E’ nato a Cave nel lontano 1975 e ha conseguito il diploma da perito informatico a Frascati; tuttavia, le parole che ritornano con maggior insistenza nel curriculum di Alessandro Sapochetti fanno rima con volontariato e ambiente. Per questo, parlare della sua candidatura alla regione, vuol dire raccontare la storia di un programma elettorale in cerca di un politico, non il contrario.
A partire dal servizio civile a Paliano, passando per l’esperienza da potatore di ulivi, fino all’associazione culturale e naturalistica da lui fondata “A Refera”, Sapochetti è diventato il simbolo di un impegno civico alimentato dalla passione, più che da appetiti politici.
Ma che il programma elettorale della lista Insieme gli calzasse a pennello, se ne sono dovuti accorgere in molti. Alla fine, è toccato anche a lui.
In alcune interviste lei dichiara di aver ricevuto una chiamata da Insieme a due giorni dalla presentazione delle candidature. Sappiamo come è andata a finire. Ci racconti come è iniziata e soprattutto cosa l’ha spinta alla fine ad accettare.
A dire sì, fin da subito mi ha spinto l’idea che uno come me, che “calpesta il verde tutti i giorni” da potatore di ulivo e da volontario naturalistico, potesse mettere la propria esperienza al servizio dei cittadini e della regione.
La mia priorità è dar voce alla gente comune. Le porto l’esempio del caso “smaltimento-rifiuti”. Molte persone si sono lamentate per l’aumento dei costi della differenziata a fronte delle promesse passate fatte dalle amministrazioni che si sono rivelate infondate. La regione ha legiferato in merito alla tariffa puntuale che prevede un costo variabile a seconda della costanza e della diligenza nella raccolta: questo vuol dire che la grandezza dell’abitazione e il numero di persone che vi abitano non saranno più delle voci da prendere in considerazione. L’obiettivo rimane sempre lo stesso: zero rifiuti.
Chi è stata la prima persona alla quale ha annunciato che sarebbe sceso in campo per le regionali?
Beh, la coincidenza ha voluto che fosse ora di pranzo e stessi con mia madre.
E lei come l’ha presa?
Ha risposto in dialetto un limpido:”mo’ te si impazzito del tutto” (ride)
Volontario, coltivatore d’olivo, ispettore ambientale, guida naturalistica. Di sicuro c’è che, nel campo dell’associazionismo, non si è fatto mancare niente. Quale apporto un “non-politico di professione” come lei potrebbe dare alla regione ?
L’apporto che un “non- politico di professione”, come lo chiama lei, può dare, è quello di portare una voce fuori dal coro, quella dell’associazionismo, nel mio caso.
Quindi se le le chiedessi se in questo momento si sente più ambientalista o politico?
In realtà mi sento un uomo che cammina tanto e sa stare in silenzio ad ascoltare le persone che gli stanno di fronte. E’ una risposta da politico? (ride)
Ma andiamo al sodo. Sotto al suo slogan, ha deciso di inserire 4 parole: “natura, ambiente,territorio, tradizioni”…
La scelta delle tematiche per me è stata immediata e istintiva . Le quattro tematiche che affronto, natura, ambiente, territorio, tradizioni, si collegano alle mie occupazioni giornaliere.
Sicuramente i punti programmatici richiamano il gruppo con cui mi candido e in cui mi riconosco: Insieme. Ciò nonostante ho cercato di dare un taglio personale alle proposte avanzate e questo è stato possibile grazie al team di giovani studenti che mi ha aiutato a curare la comunicazione. Insomma, è un programma che nasce dalla condivisione!
Io sono un escursionista da 20 anni, per il comune mi occupo del controllo della raccolta differenziata e vengo da un’associazione, Orchidea, che da sempre si occupa della tutela della natura e di denunciare situazioni di degrado ambientale. Provo un amore viscerale per il mio territorio, Cave, e per i dialetti che esprimono l’anima di un popolo. Inoltre, con l’iniziativa GiochinArte promossa da A Refera di cui sono presidente, ci siamo rimboccati le maniche per il recupero e la valorizzazione dei giochi di strada. Quest’iniziativa nasce dal desiderio di capovolgere l’abitudine sempre più frequente tra i bambini di passare le ore di fronte ai propri smartphone volgendo la loro attenzione, almeno per un fine settimana, ai giochi di una volta che si facevano in strada. Se somma quanto le ho detto esce fuori il mio slogan: natura,ambiente, territorio, tradizioni!
