Politica europea nel Mediterraneo: l’analisi dettagliata, punto per punto, dell’ex premier Romano Prodi, in una audizione di ieri in commissione Esteri al Senato «l’Europa ha portato avanti una politica del Mediterraneo senz’anima. E tra i responsabili ci sono i paesi del “Nord” che bocciarono una serie di proposte avanzate gia’ nei primi anni del Duemila».
«Quando da presidente della Commissione europea giravo per il Mediterraneo c’era un vero e proprio risentimento per il fatto che l’Unione avesse solo attenzione all’allargamento per i paesi dell’est”, ricorda Prodi. “La mia risposta – racconta l’ex premier – era quella di voler chiudere una grande emergenza storica, quella dell’allargamento, per poi aprire una fase con una grande politica per il Mediterraneo. Devo dire che non c’e’ stata, come invece c’e’ stata una forte politica per l’allargamento. C’e’ stata una tragica asimmetria nella politica europea: un po’ per restrizione finanziaria e un po’ per il peso politico diverso che si e’ verificato».
Un esempio su tutti: «Quando decidemmo di fare la Banca del Mediterraneo i paesi del Nord dissero che era una inutile spesa perche’ c’era gia’ la Bei”. E poi la proposta dell’Universita’ con due sedi “una al Nord e una al Sud” e con professori “del Nord e del Sud». Per l’ex presidente della Commissione anche quella proposta fu liquidata perche’ inutile. Insomma, sottolinea Prodi: «E’ mancata l’anima della politica Mediterranea».
«Ci sono dei programmi di lavoro dell’Unione europea sull’immigrazione che se vanno avanti possono essere interessanti, sulle decisioni concrete c’e’ un inizio ma non ancora decisioni molto forti». Prodi si e’ poi detto colpito «dell’intera pagina del New York Times che definiva Mare Nostrum una roba grande rispetto a quello che fa oggi l’Europa» sull’immigrazione.
Trattata anche la tematica di Boko Haram. Nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul tema del Mediterraneo, ha citato i rischi rappresentati dall’organizzazione jihadista diffusa nel nord della Nigeria. «Oggi sottovalutiamo l’aspetto politico del terrorismo Boko Haram – ha detto il presidente – c’è la paura ed effettivamente il rischio che il terrorismo si espanda anche nel Sinai. Un attacco al terrorismo soltanto non risolve i problemi, ma lo sposta altrove». Riguardo alla domanda del senatore Monti sulla possibilità di un euro “a due velocità”, Prodi ha detto che “non lo ritengo un problema politico perché non credo che avverrà”, in ogni caso l’ipotesi «penalizzerebbe l’Italia, perché l’Europa sarebbe considerata quella del Nord e noi ne usciremmo indeboliti».
Sulla Libia, guerra dannosa, impossibile e irrealistica:«Sarebbe importante un’azione italiana di influenza su Stati Uniti e Russia perche’ la guerra in Libia e’ diventata una tragedia. Quasi la totalita’ dei nostri rifugiati e immigrati vengono dalla Libia e non abbiamo una controparte. «Penso fermamente che le guerre non si vincono con i droni e gli areoplani ma solo con gli scarponi- continua- e nessuno in questo momento e’ disposto a mettere tanti scarponi in Libia a cominciare dagli Stati Uniti dove di cadaveri tornare a casa ne hanno visti tanti e l’opinione pubblica e’ fortemente contraria». Secondo Prodi «l’azione bellica in Libia oltre che inappropriata e dannosa e’ anche impossibile e irrealistica», conclude.
