La Giornata Internazionale degli Studenti è una ricorrenza studentesca, che si tiene ogni anno per esprimere e rivendicare il diritto allo studio e il diritto degli studenti, commemorando i nove studenti e professori cecoslovacchi che, nel 1939 a Praga, persero la vita a causa di una manifestazione antinazista. Quest’anno, a torto o ragione, la ricorrenza, in Italia, in parte è stata indirizzata anche alla protesta sull’Alternanza Scuola-Lavoro, e a tal proposito sono stati mobilitati tutti i gruppi studenteschi – fra cui l’Unione degli studenti, l’Unione degli Universitari, la Rete degli Studenti Medi. Movimenti e associazioni studenteschi si sono riversati nelle vie e nelle piazze di diverse città, non solo per esigere una più intensa partecipazione degli studenti nella progettazione di sistemi e pratiche politiche pertinenti all’ambiente dell’istruzione, ma anche per dichiarare il proprio dissenso alla riforma della Costituzione con il NO al Referendum Costituzionale confermativo, sul disegno di legge Renzi-Boschi, di domenica 4 dicembre prossimo.
L’istruzione italiana, purtroppo è fanalino di coda in Europa sotto tantissimi punti di vista, necessita una volta per tutte di rimedi sani e costruttivi che siano le basi solide a garanzia di un progetto coscienzioso e affidabile. Mettendo da parte i numeri dei partecipanti alla manifestazione, ciò che conta è che i ragazzi dei movimenti studenteschi lamentano al Governo, al Parlamento, alle regioni e alle città problematiche irrisolte e problematiche nuove in atto e in divenire. Gli studenti pretendono soluzioni: chiedono di partire in altro modo e meglio, di partire nuovamente affinché si concretizzi un serio #CambiodiProspettiva (slogan di uno dei movimenti degli studenti) che – secondo il parere degli interessati e manifestanti – non è rappresentato dall’adozione Alternanza Scuola-Lavoro del decreto legge La Buona Scuola, approvato istituzionalmente definitivamente nel maggio scorso.
In tarda mattinata, la città di Roma ha visto piantonato il MIUR, il ministero dell’Istruzione, dalle forze studentesche giovanili, partite in corteo da Piazzale Ostiense oggi.
Curiosando sul sito del MIUR, si leggono i dati relativi al progetto Alternanza Scuola-Lavoro, nel primo anno di obbligatorietà 2015/2016, i quali mostrano le notevoli differenze con il coinvolgimento degli studenti dell’anno precedente: nell’anno scolastico 2014/2015, 273.000 studenti e il 54% delle scuole faceva alternanza; nell’anno scolastico 2015/2016, 652.641 ragazzi (incremento del 139%) e le scuole che hanno fatto alternanza, dal 54% sono salite al 96%. Per quanto riguarda i percorsi di alternanza attivi, questi sono passati da 11.585 a 29.437 (+154%); le strutture ospitanti sono state 149.795 (+41%). Gli studenti hanno fatto Alternanza particolarmente in imprese (36,1% dei casi), a scuola con l’impresa simulata o svolgendo attività interne, ad esempio nelle biblioteche (12,4%), nelle Pubbliche Amministrazioni (8,5%), nel settore No Profit (7,6%) e per la restante percentuale in studi professionali, ordini, associazioni di categoria. L’analisi ministeriale continua riportando i risultati delle sole classi terze, ovvero quelle che rientrano nell’obbligo previsto dalla legge: 455.062 studenti su 502.275 iscritti in terza (il 90,6% del totale), mentre nell’anno 2014/2015 gli studenti di terza in alternanza erano 89.752 (17%). Segue un approfondimento che riporta in cifre e numeri anche uno spaccato per indirizzo relativo alle classi terze: gli Studenti del Liceo sono 227.308, erano 12.371 nel 2014/2015 (+1.737%), quelli degli Istituti Tecnici sono 140.699, erano 31.592 nel 14/15 (+345%), mentre gli Studenti degli Istituti Professionali sono 87.055 ed erano 45.789 nel 14/15 (+90%). Non manca l’obiettivo per il secondo anno dell’obbligo, che punta ad arrivare a 1.150.000 di studenti in alternanza durante questo anno scolastico e 1,5 milioni a regime. Spazio a parte è dedicato ai protocolli d’intesa stipulati con i soggetti terzi che consentono l’alternanza studio-lavoro, che secondo il ministero dell’istruzione, nel primo anno di alternanza obbligatoria, ha generato entusiasmo e attivismo. Per alzare il livello qualitativo complessivo di questo nuovo format didattico, il programma “I Campioni Nazionali dell’Alternanza Scuola-Lavoro” coinvolge un gruppo di 16 organizzazioni – aziende grandi e medie, ordini e Terzo Settore, proponendo ambiziosi percorsi formativi.
Detto questo se, come si sostiene nel dettagliato resoconto del sito ministeriale suddetto, l’Alternanza Scuola-Lavoro ha apportato tali benefici al mondo della scuola, perché, oggi, gli studenti e i movimenti hanno manifestato contro la Riforma de La Buona Scuola e spingono per il No al Referendum Costituzionale? Perché gli studenti parlano di Sfruttamento e non di Formazione? C’è effettivamente qualcosa che non quadra, ma dove? Si parla tanto di diseguaglianze: dibattito che avvolge e coinvolge. La riforma de La Buona Scuola, li amplifica o li annulla? Si parla tanto di buone prospettive per il futuro generazionale: i ragazzi di ieri sono i precari di oggi, i ragazzi di oggi chi saranno?
La risposta dal sito dell’Ansa, con la dichiarazione della coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari, Elisa Marchetti, la quale afferma che la legge di bilancio contiene degli aspetti positivi quale il fondo statale per le borse di studio, continua, poi, sostenendo che alcuni aspetti possono essere modificati in meglio come la no tax area e altri , invece, sono da eliminare, riferendosi alle Superborse e al finanziamento per i dipartimenti di eccellenza. La Marchetti conclude con a questo Paese, non serve finanziare l’eccellenza (…) è necessario rifinanziare l’intero sistema.
Maria Anna Chimenti