«Non c’è senso del pudore tra i politici decaduti nella provincia frusinate. In molti hanno perso queste elezioni ma tutti già sono pronti sul trampolino per il prossimo lancio. Oltre ad una analisi del voto mancata, i perdenti si sentono autorizzati a proseguire in una provincia che con questo ultimo voto ha declarato chiaramente i vincitori. È bastato un pacchetto di voti, se pur cospicui (come si procacciano i voti oggi?) per auto osannarsi senza nemmeno pensare di guardare a quell’ elettorato stanco di inciuci, veti trasversali, imbrogli, brogli,inganni, finzioni, melodrammi,collusioni, perversioni che ha stoppato con estrema chiarezza il passato. Se il voto c’è va rispettato e quando l’astensione è alta il sintomo va studiato e curato.
Purtroppo da anni sono caduti i freni inibitori di questa classe di “politici ed amministratori ” che ha perdurato nel riproporre se stessa o i loro cloni, svestendosi dalle forme istituzionali e perdendo il dovere della responsabilità civica e costituzionale. Insomma, la rappresentazione di un manifesto emblematico di cattiva politica che, a partire da quella locale, appare perdente nel corpo e nell’anima ma che non vuol fare autocritica o retromarcia, garantendo ai cittadini nuove forme di governo. Non c’è dialettica esistendo una netta spaccatura tra i reali problemi e le manovre e nuove ratifiche postelettorali. Resta di fatto l’indebolimento del potere degli elettori nella selezione degli eletti. Per tutto il resto si cambiano rapidamente le soluzioni (perfino su un tema dirimente come il rapporto tra maggioritario e proporzionale) con i vincoli di una legge che ha garantito pochissimi privilegiati decisi direttamente dalla casta mentre si è desertificata la democrazia interna dei partiti consegnando l’Italia in mano a chi non si sa.
Con l’inganno della retorica e della propaganda nazionalista i “capetti” locali vogliono fare dimenticare che la vera battaglia – quella del rilancio economico e lavorativo di una periferia impoverita- non si vince da anni da queste parti, incentivando l’odio verso un avversario politico che si è imposto a gran voce. Dopo di che sarà nuovamente la propaganda elettorale a magnificare e ad esultare i caduti che diventeranno, nell’immaginario collettivo , gli eroi e non i carnefici di un eccidio preventivato e pianificato ai danni del territorio.
Noi della Rete La Fenice ci opponiamo alla palude delle intese e di accordi poco chiari ne tanto più vogliamo lasciare in mano al killeraggio politico il futuro di tante e tanti. Avanzare in una direzione diversa diventa obbligo. A candidarsi da ora sia allora il PROGETTO, senza inganni, trucchi o nascondimenti. Un Progetto che riqualifichi e rilanci seriamente l’ entroterra provinciale, che dia vigore e tonicità all’economia e ai tanti disoccupati ed inoccupati, che tracci una visione di futuro, uno spazio virtuoso tra i percorsi di innovazione come chiede la Ue per il rilancio del Mezzogiorno italiano. Diciamo basta alla contaminazione del potere nelle mani chi non lo ha meritato.
Chi ha una idea, uno spunto, un programma lo canditi. Si accenda questa competizione, ora. Il nostro, ve lo abbiamo consegnato con grande generosità anni addietro, lasciando che evolvesse dal basso con la passione e la determinazione politica che ci contraddistingue da sempre. Proseguiremo senza sosta».
Giuseppina Bonaviri