Dopo il lancio del nome di Simonetta Matone alla carica di ‘vice’ di Enrico Michetti, il candidato a sindaco per la coalizione di centro-destra alle prossime elezioni amministrative della Capitale, si è creato un vero e proprio ‘format‘ elettorale che si sta replicando su tutta la penisola.
Una strategia che già sta investendo tutto il centro-destra nazionale, impegnato nei comuni d’Italia chiamati al voto a ottobre prossimo.
Ma l’idea, come tutti sanno, è stata ufficialmente lanciata da Vittorio Sgarbi, e dal suo movimento “Rinascimento“, che ora ne rivendica ufficialmente il ‘brand‘.
L’idea si sta dimostrando innovativa e funzionale. Ha il vantaggio di offrire subito all’elettorato un nome concreto, scelto nell’enturage di professionisti e tecnici indiscussi del mondo delle istituzioni, al fine di garantire pieno supporto al sindaco che vincerà le elezioni. Ma in aggiunta a ciò, bisogna certamente riconoscere l’elemento propulsivo che questa ‘carica in più‘ possa dare alla coalizione e ai partiti stessi, nell’offrire una motivazione e un obiettivo di vittoria ulteriore a chi parteciperà la campagna elettorale. Nei municipi della Capitale, dopo l’annuncio dello stesso Sgarbi, di garantire Simonetta Matone vice-sindaco, si sta verificando un effetto a cascata, per individuare i ‘vice-minisindaci‘.
Come afferma Dario Di Francesco, segretario organizzativo nazionale di Rinascimento: «Le presidenze di municipio a Milano e Roma si discuteranno al tavolo nazionale, con la presenza del partito Rinascimento, del partito Cambiamo e del partito Udc. Verrà assegnato anche il ticket di vicepresidenza come è stato fatto per il sindaco Michetti e il prosindaco Matone , pertanto anche i partiti di minor levatura politica ma presenti con le loro liste alle competizioni elettorali comunali avranno la rappresentanza di un presidente di municipio e un vicepresidente di municipio».
Stefano Bianco