L’Associazione Medici d’ Origine Straniera in Italia (AMSI), il Movimento Internazionale “Uniti per Unire” (UxU), la Confederazione Internazionale Unione Medica Euro-Mediterranea –UMEM, “Emergenza Sorrisi-Doctors for Smiling Children” ONLUS, la Confederazione A.S.S.O (Associazionismo Sindacale Solidale Organizzato), l’ Associazione “Medicus Christi Europa”, e tutte le confederazioni, associazioni, Ong e comunità aderenti a UxU, sostengono la lista “MEDICI UNITI” per le prossime elezioni (2-4 dicembre) dell’ Ordine dei Medici di Roma.
Col Prof. Foad Aodi, medico fisiatra, fondatore e Presidente dell’Associazione Medici d’ Origine Straniera in Italia (AMSI) ,del Movimento internazionale UNITI PER UNIRE (U x U) e della Confederazione Internazionale Unione Medica Euro-Mediterranea (UMEM) ,gia’ esperto presso il Consiglio Superiore di Sanità e professore a contratto in Fisiatria presso l’Università degli studi di Roma “La Sapienza” e Direttore Sanitario di un poliambulatorio internazionale e Coordinatore Sanitario di un gruppo di riabilitazione in Fisiatria e Ortopedia a Roma, focalizziamo le caratteristiche e il programma di questa lista.
D. Prof. Aodi, ricordiamo che è stato già eletto al Direttivo dell’ Ordine dei Medici di Roma per tre mandati consecutivi (2003-2011), e nominato membro del Consiglio Direttivo della Fondazione dell’ Ordine dei Medici di Roma (2015-2017).
Una esperienza maturata in incarichi importanti a livello nazionale ed internazionale è, direi, una delle caratteristiche dei candidati di questa lista.
Lei e’ ricandidato nel Consiglio Direttivo: qual è l’identità della Vostra lista “Medici Uniti”?
R. Le parole- chiave della nostra lista, infatti, sono unità ( l’unità dei medici, chiaramente, categoria troppe volte, in passato, risultata disunita), rappresentatività, esperienza, innovazione, semplificazione, occupazione. I nostri candidati, per il Consiglio direttivo e Collegio dei Revisori dei Conti, sono tutti medici impegnati non solo nella professione, ma anche in campo sociale.
D. Obbiettivi davvero impegnativi: ma com’ è nata la lista?
R. Nel 2014, ci siamo presentati con la lista unitaria e trasversale con il compianto Roberto Lala ed abbiamo vinto le elezioni dell’ Ordine, con una lista unitaria e composta tutta di esperti della sanità romana ed italiana ; inoltre é stata istituita anche la Fondazione dell’Ordine dei Medici di Roma . Questa nuova lista #MediciUniti prosegue l’esperienza e l’accordo di allora, inserendo tutti coloro che hanno creduto e continuano a credere nell’ unita’ dei medici, italiani e di origine straniera, e confermando il patto che fu stretto allora, con Roperto Lala (scomparso a settembre 2016): che è stato Presidente dell’ Ordine di Roma. Inoltre, a chi vuol definirci la “squadra dei sindacati”, ricordo che i sindacati, anche in questo nostro settore, hanno naturalmente un ruolo importante, ma l’ Ordine dei Medici è un’altra cosa, una realtà indipendente, a carattere essenzialmente professionale. Mentre è quantomeno singolare che certi attacchi ci arrivino da gente che ha fatto carriera proprio grazie ai sindacati…
D. Il vostro programma?
R. Questa lista anzitutto vuole: puntare all’unità della professione medica; porre al centro di tutto la salute dei cittadini, garantendo loro la qualità delle cure; superare la precarietà, la disoccupazione in particolare quella giovanile , la sottoccupazione ( tutte peggiorate rispetto al 2000); combattere la tecnocrazia in sanità e la sanità “low-cost”, che non offre al cittadino tutte le necessarie garanzie.