Non c’è possibilità di pace senza coinvolgere le tribù: «Le tribù sono organismi politici con a capo delle ‘teste fini’, molto spesso. Poi ci sono anche persone folkloristiche. Ma non c’è nessuna possibilità di pace in Libia se non ci sono le tribù intorno al tavolo, per questo occorre un’operazione molto forte». Così Romano Prodi ha risposto alle domande dei senatori nel corso dell’audizione sull’Affare assegnato sul tema del Mediterraneo in commissione Esteri al Senato. Sulla Turchia, poi, Prodi ha sottolineato che «il Paese sta facendo una politica estera molto varia, con cambiamenti quotidiani: oggi agisce come una potenza regionale». Per l’ingresso della Turchia in Europa «io dicevo che ci sarebbero voluti 30 anni», ai turchi «ripetevo sempre di andare adagio». E ancora sull’immigrazione dall’Africa: «I capi di governo con cui ho parlato mi hanno fatto un esempio molto basilare: con l’abbassamento della mortalità e la natalità invariata dove vanno le persone? Da noi», riferendosi all’Europa. Rispondendo infine ad Augusto Minzolini (FI), l’ex presidente della Commissione europea ha detto che «è vero che nel Mediterraneo la grande potenza dovrebbe essere l’Europa, ma l’Italia da sola non conta. Purtroppo l’Europa si è presentata divisa su tutto mentre ci sono interessi che ci dovrebbero unire».
La Turchia sarebbe la chiave per risolvere il problema libico
«Oggi la Turchia è diventata una grande potenza regionale: dai Balcani fino al Nord Africa e al centro Asia l’influenza della Turchia, economica e politica, è molto grande. Questo sarà uno dei problemi dell’Europa e questa è anche la chiave anche del problema libico».
«Qatar e Turchia appoggiano il governo libico, questo paralizza una politica di carattere generale. Basterebbe un coinvolgimento di Cina, USA e Russia che in comune hanno il terrore del terrorismo, per rimettere in ordine le cose». L’opzione bellica è stata invece definita dal presidente “dannosa” oltre che “irrealistica”. Secondo Prodi dopo l’apertura a Est l’Unione europea ha fallito nel mettere in piedi una vera politica mediterranea. «Abbiamo usato una tragica asimmetria nella politica europea – ha sottolineato – Tutto è partito dall’abbandono dell’area del Mediterraneo da parte di Russia e Usa. Penso che sarebbe importante un’azione italiana su Stati Uniti e Russia per richiamare la loro attenzione su quel territorio».
LPN-Sbarchi: Posizione Cameron in Ue sembra uno sfottò: All’ultimo vertice straordinario Ue sull’immigrazione «il premier britannico da un lato ha dichiarato ‘parteciperemo alla missione nel Mediterraneo’ e poi si è affrettato ad aggiungere, in vista delle elezioni, ‘poi li portiamo in Italia’. Il che è una cosa ovviamente normale e scontata, ma detta insieme sembra addirittura uno sfottò».
Borsa con Aiib e renminbi e’ in gioco primato tra Wall Street e City. Il lancio da parte della Cina della Aiib, la Banca asiatica d’investimento per le infrastrutture mette in gioco anche il “primato” tra Wall Street e la City nel futuro: «chi diventa la piazza di riferimento del renminbi diventa la piazza mondiale. Chi prende questo gioca al primato mondiale». Prodi ha ricordato l’adesione immediata della Gran Bretagna alla Banca, con una posizione diversa rispetto agli Usa. «Saggiamente – ha aggiunto Prodi – il giorno dopo Germania, Francia e Italia hanno aderito».
Cina: non sottovalutare progetti Aiib e nuova ‘via della seta’: «Noi sottovalutiamo la Banca asiatica d’investimento per le infrastrutture e la proposta della ‘via della seta’» che sono «parte di un unico disegno di estremo interesse con una larghezza di mezzi enorme» da parte della Cina. Cosi’ l’ex-presidente del Consiglio, ricordando che la Banca parte con «50 miliardi di dotazione e 21 Paesi asiatici che hanno subito aderito». La nuova ‘via della seta’ tra Cina ed Europa, ha due rami, uno marittimo «di cui l’Italia non ha mai saputo approfittare» e uno di terra, che punta tra l’altro ad “allargare l’influenza cinese sull’Asia centrale. Noi italiani – ha rilevato – dobbiamo assolutamente nell’uno e nell’altro avere il terminale italiano” per gli «interessi futuri di lungo, lunghissimo periodo». Prodi ha aggiunto che «sulla via marittima la Grecia ha fatto più avanzamenti di noi, è vero che hanno venduto mezzo Pireo alla Cina ma è un riferimento con conseguenze future positive per il Paese». ML