«C’è molta dissimulazione sul contratto stipulato fra la Lega ed il Movimento 5 stelle per la formazione del nuovo governo, non solo per la vaghezza di alcune affermazioni contenute nel contratto ( noi della Rete La Fenice abbiamo formulato una replica che a breve sarà pubblicata) ma anche per la difficile compatibilità economica della coesistenza della flat tax che favorisce i redditi medio-alti con il reddito di cittadinanza per i milioni d’italiani senza reddito o quasi, con la liberalizzazione del mercato e lo statalismo. Appare singolare che il Movimento, sempre più in linea con le politiche della sinistra radicale, dovrebbe decidere di accettare l’espulsione in massa dei clandestini, la maggiore legittimazione dell’uso delle armi per legittima difesa rischiando di interrompere la sintonia che ha con larga parte di questo elettorato e che invece vorrebbe definitivamente consolidare.
A ben vedere, il solo punto realmente in comune fra la Lega ed il Movimento è l’euroscetticismo meglio la contestazione dei vincoli finanziari e di alcune regolamentazioni in settori economici dell’Unione Europea con la modifica di un insieme di provvedimenti che sono in contrasto con i trattati ed i regolamenti attuali. Quanto questa impostazione dei rapporti con l’Ue sia problematica si può comprendere anche dalla durezza della Commissione per la trattativa con la Gran Bretagna i cui governanti devono dare applicazione al risultato del referendum del 2016, per la brexit.
Il sondaggio pubblicato da Repubblica in questi giorni conferma che il 60% degli italiani riconosce ai gialloverdi il diritto di formare un nuovo governo e che più del 50% degli elettori il 4 marzo gliene da facoltà avendo indicato nelle loro forze politiche la certezza di discontinuità, auspicata da molti anni . La scelta dei due leader deve rispondere alla domanda di cambiamento -vera posto in gioco dei prossimi mesi- tenendo presente che l’alternativa ad un ulteriore insolvenza rimarrebbero le nuove elezioni.
Nessun territorio è al riparo da questa tendenza così come il nostro, dove invece anzicchè fare i conti con le incertezze e le future sfide, si continua nella consolidata prassi di scambio del voto fra Forza Italia e Partito Democratico per la suddivisione degli incarichi di sottogoverno locale, con le usurate manovre di capetti pletorici, completamente dimentichi che il Movimento 5 stelle farà presto valere la sua rappresentatività nella periferia magari trovando un’intesa con la Lega, rafforzata anche in provincia frusinate dalle ultime elezioni politiche.
La nostra convinzione rimane quella che solo una dinamica che riunisca cittadini e leader possa generare una pressione tale da garantire l’unità e la rigenerazione della politica con la democrazia partecipata. Questo continueremo a fare dando sempre più voce e spazio alla condivisione, a partire dal basso, del progetto per la Costituente della buona politica provinciale».
Giuseppina Bonaviri