Nel suo profilo facebook ha esposto i nuclei salienti del suo programma politico. Pur tuttavia c’è un tema su cui è tornato a soffermarsi più volte. Mi riferisco ai Monti Prenestini…
I Monti Prenestini occupano un punto del mio programma effettivamente. L’idea che propongo e per la quale cercherei di instaurare un tavolo di trattative in regione, è la creazione di un parco regionale sui Monti Prenestini. Ci pensi, si tratta di una zona vicina a Roma: un piccolo scrigno, lo chiamo io. E ‘una delle catene montuose che più necessitano di attenzione contro possibili fattori di rischio e degrado.
Scusi la franchezza, ma a un lettore ben attento il suo programma non corre il rischio di sembrare un po’ Cave-centrico?
Si figuri, anzi la ringrazio per darmi modo di spiegare un equivoco che si è creato e che molti cittadini mi hanno segnalato . C’è chi mi scrive:”Ti sei candidato per le comunali a Cave o per la Regione?”. E’ chiaro che la risposta giusta sia la seconda. Ciò nonostante non dimentico il paese che amo e in cui penso di vivere in futuro. Alcune punti sono incentrati sul territorio dei Monti Prenestini certo, ma questo non vuol dire che non abbia a cuore altre zone montane come quella dei Monti Lepini, che avrebbero maggior tutela con un parco regionale. Se riuscissi a entrare in regione, mi batterei per ogni piccolo spicchio di territorio.
Oltre alla difesa degli spazi verdi, anche il “ turismo lento” sembra starle molto a cuore. Il modello “slow” sta riscuotendo un discreto successo al Nord. Cosa ostacola, secondo lei, la diffusione di abitudini turistiche simili nel Lazio?
Secondo me, l’ostacolo maggiore è l’assenza di una rete di collaborazione tra i soggetti che animano questo tipo di turismo, le strutture ricettive, le associazioni e la parte amministrativa ovvero gli enti preposti allo sviluppo, come le regioni.
Nell’ambito del turismo eco-sostenibile mi sento in dovere di nominare il progetto della pista ciclabile da Pantano a Olevano Romano: il percorso ricalcherebbe l’antico tracciato delle ferrovie vicinali che partivano da Roma a Fiuggi. Questo permetterebbe di connettere Roma con la Ciociaria.
E se qualcuno l’accusasse di un eccessivo idealismo?
Direi a quel qualcuno che si sbaglia. Un pista simile crea turismo e sopratutto economia. Pensi che in tre anni solo con la nostra attività volontaristica sui Monti Prenestini, 2500 persone sono venute in visita. Le stesse visite hanno permesso a molti piccoli allevatori di vendere 60/70 forme di formaggio. Forse senza l’attrattiva turistica, tutto questo sarebbe stato più difficile.
Un detto cinese recita: “un uomo non è pronto a morire prima di aver piantato un albero e scritto un libro”. Le ricorda qualcosa?
Certo, questo motto l’ho inserito insieme con il mio collaboratore alla comunicazione in uno degli ultimi post per affrontare un punto programmatico che ho elaborato grazie a una proposta discussa con il sindaco di Cave.
Esiste una legge, la 10/2013, che obbliga i comuni all’inumazione di un albero per ogni nuovo nato sul territorio. La proposta ha il pregio di arginare il consumo delle aree verdi, che in Italia equivale a circa 8mq al secondo. Ma almeno nel comune di Cave, questa legge non viene rispettata. E questo non dipende dalla disposizione dell’amministrazione ma dalla mancanza di fondi e della scarsa informazione. E’ stato istituito un vivaio regionale sui Monti Aurunci. Ma la domanda è: i comuni sono stati informati?
“L’acqua è un diritto e non una merce” ha scritto qualche giorno fa. Slogan a parte, quali sono le misure concrete che metterebbe in atto come garante dell’acqua pubblica?
La difesa dei beni di tutti è il mio personale obiettivo. E forse il bene più prezioso e rappresentativo delle comunità è l’acqua. Per me l’acqua è un bene necessario che deve rimanere pubblico. Le linee guida delle amministrazioni devono essere l’ottimizzazione degli impianti e la riduzione degli sprechi. I beni pubblici non possono essere ceduti a terzi.
Il suo slogan recita:” il domani costruiamo insieme” . E dell’oggi, le chiedo, c’è qualcosa che dovrebbe andar demolito?
L’unica cosa che sarei felice di abbattere è il muro oggi esistente tra cittadini e istituzioni
“Con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”, come direbbe Bertoli, mi avvio alla conclusione con una domanda scomoda. In caso di sconfitta alle regionali, continuerebbe il suo percorso politico?
Pensi che io sono così realista che per il 6 e il 7 marzo ho già preso appuntamenti di lavoro. Il mio mestiere è quello di potatore. Continuerò a fare ciò in cui credo, sia nella vita di tutti i giorni che nell’ambito dell’associazionismo e del volontariato. Sempre come un piede nel verde.