Ancora polemiche sui sampietrini – la vecchia tecnica di pavimentazione delle strade romane introdotta nel Cinquecento da Sisto V per pavimentare piazza San Pietro. Da una parte il sindaco Marino, dall’altra il consigliere regionale Fabrizio Santori, seguito da Fabrizio Sequi, portavoce di alcuni comitati dei rioni del centro storico e non ultima Ilaria Giacobbi, presidente dell’associazione “Selciaroli Romani” preoccupati dell’ultima rimozione di sampietrini in atto nel rione Monti.
Si tratta della più recente puntata di una antica controversia. Il vecchio lastricato romano, nato proprio per resistere all’intenso traffico di carrozze, all’usura, alle dilatazioni termiche del clima romano e garantire una buona aderenza dei veicoli (la tradizione vuole che la decisione di Sisto V di lastricare Roma con questa tecnica fu presa dopo un mancato ribaltamento della carrozza papale in piazza San Pietro), non assicura più le necessità di una città moderna a cui serve una pavimentazione uniforme, non rumorosa, non scivolosa sotto la pioggia e adatta a velocità più sostenute.
Il problema è che non è facile e non è giusto rinunciare nel centro storico a quello che è un vero e proprio bene culturale e ambientale di questo territorio. Bene ambientale nel senso che questi caratteristici blocchetti di leucitite, i sampietrini romani, sono ricavati da un particolare tipo di lava basaltica proveniente dai vulcani dei Colli Albani lavorata a forma di piramide tronca, posata e poi battuta su un letto di sabbia o pozzolana (altro materiale abbondantissimo della campagna romana). Bene culturale nel senso che il paesaggio urbano dei rioni del centro storico, perderebbe un elemento caratterizzante a cui tutti i romani sono affezionati.
L’aspetto positivo di quest’ultima querelle è che la discussione sta forse per la prima volta mettendo a fuoco alcuni punti importanti: il sampietrino non riguarda storicamente i quartieri della Roma umbertina, quella dei ministeri storici per intenderci, e nella progressiva pedonalizzazione di porzioni sempre maggiori del centro storico per problemi di inquinamento atmosferico e acustico e per una migliore accoglienza dei turisti, il sampietrino potrebbe assicurarsi uno spazio ideale e duraturo in questi contesti. Come pure nelle arterie più centrali a intensa circolazione anche di mezzi pesanti come gli autobus e i pullman, ad esempio via Nazionale, la rinuncia al vecchio sampietrino a favore dei nuovi lastricati tecnologici potrebbe essere una scelta razionale e condivisa da tutti.