Durissima la posizione dell’Anddos – ente in difesa delle discriminazioni sessuali – in merito alla presenza di Francesca Pascale al Gay Village. E’ il presidende Marco Canale a pronunciarsi chiarissimo sul gesto, considerato apertamente solo una ‘passerella mediatica’.
“Il fine giustifica i mezzi”, scriveva Macchiavelli. E’ vero, ma non è sempre così. Non lo è tutte le volte in cui il fine deve scendere a patti, e nel peggior modo, con coloro i quali sono sempre stati fieri oppositori finanche ad atteggiarsi, fino all’altro ieri, veri e propri carnefici. Non lo è tutte le volte in cui il mezzo “insozza” il fine, fino a far perdere di vista lo scopo del tutto. Non lo è tutte le volte che il mezzo è puro protagonismo fine a sé stesso, utile agli attori ma non alla storia.
Il fine di coloro che hanno deciso di scendere a patti con una minima porzione (molto minima e molto minimal) di Forza Italia, è completamente soffocato dal mezzo. Di colpo sembra che tutti si siano dimenticati delle volgari esternazioni del leader maximo di FI, di colpo tutto sembra accettabile, digeribile, sostenibile, purché se ne parli. «No! Ci sono cose che sono e restano inaccettabili e per le quali non è sufficiente chiedere scusa».
No, la cricca di ‘Berlusconi & C.’, non può, con un colpo di spugna, lavare la lordura sedimentata per anni. Preferiamo raggiungere il nobile fine dei diritti civili anche senza il loro falso aiuto. Non ne abbiamo di certo bisogno: è proprio questo il punto. E se qualcuno ha in mente di poter utilizzare o, peggio, trarre a proprio beneficio le parole di coloro i quali, magistralmente, hanno da sempre usato per fini elettorali “colpi di teatro”, è completamente fuori strada: illusi! Recitava un film: “il più grande inganno del diavolo è stato quello di far credere al mondo che lui non esiste”. Quella di Andos non è una scelta maniacale: tutti possono, per fortuna, cambiare idea, ma Anddos si oppone alla “comunella” dell’ultima ora per scelta Etica. Francesca Palumbo