Presso la sede romana del Parlamento di Strasburgo e della Commissione UE, in via Quattro Novembre, s’è tenuta la prima riunione del comitato direttivo della Rete Italiana per il Dialogo Euromediterraneo (RIDE): organismo di collegamento fra enti, istituzioni e varie espressioni della società civile dei Paesi mediterranei impegnate nello sviluppo del dialogo interculturale e interreligioso (come la Fondazione “Mediterraneo” di Napoli e l’associazione “Prospettive Mediterranee” di Roma). Col prof. Foad Aodi,medico palestinese di cittadinanza israeliana, direttore sanitario del gruppo privato di fisioterapia “Salvetti” e presidente dell’ Associazione Medici d’origine Straniera in Italia (AMSI),tocchiamo i temi principali del confronto che da anni è in corso,spesso aspramente,appunto nel Mediterraneo.
D. Prof. Aodi, lei che presiede anche la COMAI, Comunità del Mondo Arabo in Italia (organizzazione che riunisce tutte le comunità arabe presenti nel nostro Paese), come valuta anzitutto il cambiamento di rotta nelle politiche dell’ Unione Europea per l’immigrazione?
R. Anzitutto apprezziamo che il Presidente del Consiglio Renzi (al cui impegno, principalmente, si deve se i vertici UE han finalmente capito che della questione immigrazione debbon farsi carico tutti i membri dell’Unione, e non solo alcuni)ha evidenziato l’importanza di non fare della Siria un’altra Libia, oggetto di piu’ interventi imperialistici che la consegnerebbero al caos interno. Per tutti questi Paesi con conflitti interni in corso, e dai “confini aperti” (siria, Egitto, Libia, Tunisia), ferma restando l’indispensabilità di interventi armati contro il pericolo iSIS, occorre trovare anzitutto soluzioni diplomatiche.
D.Voi avete proposte specifiche?
R. Sì:anzitutto il progetto “Buona immigrazione”, che abbiamo presentato, come AMSI,COMAI, e associazioni “Uniti per Unire” ed “Emergenza Sorrisi“, alle autorità competenti. Noi chiediamo una vera normativa europea sull’immigrazione (al posto dei vari trattati di Schengen, Dublino,ecc…, le cui norme non son sempre chiare e tendono anche ad intralciarsi fra loro): che coinvolga uniformemente i Paesi UE per attuare una vera cooperazione internazionale, basta su una disciplina europea del diritto d’asilo politico, sul pieno rispetto di diritti e doveri degli immigrati, su vere politiche europee, sovranazionali, di accoglienza e integrazione,e anche su accordi bilaterali fra Italia e Paesi piu’ coinvolti, per un’immigrazione programmata e qualificata. Ciò significa, in Italia, anche promuovere una miglior cooperazione economica coi Paesi “d’origine”, creare centri d’ accoglienza nuovi; e creare, tra l’altro, l’albo dei mediatori culturali, figura ormai indispensabile per affrontare adeguatamente i problemi dell’integrazione. Il tutto, sullo sfondo d’uha lotta dura a chiunque, in qualsiasi modo, specula sul traffico di esseri umani.
D. Lei che è medico, cosa propone per tutelare meglio la salute sia degli immigrati che dei cittadini italiani?
R. Ce ne siamo occupati nell’altro progetto, “Buona sanità” : perchè è chiaro che l’arrivo annuale di centinaia di migliaia di persone (circa 522.000 i migranti di quest’anno nel mediterraneo, di cui il 54% siriani, secondo l’ Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, N.d.R.)pone obbiettivi problemi sanitari. Allora, sì alla medicina della trans-cultura, per lo sviluppo del dialogo e della solidarietà reciproci; sì a una vera cooperazione internazionale fondata sullo scambio socio-sanitario e la realizzazione di specifici progetti ( come, ad esempio,la costruzione dell’ ospedale “Italia per la Pace”, prevista nel recente protocollo d’intesa col sindaco di Tira, in Israele).Sì a campagne di prevenzione e sensibilizzazione dei cittadini sulle patologie emergenti, per incentivare la conoscenza e contrastare le fobie ingiustificate.
D. Che accoglienza hanno avuto i due progetti da parte del Governo italiano?
R. Stiamo collaborando col ministo degli Esteri Gentiloni,col sottosegretario alle Politiche europee, Gozzi, e con lo stesso premier Renzi.Mentre il ministro dell’Interno, Alfano,è pienamente d’accordo con le nostre proposte per la sicurezza pubblica: censimento di tutte le moschee (no alle moschee “fai da te”, nate per coprire interessi economici o d’altro genere), creazione d’un albo degli Imam italiani,con precise garanzie sulla loro estraneità a organizzazioni terroristiche; obbligo, per gli Imam, di tenere la preghiera del venerdì in italiano, ecc…
D. Misure un po’ sul modello francese, direi…
R.Sì.Misure che sentiamo di dover proporre al Governo italiano appunto perchè la COMAI è un’organizzazione su base laica, non religiosa: che al suo interno comprende appunto tutte le comunità arabe del vostro Paese, nelle quali ci sono mussulmani, ma anche cristiani (copti e non), seguaci di altre religioni e liberi credenti e pensatori.E vuole dialogare con le istituzioni e la cultura del vosto Paese: combattendo gli slogan stereotipati,di radice massmediatica( come quello,ormai piuttosto trito, su Islam moderato e radicale, che non esistono; esiste un islam vero, al cui interno – così come per altre religioni – vi sono mussulmani religiosi, ed altri laici).E, soprattutto, le strumentalizzazioni che, del pericolo terrorismo islamico, fanno alcuni partiti: come la Lega, che finisce col creare un clima d’odio generale, che coinvolge ingiustamente tutti gli immigrati.
D.Ecco, appunto il terrorismo islamico: cosa può dirci dell’ ISIS, prima organizzazione di questo tipo che è riuscita a creare addirittura un suo dominio personale?
R. L’ ISIS non è altro che un movimento estremista che non riguarda la religione, ma la strumentalizza a fini personali, politici, economici. Un movimento che definirei il “Consorzio del terrore”: una sorta di franchising del terrore che si finanzia grazie soprattutto alla vendita del petrolio ad alcuni Paesi, e che utilizza la grancassa mediatica sfruttando anche quella che, purtroppo, è la crisi d’identità di tante aree, soprattutto giovanili, della società europea.
D. L’ Italia, purtroppo, conosce bene questi fenomeni di disagio e disorientamento giovanile: che negli anni ’70- ’80 son stati il brodo di coltura essenziale del terrorismo rosso,BR in primo luogo…
R. Appunto per questo bisogna tagliare il male alla radice, eliminando questo movimento , che mira ad essere la prima organizzazione terroristica mondiale. Ci vuole una vera coalizione internazionale, per un’efficace azione militare contro le basi dell’ ISIS in Medio Oriente: coalizione di cui, pur nella forte divergenza di vedute tra Obama e Putin (anzitutto su come trattare il governo siriano di Assad), forse iniziano finalmente a vedersi le basi.
di Fabrizio Federici