“Il 2017 s’ è aperto con l’orrendo attentato di Istanbul. Anche il 2016 si era purtroppo chiuso
col massacro terroristico perpetrato contro cittadini inermi nel mercatino di Natale di
Berlino. Sono eventi che pongono al centro della politica europea e internazionale la
questione della sicurezza, della pacificazione e risoluzione dei tanti conflitti. Le grandi
Istituzioni internazionali, a cominciare dall’ONU e dall’Unione europea, sono chiamate alla
responsabilità di azioni dirette. Ma anche i vertici come G20 e G7 sono organismi di
coordinamento importanti, per affrontare le cause di tante tensioni legate alle maggiori
sfide economiche e geopolitiche”.
E’ quanto scrivono, in una “lettera aperta” al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, Virgilio Dastoli ( già assistente parlamentare,a Strasburgo, di Altiero Spinelli, e rappresentante a Roma della Commissione Europea, ora Presidente del Consiglio Italiano del Movimento Europeo, CIME), Gian Maria Fara,
Presidente dell’ ente di ricerca sociale EURISPES, e Gianguido Folloni, Presidente dell’ Istituto Italiano per Asia e Mediterraneo, ISIAMED. Lettera focalizzata sull’invito, al Governo, ad attivarsi per favorire un rientro della Russia nel G-7, la cui prossima riunione sarà, a maggio, a Taormina.
“Dal primo gennaio- proseguono gli autori della lettera – l’Italia ha assunto la presidenza del G7 e, tra le molte responsabilità, nel
mese di maggio… organizzerà a Taormina il prossimo summit dei Capi di Stato e di Governo, con la partecipazione di nuovi leader mondiali, come il Presidente americano Donald Trump, il nuovo Presidente francese eletto e il Primo ministro inglese Theresa May. Fino al 2014 i grandi del mondo formavano il G8, con la partecipazione della Federazione russa, iniziata formalmente nel lontano 1998, e poi sospesa a seguito della crisi in Ucraina, del
referendum in Crimea e della imposizione delle sanzioni incrociate”. “Taormina”, propongono Dastoli, Fara e Folloni, “su iniziativa italiana, potrebbe diventare il momento per riaprire un dialogo costruttivo con Mosca. La Russia può essere un partner importante, in particolare dell’Unione
europea, per risolvere le questioni globali. In primo luogo, quella relativa alla sicurezza, ma anche quelle riguardanti le migrazioni, lo sviluppo economico e la creazione di nuovi assetti internazionali pacifici e multipolari…; le recenti dichiarazioni del Ministro degli Esteri, On.le Angelino Alfano, sull’impegno ad operare per un reintegro della Russia nel G8, offrono dei primi, chiari elementi di indirizzo circa la linea
di impegno che il Governo italiano dovrebbe opportunamente promuovere a questo scopo”. E
” Siamo altresì convinti – concludono i firmatari – che tale iniziativa italiana potrebbe aiutare la
stessa Unione europea a superare la logica recente di antistoriche contrapposizioni, e
recuperare un ruolo ancora più incisivo nel contesto internazionale. Il vertice di Taormina,
città di grande storia proiettata nel Mediterraneo, potrebbe essere davvero l’occasione per
aprire nuove prospettive di cooperazione e crescita comune”.
Scrivendo di politica estera su questa testata, abbiamo sempre cercato di guardare ai problemi con la massima obbiettività e razionalità possibili. E sappiamo bene, venendo a questo specifico tema, che il contesto internazionale non è certo piu’ quello del 1961, in bilico tra distensione e improvvisi pericoli di guerra, da eliminare, magari, con sofferti scambi su “Ponti delle spie”; ma non è nemmeno piu’ quello trionfalistico del 1986- ’87, quando Reagan e Gorbaciov firmavano gli storici accorci per l’eliminazione di gran parte dei rispettivi arsenali nucleari. Il contesto di oggi è senz’altro multipolare, non piu’ bipolare, con la seconda superpotenza decisamente ridimensionata rispetto agli anni di Breznev e di Gorbaciov. Ma appunto perchè il contesto è multipolare, con potenze “regionali” (vedi Cina e India) che aspiran sempre piu’ a diventare mondiali, e una serie di potenze minori (dalla Corea del Nord all’ Arabia Saudita e all’ Iran) che stanno crescendo, con mosse spesso imprevedibili e dalle pericolose potenzialità, ogni iniziativa che contribuisca a raffreddare le tensioni, se non accompagnata da effetti destabilizzanti, ci sembra senz’altro opportuna. Spingere Putin in un angolo, mostrandogli ostilità senza cercare di capire almeno quelli che possono essere, per la Russia, obbiettivi fattori di preoccupazione ( vedi certe tentazioni avventuriste degli ultimi governi ucraini), e così portandolo ad accarezzare soluzioni “di rottura”, non può far bene a nessuno, Europa anzitutto. E’ – pur in un contesto molto diverso da allora – lo stesso errore che l’ Occidente fece proprio con Gorbaciov nei suoi ultimi anni: quando, al di là di platoniche dichiarazioni d’apprezzamento, nulla di concreto fece per aiutare la “perestrojka”.
Fabrizio Federici