«Sulle prossime elezioni si calano programmi e soldi. I partiti hanno promesso mille miliardi ed i programmi vaghi, farlocchi, ricchi di promesse, contraddittori, mal definiti appaiono simili ai deliri di grandezza di chi li produce. L’Unione Europea, intanto, non ci perde di vista guardandoci attraverso il mirino di un fucile simbolico, avendo ben in mente che nessuno dei tre schieramenti riuscirà a guadagnare quei seggi necessari per governare con una maggioranza in Parlamento, cosicchè serviranno coalizioni ampie e larghe intese che mai consentiranno di scoprire i colpevoli di un inganno perpetuato ai danni del popolo italiano.
Carlo Cottarelli, Direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici all’Università Cattolica ed ex commissario alla revisione della spesa, dichiara che quasi non ha voglia di andare a votare perché sostiene che chi da un voto ha il diritto di avere le idee chiare sui programmi e soprattutto di conoscere chiaramente le basi economiche sottese agli stessi. Sostiene che le promesse elettorali dei partiti sono piene di contraddizioni e sono incoerenti mancando la reale copertura finanziaria: è il caso del Pd che ha presentato un piano di rientro dal debito in cui il rapporto tra questo e il Pil scende di 30 punti in 10-12 anni senza mai averlo specificato in nessuno dei ben tre diversi documenti elettorali pubblicati e depositati al Ministero dell’ Interno, non riuscendo in tal modo a costituire un piano concreto e realizzabile di quello che lo stesso partito vuole fare una volta dovesse essere al governo. Numeri irresponsabili che ci raccontano come il confine tra propaganda e realtà diventi quanto di più vago ci sia.
Il dibattito dell’agenda di governo per noi della Rete deve essere, invece, necessariamente spostato sui temi del lavoro, della crescita e dell’innovazione, temi urgenti che stanno a cuore a tutti gli italiani. Non abbiamo bisogno di proposte virtuali acchiappa – voto o di ricette incerte mentre il nostro debito pubblico cresce di ben 4469 euro ogni secondo che passa tant’è vero che nella settimana in cui si andrà a votare tornerà a sfondare quota 2300 miliardi.
Allestire, dunque, finti banchetti non servirà a coccolare nessuno, neanche servirà come palliativo alle continue delusioni e distorsioni di un sistema insidioso sull’orlo di una crisi di nervi».
Giuseppina Bonaviri