“Cala il sipario sul ddl Zan, una pessima proposta di legge che Fratelli d’Italia ha contrastato con coerenza e nel merito fin dall’inizio. Non abbiamo mai cambiato idea e lo abbiamo dimostrato oggi in Senato: siamo stati l’unico gruppo interamente presente e unito nel voto. È una vittoria che non appartiene solo a noi ma anche a tutte le realtà, le associazioni, le famiglie e i cittadini che in questi mesi si sono battuti ad ogni livello per denunciare follie, contraddizioni e aspetti negativi di una follia firmata Pd-Cinquestelle di cui l’Italia non aveva alcun bisogno. Patetiche le accuse di Letta, Conte e della sinistra: i primi – scrive Meloni – ad aver affossato la legge sono i suoi stessi firmatari, Zan in testa, che in questa proposta hanno scritto e difeso fino alla fine norme e principi surreali (dal self-id al gender nelle scuole) che nulla avevano a che fare con la lotta alle discriminazioni”, queste le prime dichiarazioni della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
A stretto giro di posta anche Matteo Salvini rincara la dose dicendo che al Senato è stata “sconfitta l’arroganza di Letta e dei 5Stelle: hanno detto di no a tutte le proposte di mediazione, comprese quelle formulate dal Santo Padre, dalle associazioni e da molte famiglie, e hanno affossato il ddl Zan. Ora ripartiamo dalla proposte della Lega: combattere le discriminazioni lasciando fuori i bambini, la libertà di educazione, la teoria gender e i reati di opinione. Hanno votato contro anche alcuni parlamentari del Pd, questo dicono i numeri. Hanno calato la maschera Pd e 5 Stelle, oggi non gli interessava la legge, ma una bandiera che hanno dovuto rimettere nel cassetto”.
La famosa “tagliola”, ovvero l’art.96 del Regolamento del Senato, il quale prevede che “prima che abbia inizio l’esame degli articoli di un disegno di legge, un senatore per ciascun Gruppo può avanzare la proposta che non si passi a tale esame”, passa con il voto favorevole di 154 senatori su un totale di 287 votanti, 2 gli astenuti.
Alessandro Zan, promotore e firmatario del provvedimento, dopo la votazione sfavorevole affida la sue dichiarazione ai social, dicendo : “Chi per mesi, dopo l’approvazione alla Camera, ha seguito le sirene sovraniste che volevano affossare il ddl Zan è il responsabile del voto di oggi al Senato. È stato tradito un patto politico che voleva far fare al Paese un passo di civiltà. Le responsabilità sono chiare”.
La delusione della sinistra si percepisce anche dalle parole del segretario del Partito Democratico, Enrico Letta che su twitter scrive : “Hanno voluto fermare il futuro. Hanno voluto riportare l’Italia indietro. Sì, oggi hanno vinto loro e i loro inguacchi, al Senato. Ma il Paese è da un’altra parte. E presto si vedrà.”
Le ultime dichiarazioni in ordine di tempo sono quelle di Matteo Renzi che punta il dito su chi non ha voluto aprire un tavolo di trattative. “Per mesi ho chiesto di trovare un accordo per evitare di far fallire il ddl Zan – dice il leader di Italia Viva – Hanno voluto lo scontro e queste sono le conseguenze. Chi polemizza sulle assenze dovrebbe fare i conti con i 40 franchi tiratori. La responsabilità di oggi è chiara: e dire che per Pd e Cinque Stelle stavolta era facile, più facile dei tempi di ‘O Conte o morte’. Non importava conoscere la politica, bastava conoscere l’aritmetica”.
Al termine delle votazioni , la Presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha convocato la conferenza dei capigruppo.
Tristano Quaglia