da parte della maggior parte degli Europarlamentari. Sul fronte economico Renzi ha affermato «senza crescita l’Europa non ha futuro». Su un lato più etico ha sottolineato la necessità di «ritrovare l’anima dell’Europa».
Il Presidente del Consiglio italiano ha lanciato un vasto piano di riforme che hanno lo scopo di toccare molti paesi europei. L’Italia, come ha affermato, non chiede scorciatoie, ma farà la propria parte e ne sarà addirittura protagonista. Anche il Consiglio Europeo, secondo il Premier, dovrà cambiare rotta, dando indicazioni precise su come affrontare i problemi più pressanti. Viene citata in primis la questione finanziaria, poi quella dello sviluppo e, infine, la questione mediterranea relativa all’immigrazione dall’Africa e dal Medioriente.
Bisogna ricordare che il Consiglio o Consiglio dei ministri europei possiede come compiti primari, insieme al Parlamento Europeo, quello di legiferare e redigere il bilancio dell’UE. A questi si accompagnano gli impegni secondari, ma non meno importanti, quali la definizione e l’implementazione della politica estera e di sicurezza comune, il coordinamento delle politiche economiche generali degli Stati membri e la conclusione di accordi internazionali tra l’Unione e Stati o organizzazioni internazionali. Il Consiglio è formato da un rappresentante del Governo di ciascuno Stato membro, quindi un ministro scelto ogni volta in base all’argomento dell’ordine del giorno (Affari Generali, Affari Esteri, Agricoltura e Pesca ecc.).
Ogni sei mesi la Presidenza del Consiglio è ricoperta da una Stato membro dell’UE, a rotazione. E ora è il nostro turno. Questa carica viene vista dalla maggior parte dell’opinione pubblica come un’opportunità per il Paese di assumere una posizione di leadership all’interno dell’Europa, e soprattutto di portare acqua al mulino di un’Italia dilaniata dalla crisi economica e sociale. Il Partito Democratico, durante la campagna per le elezioni europee 2014, aveva presentato un programma in 10 punti per cambiare l’Unione Europea e uscire da un clima di «austerità e inquietudine». Secondo Renzi, questo compito deve essere affidato alla «nuova generazione», che non attende, ma si mobilita per costruire una nuova Europa e una nuova identità europea. Infatti, oltre al tema economico e finanziario, il Primo Ministro ritiene che la vera grande sfida del semestre europeo sia «ritrovare il senso profondo del nostro stare insieme».