D. E per la valorizzazione della professione medica?
R. Vogliamo rilanciare la professione nella Capitale ( il cui Ordine medico, ricordiamo, è il piu’ grande d’ Europa) e provincia; affermare il principio che ogni medico (così come avviene, del resto, per altre categorie professionali) ha diritto a un equo compenso, fissando quindi dei minimi tariffari; garantire la sicurezza dei medici, combattendo il fenomeno negativo della medicina “difensiva”, mediante un nuovo clima di collaborazione tra medici e pazienti. Vogliamo anche creare un referente della professione in ogni struttura sanitaria, e garantire il riconoscimento delle discipline mediche non specialistiche ( vedere il nostro sito: http://www.mediciuniti.it/ ). Inoltre, rivitalizzare l’ Ordine dei Medici, che dev’ essere piu’ presente sul territorio (questo, sviluppando anche i servizi “online” , e ogni canale utile a potenziare i rapporti medici-cittadinanza). L’ Ordine , poi, deve senz’altro potenziare i corsi d’aggiornamento professionale , coi crediti ECM di qualità, per gli iscritti: anche su temi nuovi, come le patologie emergenti, ad esempio tra gli immigrati.
D. L’ immigrazione, appunto: le vostre associazioni che sostengono la lista, e molti di voi personalmente, da anni se ne occupano . Cosa possiamo dire ai cittadini su questi temi?
D. Anzitutto che non si può parlare – come fanno, irresponsabilmente, certe forze politiche – d’ un’ invasione extracomunitaria; la percentuale complessiva degli immigrati extracomunitari, oggi in Italia, è pari all’ 8% della popolazione. Poi, non è vero che gli immigrati diffondano chissà quali pericolose malattie; l’esperienza d’ un quindicennio di ambulatori per stranieri che abbiamo realizzato , con l ‘ AMSI, presso le ASL Rm 1,4 e 5 dimostra che spesso, anzi, gli immigrati si ammalano qui in Italia, per gli obbiettivi disagi che devono affrontare. Con questo, non facciamo discorsi da buonismo ipocrita , sappiamo bene che l’ immigrazione pone problemi complessi. Ma questi vanno affrontati con responsabilità e lungimiranza: combattendo i flussi gestiti dai “trafficanti di uomini” e programmando il piu’ possibile gli accessi annuali degli immigrati in Italia, mediante precisi accordi coi Paesi d’origine. Ricordo che molti immigrati sono in possesso di qualificati titoli di studio; e che in Italia, oggi, operano ben 18.500 medici d’origine straniera (500.000 in tutta Europa). Bisogna, chiaramente, programmare il numero di medici e altri professionisti della sanità di cui abbiamo bisogno: facendo anzitutto un censimento preciso delle professioni sanitarie in Italia ( questo vale anche per il problema della carenza, da qui ai prossimi anni, di medici delle strutture pubbliche, molti dei quali andranno in pensione).
D. Questo censimento, suppongo, anche per combattere disoccupazione e sottoccupazione dei medici italiani?
R. Anzitutto per questo, come AMSI lo diciamo da anni: vogliamo far sì che domanda e offerta di professioni, nella sanità, s’incontrino meglio. Già ora, con la nostra rete di sportelli AMSI- UxU-UMEM, registriamo diverse richieste di medici da parte di Paesi come Francia, Germania, Belgio, Arabia Saudita e Qatar; e, all’ opposto, la disponibilità di tanti medici italiani a lavorare all’estero. Ma vogliamo potenziare tutte queste possibilità d’incontro anzitutto in Italia.
Ricordiamo di avere eseguito più di 70 missioni all’estero, e operato più di 4500 bambini nel mondo, in collaborazione con lOng “Emergenza Sorrisi”.
D. Questo presuppone, però, anche un miglior rapporto tra sanità pubblica e privata?
R. Certo, chi governa la sanità deve saper creare un raccordo tra i due mondi, che non possono stare in contrapposizione. Il cittadino dev’essere posto in condizioni di poter scegliere dove e come curarsi.
D. Il solito “Libro dei sogni”, obbietteranno gli scettici…
R. Dipende da tutti noi cercare di tradurre gradualmente in pratica questo programma; vedi, mi permetto di dire, l’ impegno di AMSI, dal 2000 in poi, con l’ aggiunta di U x U e UMEM, per migliorare il SSN, organizzando – con regolari crediti ECM – più di 550 convegni e congressi in 17 anni ( il prossimo, su “Urgenza in cardiologia e medicina sportiva”, il 2 dicembre a Roma, presso la clinica “Ars Medica”). Ringrazio tutte le Associazioni, i medici che han creduto tre anni fa a questo progetto e che continuano a crederci, sostenendo la nostra lista “MEDICI UNITI”. E raccomando di votare tutti i candidati della nostra lista, scrivendo per esteso il nominativo di tutti (nome e cognome).
Fabrizio Federici