Sono le 10 di mattina del 14 dicembre 2015. Nella sede dell’Agis in Roma, a via di Villa Patrizi, stanno per iniziare le selezioni che porteranno alla formazione della nuova classe di Itaf, giunta alla sua quarta incarnazione.
Itaf è l’acronimo di International Theater Academy of Fita ed è una scuola permanente di alta formazione delle arti e dello spettacolo, a cui possono accedere i giovani attori appartenenti, per l’appunto, alla Fita, la più importante federazione del teatro amatoriale in Italia. Nasce nel 2012 grazie alla collaborazione fra Etoile e Fita, e gode del patrocinio dell’Agis Scuola.
I candidati sono nell’androne antistante la sala dove si svolgeranno i provini e sono tutti, chi più chi meno, al limite massimo dell’emozione, mescolata alla sana paura che prende chiunque quando si trova a dover affrontare una difficile prova. La stessa sensazione che è propria di ogni attore nel momento immediatamente precedente all’ingresso in scena.
I giovani attori provengono da ogni parte d’Italia e sono uno diverso dall’altro, con una caratteristica che li accomuna: sono tutti fortissimamente determinati ad entrare nella classe di Itaf. Una sorta di prova ideata dal regista, nonchè direttore della scuola, Daniele Franci, alla quale vengono sottoposti i ragazzi, serve proprio a misurare la loro determinazione a partecipare al progetto, mettendola in correlazione (ed in contrapposizione al tempo stesso) al loro spirito di gruppo, qualità fondamentale per un’esperienza del genere. L’esperienza di un gruppo, non quella di singoli attori.
Il workshop iniziale serve a far perdere ai ragazzi le inibizioni e le timidezze iniziali, a farli entrare in contatto l’uno
con l’altro e con il lavoro che si trovano a dover affrontare. Questo è forse il momento più importante dell’intera sessione di provini, il più intenso, nel quale i ragazzi si rendono conto, probabilmente per la prima volta, del contesto nel quale sono immersi.
Parlando con alcuni di loro è chiaro che il timore che più li lega è quello di dover affrontare un tipo di teatro diverso da quello tradizionalmente inteso, un teatro, se così si può dire, performativo, nel quale alla recitazione si mescolano elementi della danza e del canto, in simbiosi fra loro. Un tipo di teatro che la maggior parte di loro non ha mai affrontato prima. Parallelamente, questo motivo di timore è anche lo stimolo maggiore a cui i ragazzi sono sottoposti, e tramite il quale sono spinti a dare il massimo per l’intera durata dei provini.
Durante il workshop i giovani attori mettono da parte le ansie e le emozioni che li accompagnano, la sensazione di essere davanti ad una commissione giudicante è quasi completamente accantonata, sostituita dalla semplice e cristallina voglia di mettersi alla prova, di entrare anima e corpo nei meccanismi di questa esperienza.
Con l’inizio della seconda parte della giornata però, ovvero quella dei provini face-to-face, l’agitazione dei ragazzi torna all’improvviso a farsi prepotentemente sentire. La prova è composta da una canzone, una coreografia ed un monologo che ogni candidato dovrà eseguire davanti alla commissione di Itaf, composta da Daniele Franci, Maria Grazia De Marco, Sergio Urbani e Silvia Faccini.
I ragazzi che aspettano il loro turno all’esterno dell’aula cercano di scacciare la tensione parlando fra loro, ascoltando musica, mangiando qualcosa. Sanno che la loro è un’occasione importante e spesso si sorprendono a rivedere i passi della coreografia, le parole del monologo ed il testo della canzone che porteranno davanti alla commissione. La tensione è alta fra chi aspetta ancora il proprio turno e più passa il tempo maggiore è la voglia di sostenere la prova. La sensazione che si prova stando in mezzo a loro è identica a quella che precede un qualsiasi esame universitario. Una sensazione che molti dei ragazzi conoscono bene, essendo la maggior parte di loro studenti prima ancora che attori. Per il momento.
Per alcuni di loro quella di Itaf 4 è un’occasione di svolta, un modo per entrare in pianta stabile nel mondo dell’arte, cercare di varcare la soglia del teatro e farne uno stile di vita, il proprio lavoro. L’obiettivo di questi ragazzi di certo non è dei più facili, ma la determinazione che hanno dimostrato in occasione di questi provini è di certo il modo migliore per cercare di imboccare la via, per quanto difficile questa possa essere. Ovviamente fra loro c’è anche chi vorrebbe portare avanti questa strada parallelamente ad una qualche altra, ma in ogni caso la forza d’animo che ci hanno messo è stata eccezionale. L’amore verso questa nobile arte che in questa giornata è stato dimostrato dai ragazzi è un elemento fondamentale, e c’è da scommettere che continuando così si toglieranno delle belle soddisfazioni. Nessuno escluso.
La tensione iniziale, dovuta all’importanza della prova ed all’incertezza di ciò che avrebbero dovuto fare i ragazzi, è stata in parte mitigata proprio dal direttore artistico che, parole degli stessi giovani attori, ha trasmesso loro una vasta gamma di sensazioni positive, che gli hanno permesso di affrontare la giornata con maggiore serenità. Ed il discorso motivazionale fatto loro da Daniele Franci ha colpito nel segno, facendo rendere conto ai partecipanti di essere entrati a far parte di qualcosa di grande, anche solamente partecipando alla giornata dei provini.
Adesso si conoscono gli attori che hanno superato la fase dei provini e che sono entrati di diritto a far parte di Itaf 4. Provengono da Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Lazio, Molise e parteciperanno alle quattro sessioni del progetto che si svolgeranno fra Reggio Emilia, Roma e Polonia fra la fine di gennaio ed ottobre 2016. Ma non è detto che a queste date non possano aggiungersene delle altre, data anche la considerazione che il progetto è andato ad acquisire anno dopo anno a livello italiano ed europeo. Infatti negli anni passati le diverse classi Itaf si sono esibite, oltre che sui palcoscenici nostrani, in Belgio, Marocco, Romania e Polonia con straordinari risultati in termini di critica.
Qualche giorno fa ha avuto luogo, nella cornice del teatro Golden, l’ultima esibizione di Itaf 3 che, ancora una volta, ha stregato il pubblico presente. Adesso la palla passa alla nuova classe e c’è da scommettere che se ne vedranno delle belle.
Andrea Ardone