Oggi, venerdì 18 novembre, dalle ore 18.00, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha incontrato la stampa a Palazzo Chigi, per fare il punto sui 1000 giorni di governo. Di converso sulla stampa, da questa mattina, si riportavano le analisi e i sondaggi relativi al Referendum Costituzionale del 4 dicembre prossimo, in quanto per legge è vietato pubblicarne di nuovi fino a 15 giorni prima del voto. La giornata di oggi rappresenta l’ultimo giorno prima del silenzio stampa: fino alla mezzanotte è ammessa la pubblicazione dei dati indicando i risultati su previsione e intenzioni di voto per la consultazione sulla riforma della nostra Costituzione.
Davanti ai giornalisti, Matteo Renzi ha parlato della giornata definendola un appuntamento importante, nonostante gli impegni di Stato – che lo hanno portato a Berlino, quindi a Roma e in serata lo porteranno a Bari – e quelli della campagna referendaria in atto.
Una data importante, come ha dichiarato ancora lo stesso premier, perché dei governi precedenti, il traguardo dei 1000 giorni sono stati lo stesso traguardo di Berlusconi e Craxi. Inoltre il governo Renzi, continua il presidente del Consiglio è il quarto per longevità – Berlusconi ne ha avuti 2. E ha iniziato a tirare fuori le slides con le percentuali dell’Istat a sostegno delle sue parole sul percorso e l’operato che il governo ha realizzato in 1000 giorni.
Per quanto riguarda i sondaggi referendari, il No al momento è il voto in vantaggio. Infatti, il sondaggio de Il Corriere della Sera, con l’analisi di Pagnoncelli, da di circa 5 punti il vantaggio del No sul Sì: 26,1% vs 21%; gli indecisi sono il 6.4% e gli astensionisti il 46,5%. Mentre, secondo il sondaggio Demos, per LaRepubblica il No è al 41% e il Sì al 34%, con un distacco di ben 7 punti ma vede il 25% degli italiani intervistati ancora indeciso (uno su quattro). L’analisi è di Ilvo Diamanti. Da segnalare anche la vittoria del No secondo LaStampa: 54% contro il 46% è il risultato del sondaggio degli intervistati; l’analisi pubblicata è di Piepoli. Sul Fatto Quotidiano si designa il vantaggio del No di 6 punti, ovvero 32% a 26%, secondo l’analisi di GPF, ma il Sì potrebbe balzare avanti perchè gli indecisi – di cui elenca possibili motivazioni Caciotti – sono il 14,2%. Anche per Lorien, uno dei pochi istituti di ricerca di mercato, che davano il Sì in vantaggio, con un’ultima analisi sul referendum, però, lo scarto è diventato più vasto in favore del No (54,2%), anche se il Sì (45,8%) potrebbe recuperare in quanto diversi e significativi sono i fattori che entreranno in gioco, quali per esempio, quelli dell’affluenza finale alle urne oppure il voto dettato dal momento (gli indecisi sarebbero più vicini al Sì e sono circa il 17%; potrebbe tornare all’astensione un 8% che non si esprime ancora).
Maria Anna Chimenti
Fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri – Video 1000 giorni di Governo Renzi