di Alberto Zei
Il difficile e il facile a ruoli invertiti – Se le previsioni politiche di carattere internazionale comportano una certa perplessità nel saper cogliere i vari aspetti contrastanti o giustapposti a determinati accordi, oppure a quali interessi convergenti o divergenti si possa far riferimento sul tavolo delle trattative, le previsioni politiche interne di casa nostra mostrano invece, serie difficoltà.
Anche quando si paventava da un momento all’altro un’azione sconsiderata di guerra nucleare a fronte delle provocazioni della Corea del Nord verso l’America e il contesto delle nazioni occidentali, il nostro Giornale si espresso più volte cogliendo il segno, che nulla di tutto questo sarebbe avvenuto per le ragioni spiegate nei diversi articoli su Paese Roma.
Ma adesso, qui in Italia dove tutto sembrerebbe chiaro e a portata di mano, ecco la imprevedibilità delle divergenze o convergenze di interessi che non sono soltanto quelli scaturenti dalla possibile comune governabilità sui programmi presentati. Non sarebbe infatti, cosi difficile da comprendere il peso della convenienza politica che viene confrontato con quello delle altre opportunità ed in particolare, con quelle più coerenti e a portata di mano che condurrebbero ad un percorso governativo comune, se…… non cifosse dell’ altro.
La forza dell’ostilità – Ma in Italia le cose sono diverse, sono diverse perché le difficoltà sorgono dalla realtà dei fatti e in particolare da quelli della politica interna del nostro Paese. Da questi infatti, le posizioni vengono contrassegnate da valutazioni di carattere emotivo, dettate soprattutto dalla cosiddetta, incompatibilità epidermica, di determinati personaggi; personaggi verso i quali si accumula una sorta di odio politico viscerale motivato da varie ragioni che poco hanno a che fare con la razionalità e con la convenienza obiettiva di un possibile accordo.
Le prospettive politiche di un ‘ intesa per la costituzione di un governo, nell’ attuale situazione postelettorale in cui l’ Italia si trova, sembrano pertanto, essere dominate da relazioni di carattere viscerale. Queste frequentemente sfociano in empatie negative verso determinati personaggi che per un verso o per l’altro, sono divenuti il nemico da abbattere, indipendentemente dalla convenienza o meno di farlo..
Non è certo in questo articolo che può esser tentato un approfondimento di tal genere, perché trattandosi di condizioni personali, ognuno sa il fatto suo, anche se le conseguenze come adesso si presentano, riguardano l’intera comunità nazionale.
Senza entrare dunque nelle motivazioni, si preferisce invece formulare proprio alla luce, o meglio dire al buio, di queste irrazionali emotività dei nostri politici, un’ipotesi sulla futura possibile compagine governativa che potrebbe formarsi dopo infruttuose consultazioni e spiacevoli rifiuti sull’uno o sull’altro candidato.
L’ appartenenza come qualità politica – È strano ma vero che gliaccordi in Italia si fanno più sul filo dei rapporti personali che sulle capacità professionali dei vari rappresentanti, in questo caso politici. Infatti, anche così guardando a ritroso la composizione del governo precedente in cui Renzi aveva raccolto su di sé le massime espressioni professionali che ha ritenuto confacenti al proprio impegno governativo, la caratteristica che accumunava i vari personaggi era quella della appartenenza emotiva alla stessa compagine, piuttosto che quella della valenza professionale di lungimirante operato, così come i risultati elettorali confermano.
Il giudizio degli italiani su questo tipo di aggregazione è stato abbastanza eloquente, ma la nuova compagine politica di imminente costituzione, difficilmente si libererà da una condizione viscerale di questo tipo. Anzi si prospetta per il futuro ormai imminente, una scelta ancor più viscerale che difficilmente terrà conto dell’interesse dei cittadini, e persino delle stesse aspettative di coloro che si sono espressi alle urne nel consenso o nel dissenso che i vari partiti hanno ottenuto.
Lasciando la teoria e andando al concreto, l’azzardo della previsione di un accordo sulla costituzione del governo tra i protagonisti dei partiti dello scenario politico postelettorale, dopo gli infruttuosi tentativi spontanei o richiesti dal Presidente della Repubblica per un accordo sulla formazione del governo, non fa intravedere serie possibilità tra la destra unita e altri partiti.
Lo scambio degli apprezzamenti – Attualmente domina il campo la viscerale avversione di Maio alla figura di Berlusconi, e la costrizione morale di Salvini di mantenere la lega all’interno della Destra. L’ alternativa dovrebbe quindi essere altra. È molto improbabile infatti che attualmente Di Maio o chi lo sostituirà del proprio partito, non possa non avere in mente la soluzione possibile fin da adesso. Si tratterà di attendere il momento favorevole per proporre in modo liberatorio dallo stress di tanta attesa, un governo Cinque Stelle con parte del Partito Democratico.
Una soluzione del genere non potrebbe che essere preferita dal leader di Cinque stelle, per il fatto che oltre al risultato voluto di una Presidenza del Consiglio a lui affidata, riuscirebbe anche a strappare una parte del Partito Democratico, poiché difficilmente lo zoccolo duro della sinistra rappresentato dalla vecchia leadership, abbandonerebbe la propria ideologia partitica. L’ago della bilancia di tutto ciò è sicuramente Salvini che pur mostrandosi più ragionevole e meno ondivago di altri, tutto dipenderà dal suo orientamento.
Questo avverrebbe proprio a causa, o anche in virtù, secondo i punti di vista, della carica emotiva che caratterizza in tratti abbastanza consistenti e duraturi, la politica nazionale del nostro Paese.