Alla vigilia della prima presentazione pubblica del partito così unito – ancora ufficialmente una Federazione – già circolano le prime voci circa le modalità di elezione diretta dei leader interni e del leader nazionale, come del resto, idee relative alla possibilità di indire elezioni primarie. Sarebbe questa la volontà ampliamente discussa già dal basso, soprattutto nei social, da parte dei numerosi membri del partito e confermata da personalità politiche di spicco. Anche Angelo Sandri, segretario nazionale D.C, intervistato da Paese Roma, ha detto la sua.
Le cronache degli ultimi giorni profilano all’orizzonte la riunificazione della Democrazia Cristiana. Pur tuttavia, sembrerebbe innegabile la massiccia richiesta dal basso (soprattutto dai social) di celebrare eventuali elezioni primarie. Come valuta questa eventualità ?
Sulla riunificazione della Democrazia Cristiana, o meglio, dei vari partiti, movimenti e associazioni che si richiamano alla Democrazia Cristiana storica, si sta lavorando da tempo. In particolare, il 5 luglio 2018 abbiamo sottoscritto a Roma un accordo per la costituzione della “Federazione della Democrazia Cristiana”. Hanno aderito 15 soggetti politici per il momento, ma il numero sta progressivamente aumentando.
La Federazione sarà un momento di passaggio prima del rilancio definitivo della nuova Democrazia Cristiana con tanto di nome, simbolo e statuto della D.C. storica, viva e vegeta, come stabilito dalla Sentenza della Corte di Cassazione a sezioni unite del 2010.
Sotto questo profilo viene data una risposta chiara alle esigenze di “democrazia diretta”, di cui alla sua domanda. La Democrazia Cristiana aveva un sistema di democrazia interna, così come da Statuto (vigente) del partito che è un esempio fulgido di democrazia e di partecipazione. Per parlare alla Pippo Baudo….possiamo ben dire che le primarie le abbiamo inventate noi !
Non crede che un partito moderato e improntato alla più solida tradizione democratica come la DC dovrebbe dare spazio a queste istanze? Se sì, in che modalità potrebbero avvenire?
Io credo che questi valori, un democristiano vero, li abbia nel sangue. Per questa ragione la Democrazia Cristiana contesta l’attuale sistema politico parlamentare basato sull’imbroglio e sull’ipocrisia e che presenta come sistema legittimo e democratico, qualcosa che gli italiani hanno sconfessato apertamente (ed ulteriormente) con il referendum del dicembre 2016.
Invece di andare subito alle elezioni con un sistema elettorale legittimo e democratico, i partiti ora al Governo ed al Parlamento hanno voluto barare, convocando i comizi elettorali il più tardi possibile e lasciando inalterata la situazione di illegalità insita nel sistema elettorale che svilisce quei principi di sovranità popolare su cui si fonda la nostra Costituzione e l’ordinamento giuridico.
Cosa dobbiamo aspettarci dalla Futura DC unita? Un nuovo soggetto moderato a destra che faccia da alternativa a Forza Italia, ormai schierata con la Lega?
Nella Democrazia Cristiana la linea politica è sempre stata stabilita dal Congresso, inteso – secondo lo Statuto vigente del partito – come la riunione assembleare degli iscritti dalla D.C. che con metodi di democrazia diretta oppure indiretta, dava espressione alla propria volontà politica in termini di linea politica e di programma, eleggendo persone deputate alla realizzazione di quanto deliberato.
La Democrazia Cristiana è sempre stato un soggetto politico moderato, di centro, alternativo alla sinistra, alla quale ci contrapponiamo in termini di scelte ideali: i nostri riferimenti sono sempre stati la democrazia e l’ispirazione cristiana.
La seconda Repubblica ha sconvolto il modo di procedere e di governare. Noi riteniamo che la presenza di una Democrazia Cristiana unita e rinnovata potrà dare un grande contributo a migliorare una situazione politica generale che, a nostro avviso, è terribilmente disastrata.