Roma. Sembrava impossibile ma ce l’abbiamo fatta. Pubblicità dell’Amaro Montenegro a parte, domenica 4 Marzo, gli elettori italiani torneranno finalmente alle urne. Molte cose sono cambiate nel corso di 5 anni. E l’addio al Porcellum (legge Calderoli) per il Rosatellum bis, è una di queste.
L’Italia del 2013, nave abbandonata dal suo capitano Berlusconi prima, figlia meno che mai prodiga verso il governo tecnico di austerity del Professor Monti poi, in quel lontano 25 febbraio, fece ottenere alla coalizione guidata da Luigi Bersani, il premio di maggioranza alla Camera, ma non al Senato. Dal rimpallo politico di responsabilità uscì vincitore il vicesegretario del PD Letta, incaricato da Napolitano alla Presidenza del Consiglio. Ma Enrico, ciò nonostante, aveva poco per cui “star sereno”e nel 2014 finì per essere scavalcato da Matteo Renzi, il Rottamatore.
E ora? Qual è il volto dell’Italia del 2018? Se la fotografia del nuovo profilo politico dei cittadini italiani comincerà a delinearsi nitidamente solo a partire da domenica, il quadro che ora meglio la ritrae, è un’Italia del 2013, ma sottosopra, completamente ribaltata e messa a soqquadro.
Chi era il Rottamatore rischia di essere rottamato mentre il Movimento 5 stelle, svincolatosi dalla carica antisistema del suo garante, corre per il governo del paese, ammansito e personificato dal nuovo astro nascente ( a proposito di stelle), Di Maio. E Berlusconi intanto vuole tornare alla guida della nave italica, peccato che il timone della destra sia ormai da tempo nelle mani di Salvini, diretto verso più ampie rotte, che in clima elettorale hanno dovuto attraccare persino al sud.
Come si vota
Domenica 4 marzo gli elettori sono chiamati a votare dalle 7 alle 23 per eleggere la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica. Per la Camera (scheda rosa) possono votare i cittadini a partire dai 18 anni, per il Senato (scheda gialla) quelli che abbiano compiuto 25 anni.
Ciascuna scheda ha in alto un rettangolo con su scritto il nome e il cognome del candidato nel collegio uninominale. Nella parte sottostante è presente il simbolo della lista o delle liste che sostengono il candidato all’uninominale con affianco l’elenco dei candidati al collegio plurinominale.
SI → L’elettore potrà votare:
- apponendo un segno sulla lista prescelta e il voto si estenderà anche al candidato uninominale collegato
- oppure con un segno sul candidato uninominale e il voto si estenderà alla liste/ liste collegate in misura proporzionale ai voti ottenuti nel collegio da ogni singola lista.
- Il voto è valido se si appone anche il segno sia sul candidato uninominale sia sulla lista o una delle liste collegate.
NO → Non vale il voto disgiunto: non si può votare un candidato uninominale e una lista collegata a un altro candidato uninominale.
La vera novità delle politiche 2018 è però il tagliando anti -frode, inserito all’interno di ciascuna scheda per contrastare la pratica del voto di scambio. Il presidente del seggio, al momento della consegna della scheda, ha l’onere di verificare la corrispondenza tra il codice sulla scheda e quello assegnato al momento della consegna.
Rosatellum bis: “a volte il proporizonale ritorna”
La nuova legge elettorale prevede per un terzo il maggioritario, per due terzi il proporzionale : si tratta dunque di un sistema misto.
Il 37% dei seggi sarà assegnato con un processo che premia i candidati uninominali a cui saranno assegnati 232 seggi seggi alla Camera e 116 al Senato.
Il 61% dei seggi sarà ripartito tra coalizioni e liste che avranno superato la soglia di sbarramento attraverso il proporzionale. (al 3% per ciascuna lista e al 10% per le coalizioni)
I seggi restanti vengono ripartiti a livello nazionale per la Camera e a livello regionale per il Senato.