ROMA – Le elezioni del nuovo patron della Federcalcio si terranno oggi presso l’Hotel Hilton di Fiumicino. I 278 delegati chiamati a votare, si pronunceranno solo dopo aver ascoltato i discorsi dei due candidati.
Gli esperti di voto Figc dicono che la vittoria sarà quasi sicuramente assegnata a Carlo Tavecchio che è appoggiato dalle quattro Leghe, mentre sarebbero scarse le possibilità di successo pronosticate per l’altro candidato Demetrio Albertini, sostenuto dall’Aic e Aiac.
Tavecchio, appena arrivato a Roma, ha dichiarato: « La riforma del calcio italiano deve essere perseguita senza ulteriori ritardi. Nei giorni scorsi, ho assistito in silenzio e con profondo rispetto al formarsi delle diverse volontà elettorali. Il susseguirsi delle dichiarazioni, più o meno ufficiali, ha però distolto l’attenzione dalle priorità di cui necessita oggi il calcio italiano. Impegni concreti per i settori giovanili, per l’impiantistica sportiva e per i centri di formazione federale, per la riforma dei campionati e per le regole di governance che sono gli obiettivi principali che devono essere perseguiti senza ulteriori ritardi». «Questo – evidenzia Tavecchio – sarà possibile soltanto grazie al lavoro di squadra delle Leghe e delle componenti tecniche. Il mio programma è basato proprio sulla realizzazione degli obiettivi comuni e sul lavoro da fare insieme».
Nel frattempo, ai microfoni di RadioUno, il presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, Damiano Tommasi, affermava:« Purtroppo sono cose non controllabili. Lo sapevamo da quando sono partite le candidature che Tavecchio probabilmente sarebbe stato eletto presidente della Figc. Noi Aic siamo stati sempre contrari. Troppe persone pensano individualmente invece di pensare che la Federcalcio sia la casa di tutti. Prevalgono spesso gli interessi personali, di piccoli gruppi, piuttosto che il progetto sportivo, che dovrebbe essere messo al centro di tutto ma che non è stato centrale ora e che difficilmente lo sarà in futuro. Le adesioni a Tavecchio sono arrivate prima della presentazione dei programmi. Un progetto sportivo non si può improvvisare e non può essere fatto così. Questa situazione non vale solo per il calcio. In Italia si fa fatica a cambiare: la longevità istituzionale porta a non essere freschi e pronti a farsi da parte e a voltare pagina; anzi spesso si torna indietro nella pagina di sinistra».
Ernesto De Benedictis